Provincia di Ravenna

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28 gen 2009 ... Gen 2009. Alla ricerca dell'Isola di Nim. Castel Bolognese Moderno. Gen 2009. Il cacciatore di aquiloni. Cervia. Ulrico Sarti. Gen 2009. I Vicerè.
Assessorato Beni e Attività Culturali in collaborazione con C.S.A. di Ravenna Distretti Scolastici n. 39, 40, 41 AgisScuola

cinemAscuola

Provincia di Ravenna

proposte didattiche sul cinema per le scuole della provincia di Ravenna anno scolastico 2008/2009 programma per le scuole elementari, medie inferiori e superiori dei Comuni di Alfonsine Brisighella Castelbolognese Cervia Conselice Faenza Massa Lombarda Ravenna Riolo Terme

indice Presentazione

p. 3

Premessa

p. 4

Note operative

p. 6

Laboratori CinemAscuola a.s. 2008/2009

p. 8

Calendario proiezioni CinemAscuola a.s. 2008/2009

p. 9

I film selezionati da Agiscuola per l’anno scolastico 2008/2009

p. 54

Schede critiche e sinottiche:

film in ordine alfabetico Alla luce del sole .......................................................................................... p. 11 Alla ricerca dell’Isola di Nim.................................................................... p. 14

;

Bee Movie ...................................................................................................... p. 18 Bolt – Un Eroe a 4 zampe........................................................................... p. 21 Il Cacciatore di Aquiloni ........................................................................... p. 22 I Vicerè........................................................................................................... p. 26 Juno ................................................................................................................ p. 31 Kung Fu Panda ............................................................................................ p. 34 La Classe – Entre les Murs ........................................................................ p. 35 La Volpe e la bambina................................................................................ p. 40

Madagascar 2................................................................................................ p. 43 Ratatouille .................................................................................................... p. 44 Rosso come il cielo ...................................................................................... p. 47 Rosso Malpelo .............................................................................................. p. 50 Wall-E ............................................................................................................. p. 52

Si ringraziano per la collaborazione i Presidenti e il personale dei Distretti Scolastici della provincia e tutti gli insegnanti responsabili delle attività cinematografiche per le scuole di ogni ordine e grado che hanno permesso di costruire il progetto CinemAscuola per l’anno scolastico 2008/2009. Pubblicazione a cura del Settore Beni e Attività Culturali della Provincia di Ravenna, U.O. Attività Culturali e Spettacolo Progetto:

CinemAscuola 2008/2009

Coordinamento:

Cantarelli Rosella, Simona Mascellani - Provincia di Ravenna

Collaboratori:

Rosanna Ioffredo – Comune di Alfonsine Aurea Bettini – Comune di Brisighella Wilmer Quadalti – Comune di Casola Valsenio Alma Rivola – Comune di Castel Bolognese Stefania Fongoli – Comune di Cervia Stefania Bartolini – Comune di Conselice Loriana Zambelli, Daniele Ballanti – Comune di Cotignola Manola Dapporto – Comune di Faenza Daniela Guerrini – Comune di Lugo Ivo Scarpetti – Comune di Massa Lombarda Donatella Mazza – Comune di Ravenna Mirella Borghi – Istituzione Istruzione e Infanzia - Comune di Ravenna Antonella Caranese – Comune di Riolo Terme Emilia Emiliani – Comune di Russi Consuelo Tellarini – Comune di Solarolo

Cura redazionale: Simona Mascellani Stampato presso il Centro Stampa della Provincia di Ravenna: nel mese di Dicembre 2008

presentazione

 

Proseguendo nell’impegno assunto negli anni passati, la Provincia di Ravenna propone a tutte le scuole presenti nel proprio territorio il progetto CinemAscuola per l’anno scolastico 2008-2009, realizzato grazie alla preziosa collaborazione dei Comuni, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Ravenna e dei Distretti Scolastici di Ravenna, Lugo e Faenza. L’obiettivo, che gli Enti promotori si erano prefissati fin dal lontano 1990, di portare giovani e giovanissimi al cinema e di diffondere la cultura cinematografica nelle scuole grazie a laboratori didattici, è in piena realizzazione. Quest’anno è stata programmata la visione di 15 lungometraggi, per complessive 19 proiezioni in diverse sedi sul territorio provinciale, continuando il trend negli anni scorsi. A consuntivo della stagione 2007/2008, con interventi della Provincia e dei Comuni in convenzione, che congiuntamente coprono il 50% dei costi dei laboratori didattici, si sono potuti finanziare tutti i progetti di laboratorio didattico sul cinema presentati dalle scuole di ogni ordine e grado, per una spesa complessiva di oltre 28.000 Euro, realizzando interventi per la formazione del pubblico di domani per più di 500 ore di lezione e con l’impegno di oltre 600 studenti. Ma il progetto CinemAscuola non sarebbe stato realizzato in maniera capillare senza la fattiva collaborazione dei Comuni del territorio ed in particolare di Ravenna, Alfonsine, Brisighella, Faenza, Cotignola, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Cervia, Riolo Terme, Massa Lombarda, Conselice, Russi, Lugo e Solarolo che hanno accolto con sensibilità la proposta dell’Assessorato alla Cultura della Provincia e dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Ravenna. Ricordiamo inoltre l’apporto critico di Agiscuola, la disponibilità degli esercenti delle sale cinematografiche coinvolte nel praticare un prezzo agevolato agli studenti-spettatori, l’indispensabile collaborazione dei Distretti Scolastici per la preparazione nell’organizzazione dell’intero progetto e l’entusiasmo con cui gli insegnanti e le Scuole di ogni ordine e grado hanno aderito all’iniziativa proponendo i film che, nel periodo novembre-maggio, saranno proiettati nelle sale cinematografiche di tutta la provincia. L’opportunità di realizzare laboratori cinematografici, permette agli alunni di manifestare e potenziare la propria capacità espressiva ed esaltare la propria creatività, così come la possibilità di vedere film nelle sale cinematografiche ne educa il gusto e ne stimola lo spirito critico. Ribadiamo ancora che i giovani di oggi devono saper utilizzare, con sempre maggiore consapevolezza e padronanza, i mezzi audiovisivi, saper decodificare e utilizzare linguaggi diversi: ciò consentirà loro di porsi di fronte agli avvenimenti con spirito critico responsabile. Da semplici fruitori degli spettacoli cinematografici e dell’universo audiovisivo, possono e devono diventare protagonisti del loro futuro. Francesco Giangrandi Presidente della Provincia di Ravenna

Massimo Ricci Maccarini Assessore Beni e Attività Culturali Provincia di Ravenna

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premessa L’Assessorato Beni e Attività Culturali della Provincia di Ravenna si rivolge al mondo della scuola con tematiche attinenti all’universo cinematografico dal lontano 1990, quando fu proposto il primo corso di aggiornamento sul cinema rivolto agli insegnanti; nello stesso 1990 fu firmato un protocollo d’intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’Agis, seguito poi dalla Circolare ministeriale n. 182 che dava applicazione ai suoi obiettivi, fra i quali si legge:

contribuire a mettere i giovani in condizione di decodificare gli alfabeti ed i linguaggi “nuovi” al fine di valorizzare il contenuto ed il messaggio educativo; contribuire attraverso corsi ed incontri di studio all’aggiornamento professionale dei docenti e fornire loro adeguato supporto critico e informativo [...]; consentire la partecipazione a tutte le forme di spettacolo (cinema, teatro, concerti, danza, ecc.), con speciale riferimento alla visione di film nelle sale cinematografiche al mattino [...]; Molteplici sono gli stimoli che in questi anni sono arrivati agli operatori del settore cinematografico, rafforzando il lavoro di base per la crescita dell’attenzione nel mondo della scuola verso le varie forme di spettacolo

