Grammatica prima parte.pdf 24.5M - Provincia di Bergamo

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17. • ORTOGRAFIA: scrivere senza errori pag. 23 l'uso dell'accento pag. 28 l'uso dell'H pag. 30 corretto uso delle maiuscole pag. 31 divisione in sillabe pag. 33.
PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali e Salute

Colella Anna

LE REGOLE prima parte

2010

Indice La Lingua Gli elementi della comunicazione Il testo, la frase, la parola FONOLOGIA: la sillaba, le lettere, i dittonghi ORTOGRAFIA: scrivere senza errori l’uso dell’accento l’uso dell’H corretto uso delle maiuscole divisione in sillabe la punteggiatura • MORFOLOGIA: - il nome

• • • • •

2

pag. 3 pag. 4 pag. 6 pag. 17 pag. 23 pag. 28 pag. 30 pag. 31 pag. 33 pag. 35 pag. 38

LA LINGUA La Lingua è uno strumento che ci permette di costruire i discorsi, di trasmettere dei messaggi.

Essa è costituita da

LESSICO

GRAMMATICA

sono le parole

sono le regole che fanno stare insieme le parole

(tutte le parole e i loro significati sono racchiusi nel vocabolario)

3

GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE La comunicazione è uno scambio di messaggi tra un emittente e un ricevente.

Messaggio (ciò che viene detto)

Ciao, ci vediamo stasera!

Emittente

Ricevente

(colui che parla)

( colui che ascolta)

Codice (lingua italiana)

La comunicazione avviene se emittente e ricevente usano la stessa lingua. 4

I messaggi si pronunciano con un’intonazione della voce diversa a seconda della punteggiatura. Non voglio una fetta di torta.

Voglio una fetta di torta.

FORMA AFFERMATIVA

FORMA NEGATIVA

Vuoi una fetta di torta?

Voglio una fetta di torta!

FORMA INTERROGATIVA

FORMA ESCLAMATIVA

Il messaggio può avere: Una

forma affermativa

: in questo caso ci dà un’informazione.

Una

forma interrogativa

(?) : indica una domanda.

Una

forma esclamativa

( ! ) indica:

• meraviglia

Oh, che bello!

• un grido

Ahi, che male!

• un ordine

Zitto! Il papà dorme.

Una

forma negativa

( non ) : indica una negazione.

5

CHE COSA È IL TESTO La Lingua è uno strumento mediante il quale noi facciamo dei discorsi, trasmettiamo dei messaggi. Questi discorsi si chiamano TESTI. Imparare una Lingua vuol dire saper capire e produrre dei testi. Se io dico: Ieri mattina mi sono alzato alle 8.00; ho fatto colazione, mi sono lavato e poi sono uscito. Sono rientrato all’ora di pranzo. Io ho trasmesso un messaggio; ho prodotto, cioè, un testo completo con un significato logico. Un testo può avere una qualsiasi lunghezza. È importante, però, che abbia un senso compiuto.

Questo cartello ci dice tutto ciò che è necessario sapere ed ha un significato logico

Questo testo, invece, anche se più lungo, è senza significato: “Una scimmia aveva le mani piene di piselli. I bambini sono molto contenti del pane, Perché il ragno si nasconde nel suo buco? L’orso riuscì allora a spezzare la corda”.

6

fatto da parole orali o scritte

Il TESTO

può essere

è una comunicazione completa ed ha un senso compiuto

fatto da disegni suoni, gesti, ….

LINGUAGGIO: sonoro LINGUAGGIO: luminoso MESSAGGIO: È ora di alzarsi

MESSAGGIO: Puoi andare

LINGUAGGIO: gestuale

LINGUAGGIO: gestuale

MESSAGGIO: Puoi darmi un passaggio?

MESSAGGIO: Va bene

LINGUAGGIO: immagine MESSAGGIO: C’è una cabina telefonica 7

LA FRASE La FRASE è un pezzo di discorso compreso tra due punti di interpunzione ( . , : ; ? ! ) e con un senso compiuto. 1

La mucca provò a tenere sollevata una gamba davanti e ci riuscì 2 benissimo./ Poi provò a tenere sollevata una gamba davanti e una 3 gamba di dietro e anche questa volta riuscì a tenersi in piedi./ Il padrone la guardava senza capire./

Questo testo è formato da tre frasi. La frase inizia sempre con la lettera maiuscola e termina con un punto. La frase è un insieme di parole legate tra loro da alcune regole. Essa deve avere, però, un senso compiuto, altrimenti non riusciamo a capirla. Esempio:

Tutti con vengo i scuola giorni bici la a Questa NON È UNA FRASE!

Tutti i giorni vengo a scuola con la bici Questa È UNA FRASE!

8

LA PAROLA La frase è formata da tante parole. Esempio: La mamma ha comprato due mele al supermercato.

