Outdoor Training ed intelligenza emotiva - Formazione-esperienziale.it

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6 ott 2008 ... validità dei concetti proposti da Goleman, l'Outdoor Training si pone ... Dunque: l' intelligenza emotiva si può insegnare attraverso l'Outdoor ...
ottobre 2008

Outdoor Training ed intelligenza emotiva di Anna De Marziani tratto da www.ticonzero.it

L'ultimo slogan nel campo della formazione esperienziale sembra essere quello dell'"intelligenza emotiva". Tra formatori si discute appassionatamente su questa nuova definizione di competenza comportamentale, se sia specchio di un'esigenza reale o solo frutto della moda del momento e soprattutto se e come si possa insegnare ad essere intelligenti dal punto di vista emotivo. Per quanto riguarda la seconda questione, sono convinta che la metodologia outdoor sia un ottimo veicolo per infondere negli individui quelle capacità che Goleman indica come caratteristiche dell'intelligenza emotiva. Per quanto riguarda la questione della reale validità dei concetti proposti da Goleman, l'Outdoor Training si pone nella scia della Scuola delle Relazioni Umane e quindi di tutti quei metodi formativi che ritengono sia più importante insegnare ai manager come "saper essere" piuttosto che un semplice "sapere" o "saper fare": di conseguenza, lo stimolo proposto dall'autore ad una formazione più comportamentale che tecnico-specialistica è per noi solo un'ulteriore conferma dei nostri convincimenti in materia. Dunque: l'intelligenza emotiva si può insegnare attraverso l'Outdoor Training? A mio parere, certamente! Le definizioni dell’intelligenza emotiva si sprecano. Goleman la definisce come "un termine che include la capacità di riconoscere le proprie emozioni e di controllarle, di essere entusiasti e perseveranti, nonché la capacità di automotivarsi". Prima di lui, Gardner aveva formulato il concetto di "intelligenza multipla", includendo in esso non solo le capacità cognitive standard (intelligenza verbale, spaziale, logico-matematica) ma anche le capacità emotive, da lui divise in interpersonali (capacità di comprendere gli altri e di cooperare) ed intrapersonali (capacità di formulare un modello veritiero di se stessi e di usarlo per avere successo nella vita). Secondo Cooper "l'intelligenza emotiva è l'abilità di provare, capire ed utilizzare efficacemente la potenza delle emozioni" e secondo Simon e Simon "l'intelligenza emotiva sono i bisogni emotivi, le spinte all'azione ed i valori veri che determinano i comportamenti espliciti". Infine Salovey e Mayer definiscono questo tipo di intelligenza come "la capacità di controllare le proprie ed altrui emozioni e di utilizzare le emozioni per guidare pensieri ed azioni". Carattere comune di tutte queste definizioni è il fatto che, come anche Goleman riconosce, l'intelligenza emotiva è una meta-capacità, ossia una capacità che determina quanto bene riusciamo ad utilizzare le nostre altre abilità. Dalla definizione che abbiamo dato più sopra di Outdoor Training risulta evidente che anche questo tipo di formazione è nato per sviluppare meta - capacità, quindi possiamo concludere che l'Outdoor Training sviluppa l'intelligenza emotiva.