A detta Circolare è seguita, infatti, la Direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione n. 365 del 12.6.1997, a firma del Ministro Berlinguer, dove sono rimarcate le finalità, le azioni e le risorse che segnavano l’impegno della scuola nei confronti dello spettacolo e del cinema in particolare. Sempre nel 1997, in sintonia con le indicazioni espresse a livello nazionale, la Provincia ha ampliato la propria azione a favore della scuola proponendo i primi laboratori di cinema e le prime proiezioni per le scuole. Siamo consapevoli che molti cambiamenti sono intervenuti da allora sia nel mondo dello spettacolo che in quello della scuola, tuttavia l’interesse riscontrato per gli interventi della Provincia a favore della presenza della cultura cinematografica nelle scuole ha indotto a persistere nell’impegno per la formazione del pubblico di domani, supportati anche da nuovi strumenti legislativi. Nel 1999, la Regione Emilia-Romagna si è espressa per un intervento attivo degli Enti locali nella diffusione della cultura dello spettacolo nella scuola, quando con la legge regionale n. 13 “Norme in materia di spettacolo” all’art.3 ha dettato: Le Province e i Comuni, negli ambiti territoriali di competenza e in collaborazione con la Regione: … d) promuovono la diffusione delle attività di spettacolo nelle scuole, sostenendo la cultura e la presenza dello spettacolo nelle Università in accordo con le amministrazioni competenti. Visto l’alto interesse che hanno suscitato gli interventi nelle scuole attraverso la costituzione di laboratori e la visione di film, concordati con i gruppi degli insegnanti, nelle sale pubbliche, riproponiamo per l’anno scolastico 2008/2009 un progetto allargato che coinvolgerà i Comuni di Ravenna, Faenza, Alfonsine, Castel Bolognese, Cervia, Massa Lombarda, Cotignola, Brisighella, Casola Valsenio, Conselice, Russi, Riolo Terme, Lugo e Solarolo, le scuole di ogni ordine e grado del territorio provinciale, oltre all’Ufficio Scolastico Provinciale di Ravenna, ai tre Distretti Scolastici n.39, n.40, n.41, agli esercenti proprietari della sale, all’Agiscuola – Sezione Emilia-Romagna.

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Per avere un confronto continuo con le esigenze culturali e didattiche del mondo della scuola, nel realizzare il progetto CinemAscuola si sono costituiti nei Distretti Scolastici di Ravenna, Faenza e Lugo, dei gruppi di lavoro composti dagli insegnanti responsabili delle attività cinematografiche e da funzionari dei Comuni del territorio che, coordinati dalla Provincia di Ravenna, hanno elaborato un programma comprensivo di : a) film in prima visione, b) ricerca di film di repertorio, c) costituzione di laboratori didattici sul cinema all’interno della scuola, d) schede critiche dei film programmati, Di questo pacchetto di proposte fanno parte le attività di laboratorio nelle scuole: o sull’apprendimento del linguaggio cinematografico per le scuole medie inferiori e superiori; o sulla storia dei generi cinematografici per le scuole medie superiori; o su temi specifici; e la programmazione cinematografica di film in sala pubblica. In totale saranno programmati 15 film, con alcuni titoli replicati, per complessive 19 proiezioni nei diversi distretti scolastici. I film, in gran parte individuati all’interno della rosa proposta dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’Agis Nazionale, sono stati scelti direttamente dagli insegnanti e sono raggruppati per ciclo scolastico: elementari, secondarie inferiori e secondarie superiori.

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Note operative

 

La scelta dei film a fini didattici è il risultato del lavoro effettuato dalla Provincia di Ravenna, dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Ravenna, dai tre Distretti Scolastici della provincia e dagli insegnanti referenti per le scuole che hanno aderito all’iniziativa. Come ogni anno, la Provincia di Ravenna si è fatta tramite per la diffusione in tutte le scuole del proprio territorio dal pacchetto proposto da Agiscuola, che raccoglie i titoli selezionati dal Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con Agis. Successivamente, la Provincia ha organizzato presso i tre Distretti scolastici del territorio gli incontri con docenti e funzionari dei Comuni, in seguito ai quali le scuole hanno inviato ai Comuni indicazioni sulle loro scelte su apposita modulistica predisposta dalla Provincia. Su sollecitazione di alcuni insegnanti e funzionari di Comuni, il Settore Beni e Attività Culturali della Provincia di Ravenna si è reso disponibile ad individuare specifici percorsi didattici legati a temi segnalati di particolare interesse per le finalità didattiche che ad essi possono essere ricondotte. Al fine di dare maggiori garanzie alle scuole, la Provincia ha deciso di selezionare le proprie proposte all’interno della rosa di film individuata da Agiscuola. Il programma per l'anno scolastico 2008/2009, è di 19 proiezioni, 10 dei quali per il Distretto scolastico di Ravenna, 5 per quello di Lugo e 4 per quello di Faenza; propone film per le Scuole Elementari, per le Scuole Secondarie Inferiori e Superiori. Per ogni film la Provincia produce una breve sintesi del contenuto, una scheda critica e alcune proposte di spunti di riflessione.

A fianco della proiezione dei film nelle sale cinematografiche, i laboratori didattici costituiscono l’altra colonna portante dell’impegno della Provincia verso la scuola in materia di cinema. Fin dall’inizio del percorso di formazione che la Provincia di Ravenna ha intrapreso, insieme all’Ufficio Scolastico Provinciale e ai Comuni del territorio, in materia di cinema e audiovisivi, l’insegnamento del linguaggio dell’immagine in movimento e della sintassi del linguaggio cinematografico si è caratterizzato come un elemento imprescindibile di conoscenza, anche in considerazione dello spazio marginale e del tutto residuale che ad esso viene riservato dai programmi ministeriali e, contemporaneamente, in virtù del dilagare dei codici propri di questo linguaggio nel nostro universo quotidiano, anche e soprattutto attraverso la televisione e Internet. Ogni anno ai primi di ottobre, in occasione degli incontri degli insegnanti organizzati dalla Provincia presso i Distretti Scolastici di Ravenna, Faenza e Lugo, le scuole vengono invitate a trasmettere al Comune di riferimento, entro 15 giorni dallo svolgimento dell’incontro, i progetti di laboratorio didattico sul cinema che intendono realizzare nell’anno scolastico corrente, redatti su apposita modulistica. I titoli dei film sono stati selezionati in assoluta autonomia dagli insegnanti che hanno partecipato agli incontri che annualmente, ai primi di ottobre, la Provincia promuove presso i Distretti scolastici del proprio territorio. Ogni scuola può scegliere di vedere uno o più film tra quelli programmati, anche se non ha partecipato agli incontri organizzativi iniziali; occorre solo che le Direzioni scolastiche o gli insegnanti incaricati di ogni scuola, prendano contatto con i Servizi Cultura e Istruzione dei Comuni di appartenenza per comunicare, almeno una settimana prima della programmazione, il titolo del film prescelto e il numero degli studenti che assisteranno alla proiezione, al fine di organizzare la visione della pellicola. Per quanto riguarda specificamente le proiezioni nelle matinée, il prezzo del biglietto di ingresso, concordato con gli esercenti per questa particolare iniziativa, è ridotto. Gli