La PAROLA è formata da

ha un

lettere (i segni che vedo)

significato (cosa vuole dire)

C-A-N-E A-U-T-O-M-O-B-I-L-E A-L-B-E-R-O B-I-C-I-C-L-E-T-T-A

animale mammifero a 4 zampe mezzo di trasporto a 4 ruote pianta formata da rami, foglie, .. mezzo di trasporto a due ruote

Ci sono parole che pur essendo formate dalle stesse lettere hanno significati diversi. Esempio:

VITE

GOMMA

9

PENNA

penna a sfera

penna d’uccello

penna: tipo di pasta

ANTENNA

antenne della radio antenne della farfalla

antenne della casa

PIANTA

pianta

pianta della casa 10

pianta del piede

STELLA

stella

stella alpina

stella marina

stella filante

stella cometa

……veder le stelle

CHIAVE

chiave

chiave di violino

11

chiave inglese

DENTI

denti

denti della forchetta

denti del pettine

TENDA

tenda

tenda da campeggio

ROSA

rosa: fiore

rosa: colore 12

MORA

mora: frutto

mora: colore dei capelli

FRANGIA

frangia

frangia della sciarpa

PORTA

porta

la mamma porta il piatto 13

LETTO

letto

il bambino ha letto una storia

14

IL VOCABOLARIO Il VOCABOLARIO è un libro che riunisce le parole di una Lingua e ne spiega il significato. Quindi esistono vocabolari italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli,…

Come si fa a cercare le parole? In ogni vocabolario le parole sono in ordine alfabetico, cioè seguono l’ordine delle lettere dell’alfabeto, comprese le lettere straniere. Perciò, c’è prima la parola albero perché comincia con la lettera A, poi barca perché comincia con la lettera B, poi castello e così via….. ALBERO BARCA CASTELLO DADO ………….. Se le parole cominciano con la stessa lettera, come albero e amico. ALBERO AMICO si deve guardare la seconda lettera. Prima si trova albero, poi amico, perché nell’ordine alfabetico la L viene prima della M. Se le parole fossero albero e alto, ALBERO ALTO si deve guardare la terza lettera. Quindi, si trova prima albero, poi alto, perché la B viene prima della T nell’ordine alfabetico.

15

Parte della grammatica che studia i suoni delle parole.

16

LA SILLABA La SILLABA è un gruppo di suoni all’interno di una parola. ca-sa

li-bro

com-pi-to

ma-te-ma-ti-ca

al-be-ro

Le sillabe possono essere formate da: • • • •

un solo suono due suoni tre suoni quattro suoni

-a-il-pas-stra-

all’interno di una sillaba c’è sempre una vocale

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LA LETTERA La parola è formata da tante lettere. Esempio:

m/ u /c/ c/ a

Ogni lettera scritta corrisponde a uno dei suoni della Lingua parlata. Le lettere non hanno alcun significato; è solo un piccolo pezzo che unendosi con gli altri, serve a formare la parola. Basta sostituire una lettera, toglierla o cambiare posizione, per avere una parola diversa, con un nuovo significato. Esempio:

MELA

PANE

cambiamo una lettera

MALE

cambiamo posizione

RANE

L’insieme delle lettere di una Lingua si chiama ALF ABETO.

Nell’alfabeto ci sono le vocali e

A

E

I

O

U

le consonanti

B C D F G H L M N P Q R S T V Z La lettera H si dice muta perché non ha un suono proprio. Inoltre, vi sono cinque lettere che si usano per le parole straniere.

J K W X Y 18

Ecco l’alfabeto, con le lettere provenienti da Lingue straniere, inserite al posto giusto (ordine alfabetico).

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

19

I DITTONGHI, I TRITTONGHI E GLI IATI I DITTONGHI sono gruppi di due vocali unite in una sola sillaba che si pronuncia con un’unica emissione di voce.

i

+

a, e, o, u

ia, ie, io,

|

ai, ei, oi,

piano, pieno, chiodo,

iu

ùi

fiume

u

+

a, e, o, i

cantai, farei, noi

ua, ue, uo

colui

|

uguale, duello, buono,

au, eu, cauto, neutro

uì, suini I TRITTONGHI sono gruppi di tre vocali unite in una sola sillaba che si pronuncia con un’unica emissione di voce.

u, i

+

a, e, o

i + vocale + i

uai, uoi, iuo iai, iei guai, buoi, aiuola, copiai, miei

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Lo IATO è formato da due vocali vicine che si pronunciano separatamente, con due emissioni di voce.

a, e, o

combinate tra loro

ae, ea, oe, eo, oa, ao

paese, teatro, poeta, eolica, aorta

i, u

precedute o seguite da un’altra vocale

io, ia, au zio, via, paura

21

Parte della grammatica che stabilisce la corretta scrittura delle parole.

