La Consapevolezza - Le Connessioni Inattese

4 downloads 342 Views 128KB Size Report
13 mar 2012 ... strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci ... Da: L'ultima lacrima (1994) – Stefano Benni.
Racconti di Viaggio – 6

La Consapevolezza

L’Inviato Visitai paesi lontani per trovare la rabbia ma fui sempre un ricco tra i poveri e tornavo a parlarne un po’ abbronzato. Fui abbastanza sincero e mai troppo bugiardo ma il coraggio, quello vero non lo trovai mai. Ora dirigo un prestigioso giornale i miei amici dicono che non ho più amici ma ho una grande collezione di cappelli esotici di liquori forti di foto di morti Da: Ballate (1991) – Stefano Benni ..........................................................................................................................

1

COINCIDENZE C’erano nell’ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall’altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant’anni, l’uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l’uomo parlò: - Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto. - Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta. - Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore. - Sí, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo. - Proprio cosí. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me. - Avevo notato anch’io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch’io faccio lo stesso. -È davvero incredibile: in piú, ogni volta ho l’impressione che il mio cuore batta piú in fretta. - È davvero singolare, signore, è cosí anche per me, e inoltre mi tremano le mani. - È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole… - Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore piú vivido? - Lei ha esattamente descritto il mio stato d’animo. E in questo stato d’animo, io mi metto a fantasticare… - Un’altra coincidenza! Anch’io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue… - Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano «il battello dell’amore». - La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un po’ melanconico, non so perché, io poso la testa sulla sua spalla. - E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l’ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e… - E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice… - … Beati voi, beati voi… Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava. Poi lui disse: - Io credo, signorina, che una serie cosí impressionante di coincidenze non sia casuale. - Non lo credo neanch’io, signore. - Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola. - Certo, non possono essercene altre. - La ragione è - disse l’uomo sospirando, - che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave. - Proprio cosí - sospirò la signorina, - bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvenimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita. - In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare. 2

- Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo. - Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo. - Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere. - La saluto, gentile signorina. - La saluto, cortese signore. E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada. Da: L’ultima lacrima (1994) – Stefano Benni .................................................................................................................... Per i protagonisti dei racconti di Paul Auster il viaggio non è sempre frutto di una decisione razionale, ma spesso per loro agisce il richiamo del “cupio dissolvi”. Il protagonista, Jim Nashe, eredita un’ imprevista fortuna e, a bordo di una Saab rossa, si lascia trasportare dal fascino della strada fin quando il caso non lo porterà verso il nulla …

Aveva detto loro che contava di tornare in Massachussetts, ma, senza sapere come, si trovò ben presto a viaggiare nella direzione opposta. Questo avvenne perché mancò la rampa di accesso all’ autostrada (un errore abbastanza comune) ma, invece di fare trenta chilometri in più per prendere l’autostrada nella direzione giusta, imboccò impulsivamente la rampa successiva ben sapendo che aveva preso la strada sbagliata. Fu una decisione improvvisa e non premeditata ma, nel breve tempo che passò tra le due rampe, Nashe si rese conto che non c’era differenza, che in fondo le due rampe erano una sola. Da “La musica del caso - Paul Auster .......................................................................................................

Cosa significa viaggiare e a cosa serve viaggiare? Qualsiasi tramonto è il tramonto, non occorre andarlo a vedere a Costantinopoli. Non sbarchiamo mai da noi stessi. Non arriviamo mai ad essere altri se non diventando altri attraverso l'immaginazione sensibile di noi stessi. I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo, perché così, essendo i loro Dei, noi li vediamo come essi sono veramente, cioè come sono stati creati. Nessuna delle sette parti del mondo è quella che mi interessa; è l'ottava quella che io percorro, ed essa è mia. Colui che ha varcato tutti i mari ha varcato soltanto la monotonia di se stesso. Ho già varcato più mari di tutti. Ho già visto più montagne di quelle che esistono sulla terra. I grandi fiumi di nessun mondo sono passati assoluti, sotto i miei occhi contemplativi. Se io viaggiassi troverei la brutta copia di ciò che ho visto senza viaggiare. Gli altri visitano paesi come anonimi pellegrini. Nei paesi che ho visitato non sono stato solo il piacere segreto del viaggiatore incognito, ma la maestà del Re che vi regna e il popolo che vi abita e tutta la storia di quella nazione. Gli stessi paesaggi, le stesse case li ho visti, perché io sono stato loro, fatti in Dio con a sostanza della mia immaginazione. Da: Pessoa - Libro dell'inquietudine .................................................................................................................