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insegnanti che accompagneranno gli studenti e il cui ingresso è gratuito, si faranno carico di raccogliere, in classe, i soldi dei biglietti al fine di evitare perdite di tempo alla cassa e di permettere il puntuale inizio delle proiezioni. La scuola comunica l’eventuale rinuncia alla visione di proiezioni già organizzate al Comune, che si farà carico di contattare l’esercente interessato, con almeno 7 giorni di anticipo. I funzionari da contattare sono: Comune di Alfonsine Servizio Cultura Rosanna Ioffredo: tel. +39 0544 866605 Comune di Bagnacavallo Servizio Cultura Rita Cerè: tel. +39 0545 280811 Comune di Brisighella Servizio Istruzione Cultura Aurea Bettini, Giorgio Esopi, Biancarosa Montevecchi: tel. + 39 0546 994415 994417/ 9 Comune di Casola Valsenio Servizio Cultura Wilmer Quadalti: tel. +39 0546 76168 Comune di Castel Bolognese Servizio Biblioteca e Cultura Alma Rivola: tel. +39 0546 655849 – 655827 Comune di Cervia Settore Turismo, Cultura e Servizi alla Persona Stefania Fongoli, Narda Zavatta: tel. +39 0544 979367 – 979366 Comune di Conselice Servizio Cultura, Sport Sara Landi: tel. + 39 0545 986918 Comune di Cotignola Settore sociale e culturale Daniele Ballanti, Loriana Zambelli: tel. +39 0545 908870 – 908840 Comune di Faenza Servizio Cultura e Istruzione Manola Dapporto: tel. +39 0546 691663 Comune di Lugo Area Servizi alla Persona Giovanni Dirani: tel. + 39 0545 38421 Comune Massa Lombarda Ufficio Attività Culturali Ivo Scarpetti: tel. + 39 0545 985832-3 Comune di Ravenna Istituzione Istruzione Infanzia Mirella Borghi, Valeria Signorini tel. +39 0544 482171 (scuole dell’obbligo) Comune di Ravenna Servizio Politiche per l’Università e Formazione Superiore Donatella Mazza, Laura Basigli tel. + 39 0544 482375 – 482330 (scuole superiori ) Comune di Riolo Terme Comparto Servizi alla Persona Antonella Caranese: tel. +39 0546 77445 Comune Russi Servizio Istruzione e Cultura Emilia Emiliani, Marcella Domenicali: tel. +39 0544 587640 – 587611 (centr.) Comune di Solarolo Servizio Cultura Istruzione Consuelo Tellarini: tel. +39 0546 618451 La Provincia e i Comuni del territorio, compatibilmente con le risorse disponibili di anno in anno, si impegnano a concorrere con le scuole alle spese di realizzazione dei laboratori, coprendo congiuntamente fino al 50% dei costi complessivi. La Provincia di Ravenna, in forza della convenzione, Rep. 3952 del 26 Luglio 2006, ha destinato allo svolgimento dei laboratori di cinema nelle scuole per l’anno scolastico 2008/2009, 10.000,00 Euro. Per ricevere i contributi assegnati, le Scuole devono inviare al Comune di riferimento, entro il mese di maggio 2009, una relazione didattica e finanziaria sull’attività svolta, redatta sull’apposita modulistica.

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laboratori CinemAscuola Nella tabella che segue riportiamo in dettaglio i titoli dei laboratori proposti dalle scuole, il numero di ore e gli studenti partecipanti per il corrente anno scolastico. Comune di

Scuole / Titoli laboratori

Ore

Studenti

Alfonsine

IC Matteotti e Scuola Media Oriani/ Dal Fumetto al cinema

75

105

Brisighella

IC Brisighella / La scuola del Cinema: cineforum e laboratorio classi IIA, IIB, IIC

38

213

Castel Bolognese

IC Bassi e Plesso Pascoli / Cineforum

32

221

Faenza

Liceo Torricelli / L’immagine dell’altro – cinema e multiculturalità, Shakespeare e il cinema, Realismo e Romance, Le lingue degli spot – le strategie della pubblicità, Rapporti con coetanei e adulti nella pre e prima adolescenza, Cinema e Storia antica, Io bloggo tu chatti egli linka Scuola media Europa / Il fumetto e il cinema di animazione, Il linguaggio cinematografico attraverso i temi del fantasy, Realizzazione di uno story board.

114

504

80

167

IP Commercio e Grafica Pubblicitaria / Storia del cinema e tecniche cinematografiche ( 3 laboratori ).

18

58

Massa Lombarda

Istituto F. D’Este / Movie Days

38

365

Ravenna

ITIS Nullo Baldini / Il cinema a scuola

200

20

ISIS Olivetti - Callegari / Video montaggio.

36

10

Liceo Ginnasio D. Alighieri / Cineforum: Odio e Amore, percorsi cinematografici per una educazione sentimentale

30

60

661

1.723

Totale

8

calendario proiezioni CinemAscuola Data

Titolo film

Comune di

Cinema

Non ind.

Bee Movie

Riolo Terme

Comunale

Gen 2009

Alla ricerca dell’Isola di Nim

Castel Bolognese

Moderno

Gen 2009

Il cacciatore di aquiloni

Cervia

Ulrico Sarti

Gen 2009

I Vicerè

Alfonsine

Gulliver

Gen 2009

Juno

Cervia

Ulrico Sarti

Gen 2009

Kung Fu Panda

Cervia

Ulrico Sarti

Gen 2009

La volpe e la bambina

Alfonsine

Gulliver

Feb 2009

Alla ricerca dell’Isola di Nim

Alfonsine

Gulliver

Feb 2009

Bolt – Un eroe a quattro zampe

Cervia

Ulrico Sarti

Feb 2009

Il cacciatore di aquiloni

Alfonsine

Gulliver

Feb 2009

La Classe – Entre les murs

Cervia

Ulrico Sarti

Feb 2009

Ratatouille

Cervia

Ulrico Sarti

Feb 2009

Rosso come il cielo

Castel Bolognese

Moderno

Feb 2009

Rosso Malpelo

Cervia

Ulrico Sarti

Mar 2009

Alla luce del sole

Castel Bolognese

Moderno

Mar 2009

Il cacciatore di aquiloni

Conselice

Comunale

Mar 2009

La volpe e la bambina

Cervia

Ulrico Sarti

Mar 2009

Madagascar 2

Cervia

Ulrico Sarti

Mar 2009

Wall-E

Cervia

Ulrico Sarti

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Sinossi Trama

A P P R O F O N D I M E N T O

Critica 



Spunti

APROFONDIMENTO

Riflessione ... Sinossi Trama

A P P R O F O N D I M E N T O

Critica 



Spunti

APPROFONDIMENTO

Riflessione ... 10



consigliato per le scuole primarie e secondarie di secondo grado

PORI proiezione: 3 Marzo 2009 cinema: MODERNO Castel Bolognese proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Alla luce del sole Regia ROBERTO FAENZA Soggetto, Sceneggiatura ROBERTO FAENZA Direttore della fotografia ITALO PETRICCIONE Scenografia DAVIDE BASSAN Costumi SONOO DENANATH MISHRA ITALIA 2004-dr.90’ drammatico, biografico PREMIO DAVID GIOVANI 2005

 