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SCRIVERE SENZA ERRORI SUONI DIFFICILI Si usa SEMPRE CE - CIE

Eccezioni CIE

CE

GE - GIE

GE voce, pace, piange, fugge GIE

GN

GNI

GN

GNI NI

superficie specie sufficienza artificiere crociera pasticciere cieco cielo igiene

- quando l’accento

legno, guadagno, pugno

cade sulla i; compagnìa

- in alcuni verbi che

finiscono in –gnare e –gnere insegniamo

LI

LI

GLI

GLI aglio, tovaglia, coniglio

MP

NP

MB

- all’inizio di parola; lievito - quando la l è doppia allievo - in tutti i nomi propri; Amelia - con le parole: milione, miliardo;

NB

MP

NP

- nei nomi composti

MB

NB

campagna, bamb ino, lampone,

b enpensanti 23

Plurale -cie

-gie

Se prima della c o g c’è una vocale. ciliegia ciliegie

-ce

-ge

Se prima della c o g c’è una consonante. roccia rocce

Si usa SEMPRE QU CU CQU

QU

Eccezioni

CU

aquila quotidiano pasqua liquore quadro quale questo quanto

QQ

CC

cuoio soqquadro cuoco innocuo cuore scuola

taccuino

CQU

acqua acquario acquerelli acquitrino acquaio acquedotto

SCE

SCIE

SCE

SCIE

scienza coscienza usciere

pesce, scena, scemo,..

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Plurale

LE CONSONANTI DOPPIE Mettere la doppia consonante fa cambiare il significato di una parola:

rosa casa

cassa

rossa cassa

pala

tori

palla

torri

cane

sete

canne

sette

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note

poli

notte

polli

pani

capello

panni

cappello

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NON SI RADDOPPIANO MAI • le parole che finiscono in –bile:

terribile, nobile, abile, mobile

• le parole che finiscono in –gione: stagione, religione, prigione • le parole che finiscono in –zione: stazione, addizione, spiegazione • le consonanti iniziali del secondo elemento delle parole composte con sotto, contro, sottovaso, controcampo, dopotutto, dopo, oltre, anzi : oltretutto, anzitempo

SI RADDOPPIANO SEMPRE Le consonanti iniziali del secondo elemento delle parole composte con: • a, da, fra, su:

appieno, dappertutto, frapporre, suvvia

• contra, già, né, se, sopra, sovra:

contraccambio, giacché, neppure, semmai, soprattutto, sovrapposto.

• e, o:

oppure, eccedere, eppure

• i digrammi ch e gh:

scacchi, sacchi, agghiacciante

27

L’USO DELL’ACCENTO SI METTE L’ACCENTO: • Sulle parole formate da più sillabe, in cui l’accento cade sull’ultima sillaba: parlerò, caffè, Nicolò • Sulle parole: già, giù, può, ciò, più. - Ho già fame! - Scendo giù in giardino. - Chi può aiutarmi?

- Ripeti ciò che ho detto! - Non ne posso proprio più!

• Sulle parole formate da una sillaba sola per distinguerli da parole uguali ma con significato diverso: dà

da

verbo dare

La mamma mi dà sempre buoni consigli.



nome (giorno)

è

preposizione

Il gatto di Paolo ha il pelo bianco.

e

verbo essere

La mia amica è simpatica.



Ho comprato un album da disegno.

di

Il dì è formato dal 24 ore.

preposizione

congiunzione

Marco e Lucia corrono in bicicletta

la

avverbio di luogo

La gomma è là sul banco.

articolo

Dov’è finita la mia matita? 28



li

avverbio di luogo

Sono andato lì dove mi avevi detto, ma non c’erano.



Ho comprato dei libri nuovi: li leggerò tutti.

negazione

ne

Non mi piace né il caffè, né il latte.



se

pronome personale

congiunzione

Se stai attento è meglio!

si

avverbio di affermazione

Sì, vengo anch’io a vedere la partita!



pronome personale o avverbio

Lorenzo ha comprato dei panini e ne ha mangiati due.

Quel bambino vuole fare tutto da sé.



pronome personale

pronome personale

Piero si compra due gelati al giorno.

nome (bevanda)

te

Vuoi una tazza di tè al limone?

pronome personale

Ci vediamo da te domani.

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L’USO DELL’H • Dopo le lettere c e g davanti alle vocali e, i chilo,

ghiro,

chele,

ghepardo

possedere (Mario ha la moto)

• Se è verbo AVERE con significato di…

sentire sensazioni

(Ho fame)

verbi al passato (Hanno studiato) • Nelle esclamazioni:

ah, ahi, ahimè, oh, ohi, uh

• Nelle parole straniere:

hotel, hamburger, hardware

L’H NON SI USA •

Quando a, ai, rispondono alle domande: QUANDO?

DOVE?

Ieri sono tornato a mezzanotte.