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Questa coincidenza di obiettivi formativi risulta ancor più evidente se si confrontano i curricola dei corsi di Sviluppo del Sè citati da Goleman in Appendice alla sua opera e quelli dei progetti standard di Outdoor Training. Goleman infatti fra le componenti principali del Curriculum della Scienza del Sè riporta: • Capacità di decidere • Capacità di gestire i propri sentimenti e di controllare lo stress • Capacità di essere empatici e di comunicare • Capacità di essere responsabili, sicuri di se', di autoaccettarsi • Capacità di saper entrare nella dinamica di gruppo e di gestire i conflitti. • roprio come gli obiettivi principali di un corso di Outdoor Training sono: • Imparare a decidere e a risolvere i problemi con il tempo e le risorse disponibili • Imparare ad affrontare rischi calcolati e a gestire lo stress • Imparare a comunicare in gruppo e ad accettare le diverse opinioni e mentalità • Rinsaldare la fiducia in se stessi • Imparare tecniche e comportamenti funzionali al lavoro di gruppo. Inoltre, i cinque ambiti principali dell'intelligenza emotiva citati da Goleman, che si richiama alla definizione data da Salovey, sono: • AUTOCONSAPEVOLEZZA (capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta per poi utilizzarlo per capire le nostre preferenze o avversità durante il processo decisionale); • AUTOCONTROLLO (capacità di gestire le proprie emozioni in modo che esse ci aiutino piuttosto che ostacolarci nello svolgimento delle nostre azioni); • AUTOMOTIVAZIONE E MOTIVAZIONE (capacità di dominare ed indirizzare le proprie emozioni e al propria energia interiore per raggiungere uno scopo); • EMPATIA (capacità di riconoscere le emozioni altrui e di sintonizzarsi con esse); • ABILITA' SOCIALI (capacità di gestire le relazioni, dominando la propria emotività, leggendo le situazioni sociali e sapendo interagire senza attriti). Tutti e cinque questi ambiti sono quelli in cui l'Outdoor Training viene applicato con successo ormai da molti anni. A dimostrazione di ciò, esamineremo ogni ambito dell'intelligenza emotiva collegando ad esso le attività outdoor specifiche per il potenziamento di quella determinata abilità. Autoconsapevolezza Tutti gli esercizi di risk taking hanno come obiettivo principale l'insegnamento della capacità di capire se stessi e le proprie reazioni per saperle gestire nei momenti di ansia e di difficoltà. In particolare, nei momenti di feedback che si tengono al termine di ogni attività, noi siamo soliti soffermarci con i partecipanti sull'importanza di dare un nome a quello che hanno provato e a come si sono sentiti prima, durante e dopo l'esercizio, una modalità di procedere che anche Goleman riporta fra le più efficaci per acquisire autoconsapevolezza. In questo modo, infatti, l'individuo acquisisce la capacità di verbalizzare le proprie emozioni e quindi di riconoscerle e di dominarle: si conosce una cosa, e di conseguenza la si possiede, solo se si conosce il suo nome. Così, l'Outdoor Training rende l'individuo più autonomo e più consapevole delle proprie scelte: proprio come una persona che va in un paese straniero e conosce la lingua può agevolmente soddisfare i suoi bisogni, allo stesso

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modo una persona che sa come si sente quando è in preda alla paura, all'ansia o allo scoraggiamento può scegliere i comportamenti adeguati per uscire da questa situazione. Gestione delle emozioni Fra le emozioni che ci turbano più profondamente e che sono causa di quello che LeDoux chiama "sequestro neurale", ossia un'improvvisa sospensione della nostra capacità di pensare razionalmente dovuta al nostro sistema limbico, che in situazioni di pericolo reagisce immediatamente ed istintivamente, facendoci comportare in modo troppo impulsivo o completamente inadeguato alla situazione che stiamo vivendo, Goleman individua la collera, l'ansia e la tristezza, intesa come eccessiva malinconia che porta alla depressione. Egli sostiene che il nostro benessere psicologico deriva essenzialmente dalla nostra capacità di instaurare un rapporto positivo fra emozioni positive e negative e che quindi per stare bene con noi stessi dovremmo innanzitutto riuscire a controllare queste emozioni negative. In effetti, questa considerazione balza immediatamente agli occhi di qualsiasi persona che osservi le attività di un corso di Outdoor Training: nessuno degli esercizi da noi proposti può essere condotto fino alla fine con successo se il gruppo dei partecipanti si lascia sopraffare da collera, ansia o scoraggiamento. Anzi, le situazioni che si creano grazie alle attività di Outdoor sono state studiate apposta per indurre i partecipanti a fronteggiare e a controllare questo tipo di emozioni. In particolare, per quanto riguarda l'ansia, nell'attività di orienteering il controllo di questa emozione è il presupposto fondamentale per poter iniziare il percorso, che è sconosciuto ai partecipanti e per di più si attua in un ambiente per loro inusuale (nel bosco o in campagna) avvalendosi di strumenti (bussola, cartina topografica) che loro non sono soliti usare. In questa situazione è logico farsi assalire da una certa preoccupazione per l'ignoto che deve però essere dominata per poter decidere razionalmente qual è la strada giusta da seguire. Le attività di risk taking, come abbiamo già sottolineato, sono nate per insegnare ai partecipanti a controllare e a dominare la paura del vuoto e l'ansia di affrontare una prova. Negli esercizi di warm-up, svolti all'inizio di ogni corso, i partecipanti devono superare l'ansia di sentirsi ridicoli e di apparire goffi di fronte ai loro colleghi, perché sono chiamati ad utilizzare oggetti che ricordano i giochi dei bambini. Sempre all'inizio del corso, poi, noi facciamo eseguire ai partecipanti la trust sequence, che si compone di una serie di esercizi dove i partecipanti imparano a fidarsi dei propri compagni, anche controllando l'ansia ed il timore del contatto fisico reciproco. Per quanto riguarda la collera, gli esercizi di team building per eccellenza, quali le costruzioni ed i problem solving, impongono al singolo di tenere a bada i propri sentimenti negativi verso gli altri suoi colleghi, per portare tutto il gruppo ad avere successo nella prova. Questi esercizi fanno appello alla capacità dei membri del gruppo di stemperare i potenziali conflitti, sostituendo il raggiungimento del proprio personale benessere con quello del gruppo. In particolare, nelle costruzioni il momento più delicato è il passaggio dal progetto realizzato sulla carta alla realtà di dover assemblare qualcosa servendosi di chiodi e di corde ed è in questo momento che le persone devono appellarsi alla loro capacità di calmarsi e di dominarsi per riconsiderare la situazione e porvi rimedio. Nei problem solving invece l'individuo è chiamato a tenere a freno l'impulso a voler prevalere ad ogni costo sugli altri: i problemi sono infatti strutturati in un modo per cui la soluzione può essere trovata solo tramite l'apporto attivo e la collaborazione di tutti i membri del gruppo.