3

Il Continente in noi stessi Un proverbio indiano dice: “Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso” e per me è stato davvero così. Per un viaggiatore non è solo la meta, ma il viaggio stesso che conta. Per il turista è vedere il posto, per il viaggiatore è vivere anche il tragitto. Molte delle mie esperienze più curiose ed entusiasmanti sono accadute proprio durante i tragitti. Il viaggiatore ama perdersi, anzi il suo desiderio è proprio quello di perdersi, è munito di curiosità e spirito di adattamento, cerca di adeguarsi al luogo, alla cultura del popolo che visita, cerca di entrare in contatto con loro. Trovo che ogni viaggio è un’esperienza che ti forma, è un tassello per conoscere il puzzle del mondo, avvicina ciò che è lontano. Puoi trovare anche un po’ di se stesso in ogni piccolo pezzettino di mondo. Praticamente si trova fuori quello che si è sempre cercato dentro. Ogni volta che torno da un viaggio vedo tutto in un’altra prospettiva, vedo il mio vecchio mondo con occhi nuovi, e mi sento sempre un po’ cambiata, sento di aver aggiunto nuovi colori al mio animo, non si può tornare alla vita precedente come se nulla fosse. Il viaggio è una scorciatoia per la comprensione della natura umana. Quando si va via si è obbligati ad osservare più attentamente quello che altrimenti ci sfuggirebbe. Naturalmente si possono percorrere migliaia di chilometri nella vita e mai scalfire la superficie dei luoghi, né imparare nulla dalla gente. Bisogna fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare. Questo vale naturalmente anche per il nostro viaggio nella vita. Marcel Proust diceva: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” e Tagore lo dice ancora meglio: “Per molti giorni, per molti miglia e con molte spese Per vedere molti paesi Sono andato a vedere monti Sono andato a vedere il mare Ma a due passi di casa quando ho aperto Gli occhi non ho visto una goccia di rugiada sopra una spiga di grano.” (....) Un’altra cosa che mi attira dei viaggi – specialmente considerando la mia età – è che viaggiando si allunga il tempo. Ci avete mai pensato al fatto che non c’è niente che restringa lo spazio vitale come la ripetizione dei gesti, delle abitudini. Il tempo delle abitudini mi appare eterno, ma nel ricordo ha la durata di un attimo. Il tempo della diversità, del pericolo, del nuovo, dell’inaspettato al contrario è breve e fuggevole. Ma visto a distanza si allunga all’infinito. La contrazione è data dalla ripetizione e dalla mancanza di sorprese, buone o cattive che siano. La dilatazione esplode dalle sorprese inattese, dagli incontri imprevisti, anche, perché no, dalla paura del futuro e dei suoi trabocchetti Ogni volta che mi metto in viaggio provo un grande entusiasmo, un senso di libertà di arrivare in posti dove non conosco nessuno, dove posso ispirare l’odore di altri paesi (sì, perché ogni paese ha un suo odore), trovare nuovi stimoli, sento la curiosità di arrivare dove finiscono le strade, di scoprire cosa si nasconde al di là della montagna. Kirsten Lonegren Caruso Da: Psicosintesi n. 16 Ottobre 2011 .................................................................................... 4

Terra di gabbiani Vorrei ali di gabbiano per superare ampi spazi in questo paese senza tempo e vestirmi di una veste senza tempo e aleggiare nei castelli per bere il soffio dello Spirito del calice del Graal. La tua coppa la tua coppa è pronta bevila tutta,. Il sapore dolce e amaro lo hai preparato tu attimo dopo attimo giorno dopo giorno. A nulla serve, imprecare, maledire addurre a questo o a quello. L'hai preparata tu con le tue stesse mani. Se è troppo amara chiudi gli occhi e bevila tutta, in un sorso ti sembrerà meno amara. E quando il tuo corpo ne sarà completamente ebbro lascia che muoia l'uomo vecchio perché possa risorgere l'uomo nuovo. Bevila fino in fondo. Nunzia D’Amore

MARTEDI’ 13 marzo 2012

5