Vieni a casa mia?

COME?

A CHI?

Mi piace la pasta ai gamberetti

Ho prestato il mio libro a Marco.

• Quando a è prima di un verbo all’infinito

(che finiscono con -are, -ere, -ire)

• Quando o ha il significato di oppure: • Quando anno indica un periodo di tempo: 30

Vado a bere un caffè Vuoi il gelato o la pizza? È finito l’anno scolastico

CORRETTO USO DELLE MAIUSCOLE La lettera maiuscola si deve usare: 1. Nella prima lettera di ogni frase. La casa di montagna è vicino a …. 2. Dopo il punto (.), il punto interrogativo (?), il punto esclamativo (!) Il sole è tramontato. Guarda! Vedi le nuvole rosse? 3. All’inizio del discorso diretto. Egli mi disse: “Tu sei un vero amico”. 4. Nei nomi propri di persona, di animale, di cosa, nei cognomi Lucia, Marco, Fido, Colosseo, Carminati, Colella, la Patria, la Libertà 5. Nei nomi geografici. Italia, Po, Bergamo, Garda, Alpi, Occidente, Atlantico, Meridione 6. Nei titoli dei libri, film, giornali e nelle opere d’arte. il Principe Felice, Spiderman, l’Eco di Bergamo, il Manifesto, la Divina Commedia, la Gioconda, …. 7. Nei nomi di feste e avvenimenti storici. Pasqua, Natale, Immacolata, Primo Maggio, Rivoluzione Francese 8. Nei nomi delle divinità. Dio, la Madonna, Allah, la Croce 9. Nei nomi dei secoli e millenni. l’Ottocento, il Duemila 31

10.

Nei nomi di costellazioni, pianeti e corpi celesti. il Sole, la Terra, il Capricorno, Saturno, la Luna

11.

Nei nomi di enti e società. lo Stato, la Camera dei Deputati, la Croce Rossa, il Telefono Azzurro

12.

Nelle sigle. l’ONU, USA, l’UE

13.

Nei nomi di popoli. gli Italiani, gli Etruschi, i Greci, i Francesi

La lettera maiuscola NON si deve usare: a. Nei nomi dei giorni, dei mesi e delle stagioni. giovedì, domenica, settembre, gennaio, inverno, primavera,…

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DIVIDERE LE PAROLE IN SILLABE Per dividere le parole in sillabe esistono regole precise e serve per andare a capo in modo preciso. Formano una sillaba e quindi NON SI DIVIDONO ™ una vocale + un dittongo che sono all’inizio della parola. a-mi-co

au-gu-ri

a-pe

™ una consonante + una vocale ca-sa

pe-ra

™ i dittonghi e i trittonghi. fiu-me

tuoi

pie-de

pia-no

chio-do

™ i gruppi di lettere che sono pronunciati come un solo suono ch, gh, gl, gn, sc + vocale. chi-lo

ghi-sa

fo-glio

ra-gna-te-la

sca-la

™ ci e gi + vocale pan-cia

cio-to-la

gio-co

™ s + una o due consonanti. co-sta

di-ma-gri-re

sta-dio

gri-do

33

giu-sto

li-sci

SI DIVIDONO SEMPRE ™ le vocali di uno iato. pa-u-ra

bi-en-nio

ma-e-stra

™ le consonanti doppie. sas-so

tet-to

scap-pare

™ due o più consonanti diverse. al-to

or-to

cal-do

™ se non ci sono parole che iniziano con queste consonanti.

con-ta-re

im-pos-si-bi-le

L’articolo con l’apostrofo formano un’unica sillaba con la sillaba iniziale della parola che segue: l’albero

dell’amica

l’al-be-ro

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del l’a-mi-ca

LA PUNTEGGIATURA Il PUNTO ( . ) indica una pausa più lunga di tutte le altre e si usa alla fine di una frase. Esempio: Lorenzo è andato al parco a giocare con gli amici e a mangiare il gelato. La VIRGOLA ( , ) indica una pausa breve e si usa: • per separare le parole in un elenco: Lorenzo ha invitato Laura, Iride, Paolo, Anna e Alessandro. • per isolare parti di una frase, degli incisi: Lorenzo, un bambino simpatico, vuole sempre giocare con gli amici. • per separare i diversi elementi di frase lunga: Luca ha cercato il numero di telefono di Gianni, gli ha telefonato e lo ha invitato alla festa. Il PUNTO E VIRGOLA ( ; ) indica una pausa di media durata e si usa per separare due frasi legate fra loro. Alla festa sono venuti tutti; siamo stati tanto felici di poter augurare un buon compleanno a Lorenzo. I DUE PUNTI ( : ) indicano una pausa breve e si usano: • quando si fa un elenco: Mi ricordo che mi sono divertita tanto: ho ballato, ho cantato, ho ascoltato musica, ho mangiato pizzette e ho bevuto succhi di frutta. • quando si inizia un discorso diretto: La maestra disse: “ Oggi spiego la moltiplicazione”. •

quando si fa un esempio: “Per esempio: Due mesi su una isola deserta! 35

Il PUNTO INTERROGATIVO ( ? ) indica una pausa lunga e si usa per fare una domanda. Con chi vai al cinema? A che ora mangi? Il PUNTO ESCLAMATIVO ( ! ) indica una pausa lunga e si usa per esprimere - meraviglia - un grido di dolore, - un ordine

oh, che bella giornata! ahi, che dolore! Silenzio!