La storia di Don Pino Puglisi, il parroco assassinato dalla mafia a Palermo nel quartiere Brancaccio il giorno del suo 56° compleanno, il 15 settembre 1993, nel momento esatto in cui Roberto Baggio segnava un gol per l’Italia e tutta la sua città era davanti al televisore. Ai ragazzi di strada, 'angeli' cresciuti all’Inferno, quell'uomo era capace di ridare la speranza in una vita diversa. Don Pino non riconosceva il potere della mafia e con il suo esempio stava invitando la gente del quartiere a riappropriarsi della libertà negata. Per la mafia era un individuo troppo pericoloso che "toglieva i ragazzini dalla strada e rompeva le scatole". Ora in Vaticano è all'esame presso la Congregazione per le cause dei Santi il suo processo di beatificazione come martire. Il film è stato realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Per la stesura della sceneggiatura sono state utilizzate anche le testimonianze di suor Carolina Iavazzo e di Gregorio Porcaro. Premio David Giovani 2005. Il film e' stato candidato anche al David di Donatello 2005 per miglior produttore (Elda Ferri), miglior attore protagonista (Luca Zingaretti), miglior fonico di presa diretta (Mario Dallimonti) e migliori effetti speciali visivi. Il film non esce dai terreni battuti della rievocazione catartica, della commozione, del contributo alla memoria. Doveroso, certo, ma in tv, mentre a un film oggi bisogna chiedere di più e forse di meno. Meno musica, usata per smussare i momenti più aspri. Meno sorrisi. Meno convenzioni. Meno sconti sulla realtà insomma, e ancora più coraggio. In senso espressivo oltre che civile. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 gennaio 2005).

continua alla pag. seguente...

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Eravamo in molti ad aver dimenticato questo eroe non-eroe fino a quando lo abbiamo riscoperto nel ritratto fraterno che ne fa Luca Zingaretti: un attore alla Gian Maria Volontè, totalmente immerso, antiretorico, sincerista. (...) Il racconto riassume due anni di tragica esperienza pastorale: restituito alle strade della sua infanzia, don Pino si trova davanti lo spettacolo della chiesa vuota, proprio come il prete di Bergman in 'Luci d'inverno', e decide che i parrocchiani se li andrà a cercare. Senza tonaca, con coppola e maglione, gironzola in bici, osserva, si informa e invita i ragazzi sbandati a venire a giocare in parrocchia. Strumento infallibile di catechesi, il pallone diventa un pretesto per insegnare che bisogna comportarsi secondo le regole. Il sacerdote rifiuta la bustarella della corruzione e presta il suo aiuto dove può, fa lezione, insegna come si leggono i giornali, guida la processione di San Gaetano contro il banchetto spendaccione dei potenti, raccoglie firme. Ma di fronte ai caroselli dei picciotti in motoretta giubilanti per l'eccidio di Giovanni Falcone e la sua scorta, non esita a denunciare dal pulpito gli assassini invitandoli a uscire allo scoperto. Come risposte si susseguono un incendio doloso, una brutale aggressione in casa e infine un'esecuzione sommaria tanto ineluttabile che il regista, con ispirata finezza, non sente il bisogno di banalizzarla facendo risuonare gli spari. E se per paura la gente chiude le imposte e transita davanti al cadavere come se non ci fosse, i bambini accorrono a ingentilire il feretro con i loro giocattoli. Triste? Più triste ancora è apprendere che dopo 12 anni al Brancaccio niente è cambiato. (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 22 gennaio 2005). Roberto Faenza ha girato un bellissimo film pieno di civiltà e affetti su don Puglisi, un prete che combatte per la luce contro l'ombra e viene assassinato dalla mafia perché invade la sua zona di influenza presso i ragazzi fuori di Palermo, manovalanza di malavita. 'Alla luce del sole' si intitola non a caso la biografia piena di passione e di sentimento che testimonia un cinema utile in una società in cui ci sentiamo a volte tutti abbandonati. Stile secco, senza manierismi, con un ottimo, introverso, misurato Luca Zingaretti, esule da Montalbano: uno di quei personaggi impotenti nella Storia cui Faenza, indagando il reale, offre il riscatto di un vibrante identikit che ci riporta al cinema italiano alla Rosi, di tempi migliori. (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 gennaio 2005). 1. Come definireste la figura di don Puglisi? 2. Vi sembra che sia giusto ricordarlo attraverso il medium-cinema? Esprimete un vostro parere. 3. La figura di don Puglisi è rimasta in ombra rispetto a quelle più note dei giudici Falcone e Borsellino, che si batterono contro la mafia. Quali sono i mezzi, assai diversi, che il sacerdote ha usato nella sua lotta quotidiana? 4. Secondo voi, quali sono stati gli strumenti che don Puglisi, contro le istituzioni conniventi, ha utilizzato per risvegliare le coscienze degli abitanti del quartiere Brancaccio di Palermo, allo scopo di restituire loro benessere e dignità? 5. Don Puglisi, totalmente rispettoso dell’infanzia, arriva al punto di ospitare in parrocchia, durante la notte, i due figli piccoli di una prostituta, mentre elle esercita la sua “professione”. Cosa ne pensate di

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questo gesto? Vi pare eccessivo oppure lo condividete? Esprimete il vostro parere, tenendo conto che si tratta del gesto di un sacerdote. 6. Quali persone don Puglisi accoglie dalla strada? 7. Quali giochi organizza per bambini e ragazzi? Secondo voi è importante il gioco come mezzo di comunicazione e fratellanza all’interno di un gruppo? 8. L’impegno di don Puglisi, era quello di risvegliare le coscienze nei giovani, assopite dai valori socio-economici correnti – in particolare il consumismo – strumentalizzati dalla mafia. Riflettete sul significato della riscoperta da parte di un giovane della propria identità e della propria coscienza. 9. Come si comportano le famiglie di alcuni giovani? 10. Uno di loro si accorge, casualmente, che il nonno, nel quale riversava tutta la sua fiducia, è un mafioso. Cosa coglie il suo sguardo? E come reagisce? 11. Un dramma più grave si consuma a proposito di un altro ragazzo. Ricordate quale oggetto don Puglisi gli dona? Perché, in un secondo momento, glielo restituisce? 12. In che modo il giovane tenta di avvertire don Puglisi delle minacce che lo sovrastano? 13. Secondo voi, il silenzio e la remissione della madre del ragazzo sono complici dell’adesione del padre alla cosca mafiosa? 14. Le ultime parole di don Puglisi sono rivolte al proprio killer al quale dice: “me lo aspettavo”. Era il 1993, dopo circa un anno dagli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. A distanza di undici anni, alla luce di quanto accaduto, la figura di don Puglisi quale valore ha per voi giovani? 15. Il sacrificio esemplare di Don Puglisi, a vostro parere, a cosa è “servito”? Esprimete le vostre opinioni. 16. In Alla luce del sole, riscontrate una utopia parallela nel sacrificio del protagonista? Esprimete il vostro parere. -

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consigliato dal Comitato Unicef per l’Italia per le scuole elementari e medie inf.

ma: NOME Città proiezione: 28 Gennaio 2009 cinema: MODERNO Castel Bolognese proiezione: Febbraio 2009 cinema: GULLIVER Alfonsine : Mee Anno

Alla ricerca dell’isola di Nim

 