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Infine, è stato dimostrato (e anche Goleman ne parla) che la socializzazione è uno dei principali antidoti alla tristezza ed alla voglia di lasciarsi scivolare nella malinconia, così come l'attività fisica produce effetti anti-depressivi anche su persone soggette a questo disturbo. Tutti gli esercizi di Outdoor Training, poi, stimolano i partecipanti a far uso del proprio pensiero positivo e fin dall'inizio del corso li si stimola ad accettare le diverse situazioni con uno spirito entusiasta e proattivo. In ultimo, Damasio sottolinea come il controllo delle emozioni sia garanzia di un adeguato processo decisionale e nell'Outdoor Training imparare a decidere da soli o in gruppo è la capacità fondamentale da utilizzare per avere successo. Infatti negli esercizi di risk taking la decisione da prendere spetta in ultima analisi all'individuo: • affronto la prova o no? mi fido delle mie capacità e degli strumenti che ho a disposizione? • nei problem solving e nelle costruzioni la decisione spetta al gruppo: come si arriva tutti insieme all'obiettivo? • nell'orienteering la decisione sul percorso da seguire per arrivare alla meta spetta all'individuo, che però deve ottenere il consenso del suo gruppo. Motivazione Dalla mia esperienza di corsi di Outdoor Training, anche io, come Goleman, sono profondamente convinta che la capacità di coltivare ottimismo e speranza sul futuro, ossia di controllare gli impulsi dispersivi, di sforzarsi di migliorare continuamente e di non arrendersi possa e debba essere insegnata se vogliamo che gli individui abbiano successo in quello che fanno. Goleman parla di insegnare alle persone la "self-efficacy", ossia la capacità di reagire positivamente alle sconfitte e di non demordere in vista dell'obiettivo da raggiungere. Gli esercizi di Outdoor a nostro parere riescono anche ad andare oltre questo concetto: per noi infatti l'obiettivo è insegnare la "group-efficacy", ossia la capacità, non solo di un individuo preso singolarmente, ma di un individuo inserito in un contesto di gruppo, di arrivare agli obiettivi assegnati al gruppo senza che si alteri il clima interno di empatia, entusiasmo e fiducia in se stessi e nei propri compagni. In più, Goleman indica come espressione di massima efficacia operativa per l'individuo il riuscire ad entrare nel cosiddetto "stato di flusso". Per giungere a questa condizione, in cui la persona si disinteressa di se' e delle sue preoccupazioni per dedicarsi unicamente all'obiettivo da conseguire, è necessario che l'individuo si impegni in attività che per essere portate a termine richiedono la massima concentrazione. E' stato dimostrato che per ottenere questo effetto, le attività devono avere due caratteristiche: 1. essere inusuali per la persona che le sta facendo, non ordinarie, 2. richiedere all'individuo un certo sforzo per compierle, anche fisico. Bene: queste sono proprio le caratteristiche principali delle attività di Outdoor Training! Empatia L'empatia, ossia la capacità di capire l'altro, sintonizzandosi sulle sue emozioni ed interagendo con lui senza pregiudizi ma con il desiderio di conoscerlo a fondo, è la capacità-base che noi sviluppiamo all'inizio dei corsi di Outdoor Training che hanno come obiettivo formativo il team building. Nel percorso di crescita che porta un gruppo di individui a diventare un team di successo, infatti, la prima tappa è sviluppare all'interno del gruppo un clima di apertura e di empatia. Ecco perché all'inizio dei nostri corsi noi