I PUNTINI DI SOSPENSIONE ( … ) Si usano quando si interrompe una frase per dubbio, imbarazzo o per indicare parole che non sono state scritte. I primi giorni in un’isola deserta saranno pieni di emozione, ma dopo… Nel mio armadio ho tanti vestiti: cinque pantaloni, tre giacche, sei camicie, … Le VIRGOLETTE ( “frase” ) ( «frase» ) ( - frase - ) si usano per aprire e chiudere un discorso diretto. Luigi disse: “Oh, come è bella la primavera!”. Le PARENTESI ( ) si usano per isolare una spiegazione a ciò che si sta dicendo. Venezia (capoluogo del Veneto) è una città meravigliosa. Il TRATTINO ( - ) unisce due parole tra loro che non formano parole composte. Oggi c’è la partita Milan-Inter. Nord-Sud

36

Parte della grammatica che studia la forma delle parole delle parole e come cambiano le parole.

37

IL NOME Il NOME è una parte variabile (che cambia) del discorso. Il nome serve per indicare tutte le cose: oggetti, animali, persone, luoghi, sentimenti, idee.

NOMI COMUNI E NOMI PROPRI Il nome comune indica in modo generico una persona, un animale, un oggetto. Si scrive in minuscolo. Esempio: cane tavolo computer amico uomo

Il nome proprio serve a distinguere una persona, un animale, un oggetto da tutte le altre della stessa specie. Si scrive sempre in MAIUSCOLO. Esempio: Luigi Venezia Po Natale Bobi

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GENERE DEI NOMI

Il nome può essere:

maschile

femminile

Se indica persone o animali maschi.

Se indica persone o animali femmine.

(bambino, maestro, Paolo, cavallo, zio….)

(bambina, maestra, Paola, cavalla, zia,….)

• Nel femminile possono prendere come desinenza la -a bambino signore -essa

poeta leone

-trice direttore pittore -ina

gallo eroe

bambina signora poetessa leonessa direttrice pittrice gallina eroina

Sono maschili: - I nomi dei mesi - I nomi dei giorni della settimana (tranne la domenica) - I nomi delle piante (tranne la quercia, la vite) - I nomi dei fiumi (tranne quelli che finiscono in –a la Dora, la Senna) Sono femminili: - I nomi dei frutti (tranne il fico, il limone,…) - I nomi dei continenti (tranne l’Asia, l’Europa) - I nomi delle città (tranne Il Cairo) 39

• Ci sono nomi maschili che indicano persone di sesso femminile Maria Callas fu un soprano. • Ci sono nomi maschili che indicano sia persone di sesso maschile che femminile La signora Santisi è il sindaco di Seriate Il signor Tassetti è il sindaco di Almè • Ci sono nomi femminili che indicano sia persone di sesso maschile che femminile (la guida, la recluta, la sentinella, la guardia) Anna ci farà da guida Lorenzo ci farà da guida • Ci sono alcuni nomi che al femminile formano un vocabolo completamente diverso dal maschile. uomo padre marito fratello genero

Dio re gallo cane prete stregone

donna madre moglie sorella nuora

Dea regina gallina cagna suora strega

• Ci sono alcuni nomi che hanno un’unica forma per indicare sia il maschile sia il femminile: il pianista il cantante

la pianista la cantante

• Ci sono nomi che indicano sia il maschio sia la femmina di alcuni animali. la tigre maschio il leopardo maschio 40

la tigre femmina il leopardo femmina

• Ci sono nomi che, da un genere all’altro, assumono significati diversi:

il collo

la colla

l’oro

l’ora

il porto

il lama

il boa

la porta

la lama

il mento

la menta

il banco

la banca

il palo 41

la boa

la pala

il manico

il panno

la mela

la manica

il suolo

la panna

il pianto

il melo

la pera

42

la suola

la pianta

il pero

il velo

il cartello

il gambo

il palmo

la vela

il testo (libro)

la cartella

il busto

la gamba

il foglio

la palma 43

la testa

la busta

la foglia

NUMERO DEI NOMI

Il nome può essere:

singolare

plurale

Se indica una persona, un animale o una cosa considerata da sola.

Se indica più persone, più animali o più cose.