Regia MARC LEVIN e JENNIFER FLACKETT Sceneggiatura MARC LEVIN e JENNIFER FLACKETT Fotografia STUART DRYBURG Costumi JEFFREY KURLAND Scenografia BARRY ROBINSON Tratto dal ROMANZO OMONIMO DI WENDY ORR, ILLUSTRATO da KERRY MILLARD, (NORD SUD EDIZIONI 2008) USA, 2008 – dr. 94 Commedia, Family, Fantasy La piccola Nim è andata a vivere insieme a suo padre Jack, uno scienziato, su un'isola nel sud del Pacifico dove l'uomo deve compiere delle ricerche. Come una moderna Robinson Crusoe, Nim fa amicizia con un simpatico iguana di nome Fred, con la tartaruga Chica e trascorre le sue giornate con un leone marino che ha ribattezzato Selkie. Il suo unico contatto con il mondo civilizzato è un computer da cui può inviare e-mail. Inizia così la sua corrispondenza con una scrittrice agorafobica che vive a New York. Quando un giorno Jack parte a bordo di una barca per un'esplorazione e a causa di un ciclone non fa ritorno, Nim si trova sola sull'isola. Quando la scrittrice capisce che la sua amica di penna non è una scienziata, bensì una bambina sola su un'isola deserta, sa di doverla aiutare, ma per farlo deve vincere le sue paure... Jodie Forster è Alexandra, una scrittrice di romanzi d’avventura, adorata da milioni di bambini nel mondo per il coraggio dei personaggi che ha creato e per le pericolose avventure che racconta nelle pagine dei suoi libri. In realtà Alexandra è una donna molto insicura, che non esce mai di casa e che ha paura del mondo esterno con il quale è collegata solo attraverso il suo fidato computer. Un giorno, Nim, una sua piccola fan le scrive una e-mail per chiedere il suo aiuto in qualità di “esperta delle avventure pericolose” per ritrovare il suo papà scomparso in circostanze misteriose su un’isola sperduta. Alexandra, benché terrorizzata, non può non rispondere questo appello accorato e trova dentro di sè il coraggio di uscire di casa scoprendo così che là fuori c’è un mondo meraviglioso addirittura più bello di quello fantasioso dei suoi libri. E mentre Alexandra riesce, seppur timidamente, ad avventurarsi nel mondo esterno, Nim vivrà la più grande avventura della sua giovane vita.

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L’isola di Nim è un posto fantastico dove l’immaginazione non conosce confini. Sull’isola vive la giovane ma coraggiosa Nim, circondata dai suoi animali esotici. Nim trascorre il tempo ispirandosi alle leggende e ai libri che ama e conducendo un’esistenza eccitante, che rispecchia quella del suo personaggio letterario preferito: Alex Rover, il più grande avventuriero del mondo. Nim ha una vera e propria adorazione nei confronti di Alex Rover, perciò quando suo padre scienziato e l’isola segreta dove suo padre l’ha portata ad abitare, improvvisamente le appaiono in pericolo, decide di chiedere aiuto all’autore del suo eroe preferito, che vive dall’altra parte del mare. Nim non può sapere, però, che il famoso scrittore dei libri del suo beniamino sia in realtà una donna timida paurosa, che vive come una reclusa in un grande appartamento di città. Ma per riuscire a conquistare l’Isola di Nim, entrambe attingeranno il coraggio necessario ispirandosi al loro amato eroe, il prode personaggio letterario Alex Rover. 1. Alexandra Rover (interpretata da Jodie Forster) è una scrittrice famosissima. Ha creato nei suoi libri, un suo omonimo, un avventuriero, senza paura (una sorta di Indiana Jones, lo ricordate?) cui fa compiere in ogni parte del mondo imprese mirabolanti di cui ella non ha alcuna esperienza. Alexandra, anzi, soffre di una nevrosi che si chiama “agorafobia”. Cercate sul vocabolario le parole nevrosi e agorafobia e trascrivetene il significato. 2. In Italia (1863-1911) è vissuto uno scrittore di romanzi avventurosi, Emilio Salgari, che si era mosso pochissimo a Torino, la sua città. Rispetto ad Alexandra, egli aveva il vantaggio di non soffrire di agorafobia. Salgari con le storie e i personaggi dei suoi libri ha vagato nello spazio e nel tempo. citiamo alcuni esempi che, poi, vi chiederemo di approfondire. a. Indonesia - Sandokan, Yanez, Tremal Naik, nel ciclo “I pirati della Malesia”; b. Il Mar dei Caraibi - il Corsaro Nero, Iolanda, sua figlia, nel ciclo dei corsari; c. Il Mar Mediterraneo e la battaglia navale di Lepanto (1571) in “Capitan Tempesta” e in “Il Leone di Damasco”. 3. Alex, l’eroe creato da Alexandra, assomiglia a tutti i personaggi salgariani: coraggioso al limite dell’incoscienza e buono al punto che, diventato una sorta di “alter ego” della scrittrice, vuole convincerla ad andare lontanissimo da New York, la sua città, per aiutare Nim. Come, Alexandra si convince a partire? E qual è il significato della espressione latina alter ego? 4. Chi è Nim, e perché si trova sola in un’isola vulcanica, sperduta nell’Oceano Pacifico?

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5. Quanti Oceani ci sono sulla Terra? e che differenza c’è tra Oceano e mare? Effettuate ricerche. 6. Alexandra entra in contatto, via e-mail, con Nim perché, trascinando Alex, il suo personaggio, di avventura in avventura, si trova (mentre scrive) con lui che sta per essere lanciato da misteriosi selvaggi nella lava incandescente in un vulcano e non sa come salvarlo. Cosa vuole sapere dalla piccola Nim? 7. Nim è sola perché suo padre Jack, un famoso scienziato, alla ricerca del micro plancton, è partito per due giorni, convinto di trovarlo, durante una notte di luna piena, in una sacca del Pacifico, poco lontano dall’isola in cui egli e sua figlia vivono. Cos’è il plancton? 8. Perché Nim è voluta restare sull’isola e non andare con suo padre, per aiutare le tartarughine che stanno per nascere dalle uova deposte dalla loro mamma? Cosa temeva Nim per esse? 9. Quando Alexandra, comunicando con Nim, si rende conto che è una bambina e che è sola? 10. Nim completamente sola non è: con lei ci sono un’iguana, Virgola, un leone marino, Selkie, e un pellicano, Galileo. Effettuate delle ricerche sulle famiglie cui appartengono Virgola, Selkie e Galileo. 11. Il papà di Nim, mentre compie la sua ricerca sul plancton, si trova in gravissime difficoltà sulla sua piccola nave per l’arrivo di un monsone. Cos’è un monsone? Effettuate ricerche in merito. 12. Galileo, l’unico degli amici di Nim a poter volare, come aiuta Jack quando si trova disperso nell’oceano con la barca distrutta e gli squali che girano intorno? 13. Lo squalo, effettuate un ricerca su questo animale. 14. Quando Alexandra, volendo raggiungere Nim, le chiede dove si trova l’isola, la bambina le dà le indicazioni parlando di longitudine, di latitudine e di gradi a nord a sud a est e a ovest.

Approfondite

l’argomento. 15. Mentre Alex parte, Nim, intanto, con i suoi amici animali, deve difendere il suo paradiso da una invasione: chi sono coloro che sbarcano sull’isola e come Nim riesce a scacciarli? 16. Solo un ragazzino, tra quelli che sono scesi, si accorge dell’esistenza di Nim. Come? e come aiuta Alexandra a prendere una pericolosissima decisione?