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collochiamo sempre esercizi sulla comunicazione interpersonale e di gruppo e la trust sequence, che enfatizzano la capacità di cogliere i messaggi non verbali nell'ambito di un lavoro di gruppo. Inoltre, uno degli assunti su cui si basa la formazione esperienziale è spronare i partecipanti a dare la loro valutazione sulle attività svolte, in termini di come si sono sentiti e di che cosa ha funzionato e cosa no. Nell'Outdoor Training questo momento è stato istituzionalizzato nel tempo per il feedback che lasciamo sempre dopo ogni esercizio: in esso i partecipanti si scambiamo le loro impressioni ed i loro commenti senza però poter scatenare il contraddittorio all'interno del gruppo; infatti questo è il luogo in cui devono cercare di conoscersi e capirsi meglio, di non entrare in conflitto, di avere la possibilità di esprimersi liberamente, in una parola, di essere empatici nei confronti dei loro colleghi. Abilità sociali Abbiamo già sottolineato come il team building, e di conseguenza lo sviluppo delle capacità relazionali o "abilità sociali", sia il campo in cui l'Outdoor Training viene utilizzato da più tempo e con ottimi risultati in termini di raggiungimento dell'obiettivo formativo. Come ha infatti giustamente sottolineato Druker, "i gruppi diventeranno l'unità di lavoro al posto dell'individuo" e le aziende in cui questo processo è già in corso si rivolgono sempre di più alla formazione Outdoor per insegnare ai loro collaboratori le capacità fondamentali per lavorare in gruppo. Goleman indica tre aspetti cruciali per potenziare le abilità sociali: 1. la capacità di dare e ricevere feedback 2. la capacità di creare un clima aperto che incoraggi l'espressione delle differenze 3. la capacità di entrare a far parte di un network, ossia della rete di relazioni informali che si sviluppa in ogni azienda e che è vitale per il reperimento delle informazioni rilevanti. Tutti gli esercizi di Outdoor Training mirati allo sviluppo di gruppi di lavoro efficienti ed efficaci, che noi chiamiamo team di successo, (quindi i problem solving, le costruzioni, l'orienteering, ma anche gli esercizi iniziali come i warm-up, gli esercizi sulla comunicazione, la trust sequence) si propongono lo sviluppo di queste tre capacità, inquadrandole in un modello di crescita dei gruppi di lavoro più ampio. Noi infatti, rifacendoci al modello di sviluppo dei gruppi proposto da Quaglino, riteniamo che un gruppo diventa un team di successo solo quando al suo interno si siano potenziate e sviluppate in modo equilibrato sia la capacità relazionale, che quella emotiva, che quella operativa (v.fig.1).

FIGURA 1

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Le abilità sociali o relazionali diventano allora sono un aspetto che condiziona il lavoro in team: per conseguire con successo i propri obiettivi i gruppi non solo devono essere competenti dal punto di vista delle capacità "soft" (emotive e relazionali), ma devono anche riuscire a potenziare le loro abilità operative, ossia le capacità "hard" del lavorare in gruppo (chiarezza dell'obiettivo, definizione di una strategia, decisione sul metodo e sulle risorse da utilizzare, gestione del tempo...). Per riuscire ad arrivare all'equilibrio fra le tre componenti, il gruppo deve dotarsi di una leadership riconosciuta: a questo proposito, una delle attività Outdoor più efficaci per insegnare quali devono essere le doti di un leader è l'orienteering, che si propone di potenziare proprio quelle che Gardner identifica come "componenti dell'intelligenza interpersonale" e che Goleman vede come basi dell'intelligenza sociale e come essenza della leadership: • capacità di analisi della situazione (nell'orienteering il primo problema è leggere la cartina ed in base ad essa decidere dove andare); • capacità di stabilire un legame all'interno del gruppo (se non c'è empatia e fiducia nel gruppo, i partecipanti non riusciranno mai a decidere dove andare); • capacità di negoziare soluzioni (nell'orienteering è il capogruppo che decide dove andare, ma con il consenso del gruppo); • capacità di coordinare gli sforzi (nell'orienteering i tempi in cui giungere alle varie tappe sono ben definiti e quindi è molto difficile che il gruppo li rispetti se non si divide i compiti dandosi dei ruoli al proprio interno). Conclusioni Possiamo affermare che i corsi basati sulla metodologia Outdoor, quando essa viene applicata rigorosamente e non come occasione di svago, danno risultati di apprendimento non solo in termini di competenze emotive, ma anche di competenze relazionali che costituiscono la base dell'intelligenza emotiva, cosi come Goldman la definisce. L'Outdoor Training è allora uno degli strumenti più validi per veicolare questo tipo di intelligenza perché si basa sulla convinzione che l'uomo sia un insieme di razionalità e di passione e che non si riuscirà mai ad ottenere il massimo da un individuo se non si terranno in considerazione le sue emozioni.

Note sull’autore Anna De Marziani ha lavorato presso la divisione di Human Resources di alcune aziende multinazionali fino all’incontro con Giovanni Paolino con il quale ha fondato la società Action Learning di Sona (VR) e scritto il libro “Fuori dalle aule, fuori dagli schemi” edito dal Francoangeli (2005) [email protected]

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