NOMI CHE TERMI NANO IN SINGOLARE femminile la matit-a -a maschile il problem-a

PLURALE le matit-e i problem-i

-o

femminile maschile

la man-o il tambur-o

le man-i i tambur-i

-e

femminile maschile

la fed-e il fucil-e

le fed-i i fucil-i

-ca -ga

femminile

la pan-ca la se-ga

le pan-che le se-ghe

-co -go

maschile

il ban-co il fun-go

i ban-chi i fun-ghi

-cia

la farma-cia le farma-cie la cami-cia le cami-cie se prima di cia c’è una vocale si mette la-i

-gia

la provin-cia le provin-ce la piog-gia le piog-ge se prima di gia e cia c’è una consonante non si mette la i

44

NOMI CHE HANNO PIÚ PLURALI E PIÚ SINGOLARI (sovrabbondanti) • I nomi che hanno una forma per il singolare e 2 forme per il plurale: singolare

plurale le ginocchia

il ginocchio i ginocchi

uguale significato

le lenzuola il lenzuolo i lenzuoli • I nomi che hanno 2 forme per il plurale: singolare

plurale i muri

il muro le mura

le ossa l’osso gli ossi

le braccia il braccio i bracci

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significati diversi

• I nomi che hanno 2 forme per il singolare: singolare

il frutto la frutta significati diversi la legna

il legno

• I nomi che hanno 2 forme per il singolare e 2 forme per il plurale: singolare

plurale

l’orecchio

le orecchie

l’orecchia

gli orecchi

46

uguale significato

• I nomi che hanno 2 forme per il singolare e 2 forme per il plurale: singolare

plurale

l’orecchio

le orecchie

l’orecchia

gli orecchi

uguale significato

Ci sono alcune eccezioni: singolare

plurale

l’uomo

gli uomini

il Dio

gli Dei

• I nomi che hanno il singolare maschile e il plurale femminile: singolare

plurale

l’uovo

le uova

il centinaio

le centinaia

il paio

le paia

il dito

le dita

• I nomi maschili che finiscono in –io :

se l’accento è sulla i se l’accento non è sulla i

singolare

plurale

zìo

zìi

foglio

fogli

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I NOMI CHE NON CAMBIANO AL PLURALE (invariabili) i nomi a una sola sillaba il re i re lo sci gli sci i nomi con l’accento finale la città le città il caffè i caffè i nomi con il singolare che termina in i l’analisi le analisi la crisi le crisi alcuni nomi che finiscono in a il gorilla i gorilla il cinema i cinema nomi femminili che finiscono in ie la serie le serie la specie le specie quasi tutti i nomi femminili che la radio le radio terminano in o i nomi accorciati la moto le moto la bici le bici i nomi stranieri il bar i bar il film i film alcuni nomi composti l’antinebbia gli antinebbia Eccezioni la moglie le mogli la superficie le superfici la mano le mani

NOMI CHE SI USANO SOLO AL SINGOLARE O SOLO AL PLURALE

(difettivi)

solo singolare

alcuni alimenti = il pepe, il burro, il miele le malattie = la varicella, il morbillo la sete, la fame il sangue alcuni nomi collettivi = il fogliame, la flora, la fauna

solo plurale

gli occhiali, i pantaloni, le forbici, le manette, gli spiccioli le ferie, le nozze, le stoviglie

48

NOMI CONCRETI E NOMI ASTRATTI Sono nomi concreti quei nomi che indicano persone, animali, cose che si possono toccare, vedere, annusare, sentire, ascoltare o che possono veramente esistere. Esempio: papà gatto profumo morbidezza cielo

Che bella borsa!

Sono nomi astratti quei nomi che indicano pensieri, sentimenti, idee, sensazioni, impressioni, cioè qualcosa che non si tocca, non si vede, ……… ma che possiamo percepire. Esempio: paura attenzione tristezza memoria

felicità forza bellezza stanchezza

Che felicità!

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Una PERSONA può esprimere:

SENTIMENTI o STATI D’ANIMO ALLEGRIA

TRISTEZZA

FELICITÁ

piena contentezza

TRANQUILLITÁ

SERENITÁ

GIOIA

stato di calma

ANSIA

mancanza di preoccupazioni

INQUIETUDINE

b ella sensazione che si prova quando si gode di un b ene o di una fortuna

SIMPATIA

agitazione causata da una grande preoccupazione

DISPIACERE

sentimento che attira verso una persona o una cosa

ANTIPATIA

AMORE

ODIO

RISPETTO

DISPREZZO

GRATITUDINE

CORAGGIO

costante ricordo del b ene ricevuto, e voglia i contraccambiare

TIMORE

la forza che serve per affrontare pericoli e sopportare dolori

insoddisfazione o agitazione sentimento che addolora e rende tristi

avversione involontaria per una persona o una cosa

sentimento di odio che si ha verso una persona per la quale non si ha nessuna stima stato di ansia, preoccupazione e paura.