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17. perché Nim, dopo aver salvato Alexandra dal mare in tempesta, la rifiuta, quando scopre che ella è la creatrice del personaggio che più l’affascina: Alex Rover, l’avventuriero? 18. nel momento in cui Nim lascia Alexandra in riva al mare da sola, alla scrittrice appare Alex il suo alter ego. Che cosa dice Alex alla sua creatrice prima di scomparire definitivamente? E secondo voi, perché egli scompare per sempre tuffandosi in mare? 19. E perché Nim, dopo avere abbandonato Alexandra, l’accoglie? Si sente sola o Alexandra che chiede aiuto le fa tenerezza? Glossario nautico di Nim: In alto: qualsiasi cosa al di sopra del ponte più in alto di una barca. A poppa via: qualsiasi cosa si trovi dietro alla barca. Prora: la parte anteriore della barca. Bucanieri: nome dato ai pirati che saccheggiarono le coste dei caraibi del 17° secolo. Celestiale: riguarda il cielo e le stelle, specialmente nel campo della navigazione. Braccio: una profondità di 1.8 metri. Ammainare: far calare le vele. Burrasca: un forte vento, generalmente oltre i 28 nodi (1 nodo = 1,852 Km/h). Passerella: ponticello portatile che unisce la barca al molo di ormeggio. Uragano: vento potente oltre i 64 nodi e onde alte oltre i 14 metri, secondo la scala di Beaufort (La scala di Beaufort è una misura empirica dell'intensità del vento basata sullo stato del mare in mare aperto e sulle condizioni delle onde). Biscaglina: scala di corda utilizzata per scendere e salire dalla barca. Chiglia: struttura centrale che percorre in senso longitudinale l’imbarcazione. Nodo: unità di misura della velocità, equivale a 1,852 Km/h e a 1,828 m/h. Latitudine: misura a quanta distanza a sud o a nord dall’equatore si trova un determinato punto. Sottovento: la direzione opposta a quella da cui soffia il vento. Longitudine: la posizione di un luogo sulla terra a est o a ovest di Greenwich, Inghilterra, misurata in gradi. Meridiano: linee immaginarie che corrono da nord a sud intorno alla terra e che incrociano perpendicolarmente l’Equatore. Lato sinistro e dritta: la parte sinistra e destra dell’imbarcazione. Poppa: la parte posteriore della barca. Zenit: Il punto del cielo che s trova direttamente sopra la testa di chi osserva.

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Consigliato per le scuole elementari e secondarie inferiori

PORI proiezione: data da definire cinema: COMUNALE Riolo Terme proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Bee Movie Regia STEVE HICKNER, SIMON J. SMITH Soggetto JERRY SEINFELD Sceneggiatura JERRY SEINFELD, SPIKE FERESTEN, BARRY MARDER, ANDY ROBIN Musiche RUPERT GREGSON-WILLIAMS Montaggio NICK FLETCHER Effetti visivi DOUG COOPER, SULLY JAKOME-WILKES, IGOR LODEIRO Costumi JANE POOLE Scenografia ALEX Mc DOWELL USA 2007-dr.91’ animazione

 

Mentre lo stile di vita degli uomini muta e si evolve continuamente, quello delle api è rimasto pressoché invariato da circa 27 milioni di anni. Nell’alveare di New Hive City c’è solo una società e l’unica scelta che un’ape può fare è il tipo di ruolo che avrà all’interno del conglomerato che gestisce tutti gli aspetti della società delle api, il cui prodotto finale è il miele. Nel caso di Barry la società è la Honex, e offre 3.000 tipi di impiego diversi (es.: riscaldamento, raffreddamento, viscosità, mescolatore, versatore, filtro di impurità, ecc..) Una volta che l’ape ha fatto la sua scelta, quello rimane il suo lavoro per tutta la vita. nessun trasferimento, Nessuna promozione. Niente vacanze, niente pause. Nessuna possibilità di abbandonare l’attività. E per Barry l’ape, questa situazione è inaccettabile. Senza saperlo Barry imita gli umani quando si concede una pausa tra la Laurea (è un laureato della classe 9:15 del mattino) e il momento di scegliere un lavoro alla Honex. I suoi affettuosi genitori, Martin e Janet Benson sperano che il loro figlio segua le orme del padre e diventi un mescolatore. Ma quello che rimescola il sangue di Barry è quello di vedere il mondo fuori da New Hive City. C’è un solo modo di uscire dall’alveare: diventare un membro dello squadrone scelto dalle potenti e valorose api note come pollen jocks (assi del polline). questo reparto militare è responsabile per la raccolta del nettare e per l’impollinazione dei fiori.

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É un lavoro per veri uomini. I pollen jocks, sono gli unici che possono lasciare l’alveare per svolgere questo compito fondamentale per il mondo delle api. Barry con la sua statura decisamente media, si arruola per prendere parte ad una spedizione che cambierà per sempre la sua vita. La spedizione di Barry con il Pollen Jocks gli fa letteralmente aprire gli occhi. Il mondo degli umani che vede và molto al di là di quello che aveva immaginato nei suoi sogni più assurdi, con una miriade di forme fantastiche e di colori, e così tante persone. Dopo una spaventosa ed alquanto sgradevole esperienza su un campo da tennis, un incontro illuminante su un parabrezza di un camion ed essere stato sorpreso dalla pioggia, Barry finisce nell’appartamento di una dolce fioraia di Manhattan, di nome Vanessa. Barry decide di ringraziarla, anche se questo significherà infrangere la legge delle api che impone di non parlare agli uomini. “Se una persona ti salva la vita bisogna ringraziarla, non puoi semplicemente volare via.” Tra i due nasce un’amicizia, e Barry riceve un corso rapido sul modo di vivere degli umani. Quando scopre che chiunque può acquistare del miele in un negozio di alimentari, è scioccato dal fatto che gli uomini da anni, stiano rubando questo prodotto singolare delle api, a fini di lucro. Indignato, decide di vendicare questo oltraggio facendo causa alla razza umana. 1. Protagonista di questo film di animazione è un’ape: sapreste dire di che cosa si tratta e di descriverla? 2. Che cos’è il miele? il cui uso non autorizzato costituirà il casus belli narrato dal film? 3. Barry è un’ape maschio che vive in un ambiente borghese. Quali somiglianze avete riscontrato tra la vita di quest’ape e la vostra? Descrivetele. 4. Barry è un ribelle. Come si manifesta la sua ribellione e quale strada decide di percorrere? 5. I genitori, alla decisione di Barry di andare via, rimangono stupiti: secondo voi, essi, così come i vostri genitori, conoscono veramente bene la personalità e le aspirazioni

dei propri figli? Raccontate la vostra

storia confrontandola con quanto accade a Barry. 6. Barry e Adam compagni di università, sono assai diversi tra loro, Indicate quali aspetti li differenziano e che cosa li accomuna. Avete anche voi un amico così diverso da voi? Descrivetelo. 7. Barry per uscire dall’alveare, decide di arruolarsi nella squadra degli Assi del Polline, chi sono? Come si muovono e qual è il loro lavoro? 8. Nell’ambito di questa squadra militare come si colloca Barry? Incontra delle

difficoltà?

Come

le

supera?