PAURA

AFFETTO

NOIA

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stato di indifferenza che si prova quando non c’è interesse in quello che si sta facendo.

TIMIDEZZA

VERGOGNA

DUBBIO

forte disagio che si prova di fronte agli altri senso di tristezza e avvilimento che si prova quando si fa una cattiva azione incertezza nell’esprimere un giudizio sicuro e deciso

COLLERA

IRA

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rabb ia

improvvisa rabbia contro qualcuno

NOMI INDIVIDUALI E NOMI COLLETTIVI I nomi individuali indicano una sola persona, un solo animale, una sola cosa. Esempio: uomo pecora pino alunno suonatore

uomo

suonatore

pino

I nomi collettivi indicano un insieme di persone, di animali, di cose. Esempio: gente gregge pineta classe banda stormo mandria flora fauna

(un insieme di persone) (un insieme di pecore) (un insieme di pini) (un insieme di alunni) (un insieme di suonatori) (un insieme di uccelli) (un insieme di mucche) (un insieme di fiori) (un insieme di animali)

52

folla

stormo

banda

gente

mandria

sciame

gregge

pineta

flora

fauna

biblioteca

orchestra 53

NOMI COMPOSTI I nomi composti si formano unendo due parole distinte (nome, aggettivo, verbo).

NOME

+

NOME

AGGETTIVO

+

NOME

VERBO

+

NOME

VERBO

+

VERBO

AGGETTIVO

+

AGGETTIVO

AVVERBIO o PREPOSIZIONE

+

NOME

AVVERBIO

+

AGGETTIVO

NOME pesce

NOME +

AGGETTIVO

cane

mille

La pinna del pescecane spunta dall’acqua.

54

+

NOME piedi

Il millepiedi striscia sul tronco.

VERBO

NOME +

gratta

VERBO

cielo

bagna

Il grattacielo è un edificio molto alto.

AGGETTIVO piano

AVVERBIO

forte

sotto

Alessandro va a lezione del pianoforte.

AVVERBIO sempre

AGGETTIVO +

+

asciuga

Mi piace camminare sul bagnasciuga.

AGGETTIVO +

VERBO

verde

Nel mio giardino ho un albero sempreverde. 55

NOME +

scala

Vado a vedere se la valigia nel sottoscala.

Il plurale dei nomi composti. 1. Bisogna riconoscere le due parole (al plurale possono cambiare entrambi oppure una sola). 2. Individuare se c’è un verbo o una preposizione (che non cambiano mai). Parole componenti nome + nome

singolare pesce + spada

plurale pescispada

ferro + via capo + classe

ferrovie capiclasse

Regole per il plurale Si fa il plurale della parola-guida: pesce con la spada → pescispada via di ferro → ferrovie I nomi con la parola capo hanno forme diverse: capoclasse → capiclasse capostazione → capistazione capoluogo → capoluoghi capolavoro → capolavori Si fa il plurale di entrambe le parole Eccezione: palcoscenici

nome + aggettivo

cassa + forte terra + cotta

casseforti terrecotte

aggettivo + nome

mezzo + giorno basso + piano

mezzogiorni bassopiani

aggettivo +aggettivo

piano + forte chiaro + scuro

pianoforti chiaroscuri

Cambia solo da desinenza finale

verbo + nome maschile singolare

passa + porto para + fango

passaporti parafanghi

Il verbo non cambia, si fa il plurale solo con il nome.

verbo + nome femminile singolare

salva + gente cavalca + via

salvagente cavalcavia

Non cambiano

verbo + nome plurale

porta + penne guasta + feste

portapenne guastafeste

Non cambiano

verbo + verbo

sali + scendi dormi + veglia

saliscendi dormiveglia

Non cambiano

avverbio o preposizione + nome

dopo + pranzo sotto + scala

dopopranzo sottoscala

Non cambiano

avverbio + aggettivo

sempre + verde

sempreverdi

56

Si fa il plurale solo del nome Eccezione: mezzelune

Cambia solo la desinenza finale

NOMI “GENERALI” E “PARTICOLARI” I nomi che indicano una categoria hanno un significato ampio, generale. Esempio: La parola GIOCATTOLO indica, in maniera generale, tutti quei giochi che vengono usati dai bambini per divertirsi.

I nomi che indicano un preciso oggetto della categoria hanno un significato più ristretto, particolare. Esempio: Automobilina, pallone, robot, indicano, invece, con precisione di quale oggetto si tratta.