Raccontate

le

sequenze

che

maggiormente vi hanno divertito. 9. Per la prima volta, per un cartone animato, si ha un incontro ravvicinato, alla pari, tra un insetto (Barry) e un essere umano (la fioraia

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Vanessa), Che cos’è secondo voi che pregiudica di solito la relazione insetto persona? 10. Voi avete paura degli insetti? Di tutti gli insetti o solo di alcuni di essi? Indicate quali, spiegandone il motivo. 11. Cosa succede ad Adam quando punge il cattivo avvocato difensore di una multinazionale? Sapevate che talvolta per alcuni insetti pungere un nemico può risultare assai dannoso per l’insetto stesso? Fate qualche ricerca in merito. 12. Nella domanda precedente si allude ad un avvocato difensore di una multinazionale. Chi fa causa alla multinazionale e perché? 13. Sapete che cos’è una multinazionale? approfondite l’argomento e indicate quali voi conoscete, tra quelle produttrici dei vostri beni di consumo. 14. Barry, in qualità di paladino, difensore dei diritti delle api operaie sui quali si è abusato, intenta la causa nei confronti della multinazionale per sfruttamento del lavoro delle api e dell’uso non autorizzato del loro prodotto. Cosa succede durante il processo? Raccontate le scene più significative. 15. Come si risolve il processo? Quale riconoscimento ottiene il lavoro delle api e il miele nuovo quale valore acquista? 16. Quale consapevolezza raggiunge l’umanità del film, e voi come spettatori, nei confronti delle api e dei loro prodotti? 17. tra i personaggi del film, umani ed insetti, spicca la zanzara Moseblood. Descrivetene i comportamenti più esilaranti. 18. Quali altri personaggi del film vi hanno particolarmente impressionato (positivamente e negativamente)? Descriveteli, indicando il motivo alla base della vostra considerazione. 19. Secondo voi, lo sguardo del regista è più dalla parte umana o dalla parte degli insetti? Dopo aver riflettuto, fate qualche esempio a sostegno della vostra tesi. -

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consigliato per le scuole primarie di primo e di secondo grado

PORI proiezione: dal 10 al 13 Febbraio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Bolt - Un eroe a quattro zampe Regia BYRON HOWARD, CHRIS WILLIAMS (II) Sceneggiatura DAN FOGELMAN, CHRIS WILLIAMS (II) Musiche JOHN POWELL Scenografia PAUL A. FELIX Arredamento THOMAS BAKER

 

USA 2008 animazione Il cane Bolt è la stella di una serie televisiva di successo, ma quando viene accidentalmente spedito da uno studio di Hollywood alla volta di New York, inizia la più grande avventura della sua vita. Un viaggio coast to coast attraverso il mondo reale. Bolt scopre che non c’è bisogno di super poteri per essere eroi. In uscita il 28 novembre 2008. Note - VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: JOHN TRAVOLTA (BOLT), MILEY CYRUS (PENNY), MALCOLM MCDOWELL, RONN MOSS. Non c’è bisogno di superpoteri per essere eroi. E’ il senso di questo film di animazione che ha come protagonista un cane, star di una serie TV di successo. Ma un conto è il lavoro sul set e un conto è la vita vera. E l’eroe a 4 zampe ne dovrà prendere atto allorchè uno studio di Hollywood lo spedisce a New York. Il viaggio coast-to-coast, che compirà insieme con un gatto malandato e un criceto complessato, gli farà scoprire come è fatto il mondo reale e come sopravvivere alle sue insidie. ( Scheda breve tratta dal periodico FILM D.O.C. n. 80 Novembre-Dicembre: all’indirizzo www.filmdoc.it disponibile rivista in formato .pdf. )

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consigliato dal Comitato Unicef per l’Italia per le scuole medie inferiori e superiori

ma: NOME Città proiezione: 20 Gennaio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Febbraio 2009 cinema: GULLIVER Alfonsine proiezione: Marzo 2009 cinema: COMUNALE Conselice proiezione: Mese Anno

Il cacciatore di aquiloni Regia MARC FORSTER Soggetto KHALED HOSSEINI Sceneggiatura DAVID BENIOFF Fotografia ROBERTO SCHAEFER Scenografia CARLOS CONTI Musiche ALBERTO IGLESIAS Montaggio MATT CHESSE

 

USA, 2007 – dr. 131 Drammatico TRATTO DAL ROMANZO OMONIMO DI KHALED HOSSEINI E' un piacevole assolato pomeriggio a Kabul e i piccoli Amir, figlio di un notabile pashtun, ed Hassan, il suo piccolo servitore azara, stanno partecipando ad una gara di aquiloni. Tuttavia, il risultato della gara e un atto di vigliaccheria segneranno la rottura dell'amicizia fraterna tra i due bambini. Venti anni dopo, Amir, che si è trasferito negli Stati Uniti, torna nel suo paese ormai governato dai Talebani per combattere i fantasmi del passato e ristabilire la giustizia. Nel 2003 il Cacciatore di aquiloni, opera prima di Khaled Hosseini irrompe prepotentemente nel panorama letterario conquistando le prime posizioni delle classifiche dei libri più venduti in tutto il mondo e mantenendole per quattro anni successivi. Il romanzo è stato venduto in oltre otto milioni di copie, incirca 34 paesi, superando tutti i confini, grazie alla sua dirompente forza narrativa. Per la sua ambientazione la storia sembrava poco adatta ad ottenere un tale successo stratosferico, eppure, per i temi universali trattati (la famiglia, l’amicizia, il coraggio del perdono e il potere salvifico dell’amore), ha toccato profondamente i cuori dei lettori delle più disparate origini sociali e culturali. La sceneggiatura e l’adattamento al grande schermo: dall’Inglese al Dari: Mentre David Benioff era ancora intento nella scrittura della sceneggiatura, è stato deciso di girare il film in lingua Dari, una delle lingue principali parlate in Afghanistan . “Pensavo che girare il film in qualsiasi altra lingua sarebbe stato un errore”, spiega Marc Forster. “Dei bambini afghani che negli anni ’70 parlavano tra loro in inglese, non sarebbero stati credibili. Era necessario un legame emotivo, un legame con qualcosa di reale”.

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1. Amir e Assan, i due piccoli protagonisti del film, appartengono a due differenti etnie afgane: Amir è un Pashtun e Hassan un Azara. Come e perché, nonostante la differenza sociale, nasce la loro amicizia? 2. Amir della etnia Pashtun, appartiene ad una élite del popolo afgano, mentre Hassan è un servo. A parte gli Azara, che anche oggi vivono nello stesso ruolo sociale, i Pashtun hanno ancora potere in Afganistan? Effettuate ricerche in merito. 3. Pashtun e Azara sono due delle etnie che vivono in Afghanistan. Quale sono le altre? Approfondite l’argomento. 4. Sia in Afghanistan che in Iraq, le varie etnie più che, per l’appartenenza etnica, si distinguono in due differenti gruppi religiosi dell’Islam. gli sciiti e i sunniti. Effettuate ricerche e chiarite le differenze tra chi “è rimasto legato alla Sunna” e chi ha seguito Alì nel suo scisma. 5. Nei primi anni ’90 la Russia tentò di invadere l’Afghanistan, sia per impadronirsi di nuovi territori ricchi di giacimenti di petrolio, sia per proteggere i suoi confini. Erano solo questi i motivi dell’invasione? Approfondite l’argomento. 6. Contro l’esercito russo, per difendere la loro terra, si posero i talebani, in massima parte studenti universitari e severi fondamentalisti religiosi che, nella loro lotta, vennero sostenuti dagli Stati Uniti. Perché gli USA intervennero, anche se non ufficialmente in aiuto dei talebani? 7. La guerra russo-afghana ebbe termine sul finire del XX secolo. quale fu la sua conclusione? 8. George W Bush J., Presidente degli Stati Uniti, dopo l’attentato alle torri gemelle di New York dell’11 settembre del 2001, invase l’Afghanistan, ufficialmente ritenendolo responsabile della distruzione delle torri newyorkesi. Aveva altri scopi reconditi? E perché proprio l’Afghanistan fu ritenuto colpevole? Effettate ricerche in merito. 9. Nel 2003, Bush invase l’Iraq che, per oltre 10 anni, sotto il dittatore Saddam Hussein, era stato baluardo dell’occidente contro l’Iran fondamentalista. Quali motivazioni il presidente americano accampò e quale era il reale motivo che lo spinse ad impadronirsi del territorio iracheno? 10. Già nel 1991, il Presidente USA, George H. W. Bush, padre dell’attuale, con un’alleanza quasi mondiale, invase l’Iraq per punire Saddam per essersi impadronito del Kuwait. Ma, pur vincendo, al contrario del