57

banana

mela

uva

anguria

FRUTTA

treno

nave

auto

MEZZI DI TRASPORTO

58

aereo

coniglio

topo

riccio

scoiattolo

RODITORI

farfalla

ape

coccinella

INSETTI

59

cavalletta

NOMI PRIMITIVI E NOMI DERIVATI Il nome è formato da una parte fissa, la RADICE, e da una parte variabile (che camb ia), la DESINENZA. Esempio:

ALBER radice

ALBER - I

O

desinenza

radice

desinenza

Queste parole hanno diverse desinenze e diverso significato. In questo caso cambia il numero. La O ci dice che si parla di un solo oggetto (singolare) La I ci dice che si parla di più oggetti (plurale)

ALBERO ALBERI

Le desinenze ci fanno capire anche il genere dei nomi, cioè se sono maschili o femminili. Esempio: BELL-A

BELL-O

femminile singolare

BELL-E

maschile singolare

femminile plurale

BELL-I maschile plurale

Se aggiungiamo, dopo la radice di una parola, delle particolari parolette, chiamate suffissi, otteniamo i NOMI DERIVATI. suffisso

aio

= chi lavora il vetro

eria

= luogo dove si lavora il vetro

ata

= grande finestra a vetri

ina

= struttura in vetro che contiene oggetti che devono essere esposti.

Vetr radice

Il nome da cui derivano le altre parole, si chiama NOME PRIMITIVO, perché è quello da cui hanno origine gli altri nomi. 60

COLL-O Nome primitivo

COLLANA nome derivato

COLLARE nome derivato

FRUTT-A Nome primitivo

FRUTTIVENDOLO nome derivato

FRUTTIERA nome derivato

61

FRUTTETO nome derivato

VETR-O Nome primitivo

VETRAIO nome derivato

colui che lavora il vetro

VETRERIA nome derivato

VETRATA nome derivato

luogo dove si lavora il vetro

grande finestra

VETRINA nome derivato

struttura che contiene oggetti da vendere

LATT-E Nome primitivo

LATTERIA nome derivato

luogo dove si vende Il latte

LATTICINI nome derivato

LATTANTE nome derivato

LATTAIO nome derivato

formaggi

bambino nato da poco

colui che vende il latte

62

NOMI PRIMITIVI

radice

uom

desinenza

o

NOMI DERIVATI

NOMI DERIVATI

Hanno un significato diverso da quello dei nomi primitivi da cui derivano.

prefisso radice (prima della radice)

desinenza

radice

nome primitivo = arma

dis

armat

o

nome primitivo = latte disarmato

lat

nome primitivo = capace (aggettivo)

in

capac

suffisso desinenza (dopo la radice)

e

icin

i

latticini

nome primitivo = vento

incapace

vent

agli

o

ventaglio

nome primitivo = dente

dent

ist

a

dentista

Alcuni prefissi come contra- e sopra- vogliono il raddoppiamento della consonante iniziale della parola a cui si uniscono. Esempio:

soprattutto

sopracciglio

contrappeso

contraddire 63

sopravvivere

NOMI ALTERATI I nomi alterati sono quei nomi che, aggiungendo i suffissi, non cambiano il significato del nome primitivo, ma solo la forma, o l’aspetto, o la dimensione.

GATT - INO suffisso

GATT - ONE GATT - O GATT - ACCIO

(radice)

GATT - UCCIO I suffissi possono essere:

DIMINUTIVI

per descrivere una cosa piccola.

- ino

giornalino

- ina

manina

- etto

giardinetto

- etta

borsetta

- icino

posticino

- icina

porticina

- ellino

fiorellino

- ellina

rosellina

- ettino

fiocchettino

- ettina

casettina

64

ACCRESCITIVI

per descrivere una cosa grande.

- ona

per il femminile

labbrona

casona

- one

per il maschile

nasone

librone

PEGGIORATIVI O DISPREGIATIVI - accio

castellaccio

- astro

topastro

per descrivere una cosa brutta.

- onzolo

mendiconzolo

- uncolo

ladruncolo

- accia

parolaccia

- iciattolo

vermiciattolo

- uncola

maestruncola

- aglia

gentaglia

65

VEZZEGGIATIVI

per descrivere una cosa carina, simpatica.

- ello

secchiello

- ella

- icello

fiumicello

- icella

cordicella

- erello

fuocherello

- erella

pioggerella

- uccio

cavalluccio

- uccia

boccuccia

- uzza

pietruzza

Quindi: DIMINUTIVO ragazz-ino da un nome

ACCRESCITIVO ragazz-one VEZZEGGIATIVO ragazz-etto PEGGIORATIVO ragazz-accio

66

gallinella

I FALSI ALTERATI Ci sono dei nomi che sembrano alterati, ma non lo sono.

burrone

bottone

aquilone

(non è l’accrescitivo di b urro)

torrone

mattone

lampone

(non è l’accrescitivo di torre)

peperone

focaccia (non è il dispregiativo di foca) 67

tacchino

mulino

pulcino

(non è il diminutivo di tacco)

merletto

rubinetto

(non è il vezzeggiativo di merlo)

68