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figlio che, anni dopo, fece condannare il dittatore a morte in un processo i cui giudici erano sotto l’influenza americana, non lo defenestrò. Secondo voi, quali furono i motivi di questa decisione? 11. Secondo la vostra opinione, quanto i fatti che oggi avvengono in Iraq influiscono sulla stabilità politica dell’Afghanistan? 12. L’Afghanistan prima del 2003, sembrava uno stato quasi pacificato, sotto l’influenza degli Stati Uniti, che erano però consapevoli del fatto che i talebani non fossero stati sconfitti ma che, come Osama Bin Laden, capo di Al Qaeda, il più potente gruppo terroristico mondiale, si erano rifugiati sulle montagne al confine con il Pakistan. Nel 2007 i talebani si sono risvegliati e hanno iniziato un’offensiva contro tutte le truppe straniere, presenti nel territorio afghano. Quali sono i fatti che hanno determinato questa escalation? 13. Cosa accade alla famiglia di Amir quando le truppe sovietiche invasero il suo paese? 14. Quale tremendo rimorso porta dentro di sè Amir, quando lascia la sua terra, per gli Usa? Per lui in non volersi accorgere della tragedia di Hassan significava tentare di credere che non fosse avvenuta? 15. La pena interiore di Amir, legata al fatto di non aver tentato di aiutare Hassan, è vissuta da lui come una manifestazione di vigliaccheria. Ma essendo egli solo un ragazzo, avrebbe comunque potuto aiutare il suo piccolo amico? 16. Amir, negli Stati Unti, diventa grande, studia, si sposa e sembra sereno ma un qualcosa gli rode dentro: non sa più nulla di Hassan... 17. Quale ruolo gioca Rahim Khan, vecchio amico di Baba, padre di Amir, per spingerlo tornare in Afghanistan? 18. A Kabul c’è qualcuno che ha bisogno di lui, qualcuno che è legato ai suoi ricordi e al suo rimorso. Amir và per mettersi in pace con la sua coscienza o per farsi perdonare di ciò che, tanti anni prima, non aveva fatto? 19. Hassan non c’è più. Amir ha voluto bene al suo amico, ma quale fatto scopre da Rahim Khan che lo lega ancora di più al suo ricordo? 20. Hassan ha consegnato prima di morire, a Rahim Khan, una lettera per Amir, per spingerlo a tornare in Afghanistan? 21. Partendo, Amir ha lasciato Assan che, da bambino, aveva, pur non chiedendolo, avuto bisogno di aiuto. Tornando egli si ritrova con il piccolo Sohrab, il figlio di Hassan, in una stessa situazione. Qual è il suo comportamento?

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22. Hassan ha subito, Sohrab subisce. Chi è colui che porta nel cuore il male che non può che dare prevaricazione e violenza? 23. Amir questa volta, decide di non fuggire e salva Sohrab. Come? 24. Amir riesce a portare Sohrab negli Stati Uniti. Ma lì il bimbo sembra all’inizio non adattarsi. Perché? È per quello che ha passato o per quello che ora vede intorno a lui, una vita diversa che egli non pensava che mai esistesse? 25. Amir e Hassan, da bambini giocavano con gli aquiloni. Quando Amir porta Sohrab, per la prima volta, in un prato per far volare un aquilone cosa legge negli occhi del bambino mentre quel pezzo di carta multicolore che può sembrare magico, vola nel cielo? 26. Dal libro al film: se avete letto il testo scritto, trovate che nella realizzazione filmica manchi “qualcosa” che, forse, avrebbe dovuto o potuto essere narrato? Se sì, quale? Se no, siete completamente soddisfatti della versione filmica? Oppure? 27. Perché, secondo voi, Marc Forster, il regista, ha deciso di girare il film in lingua Dari, una delle più parlate in Afghanistan e non, come sarebbe sembrato più logico, in inglese che gli afghani, nella maggior parte dei casi, parlano e comprendono? 28. David Benioff, sceneggiatore del film, definisce la vicenda da cui il film stesso è tratto, una storia di codardia e di coraggio. Sia che siate o non siate d’accordo su tale definizione, esprimete la vostra opinione in merito. 29. Khaled Hosseini sostiene che il suo libro passa dagli effetti stordenti della violenza e dell’intolleranza al trionfo dell’onore e della speranza. Secondo voi, dopo aver visto il film e possibilmente, avere letto il libro, trovate che Hosseini abbia ragione? _

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consigliato per le scuole secondarie di secondo grado

PORI proiezione: Gennaio 2009 cinema: GULLIVER Alfonsine proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

I Vicerè Regia ROBERTO FAENZA Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di FEDERICO DE ROBERTO Soggetto FEDERICO DE ROBERTO, ROBERTO FAENZA Sceneggiatura ROBERTO FAENZA, FRANCESCO BRUNI, FILIPPO GENTILI, ANDREA PORPORATI, TULLIA GIARDINA, RENATO MINORE Fotografia MAURIZIO CALVESI Scenografia FRANCESCO FRIGERI Musiche PAOLO BUONVINO Costumi MILENA MARINONI ITALIA, 2007 – dr. 120’ Drammatico, storico

 

Sicilia, metà dell’Ottocento. La dominazione borbonica sta per terminare e con essa tutto un mondo è in dissoluzione e deve fare i conti con l’imminente nascita dello Stato italiano. Consalvo, ultimo erede degli Uzeda, la famiglia dei Vicerè di Spagna, dalle esequie della zia Teresa all’età adulta è testimone e protagonista della perpetua guerra della sua casata nella corsa al potere e alla ricchezza. E per raggiungere il loro scopo, i componenti della famiglia, ognuno con la sua complessa personalità, non esitano a mettere in atto intrighi, lotte e misteri. Primo fra tutti il principe Giacomo, padre di Consalvo, un uomo superstizioso e tirannico interessato più al patrimonio familiare che all’amore per i propri cari.... “I Viceré” è il titolo del romanzo più conosciuto di Federico De Roberto che ne inizia la stesura a Milano nel 1894 raccogliendo materiale sulle vicende del Risorgimento meridionale, qui narrate attraverso la storia di una nobile famiglia catanese, quella degli Uzeda di Francalanza, discendente da antichi viceré spagnoli della Sicilia ai tempi di Carlo V. I componenti della famiglia degli Uzeda sono accomunati dalla razza e dal sangue vecchio e corrotto, dovuto anche ai numerosi matrimoni tra consanguinei. Quanto emerge da questa famiglia è la spiccata avidità, la sete di potere, le meschinità e gli odi che i componenti nutrono l’uno per l’altro alimentando in ciascuno una diversa patologica monomania.

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Ogni membro della famiglia ha una storia segnata dalla corruzione morale e biologica che si evidenzia anche nella loro fisionomia e nelle deformità fisiche che verranno riassunte dall’autore nell’episodio di Chiara che, dopo aver partorito un feto mostruoso lo conserva sotto formalina in un boccione di vetro. Ma I Viceré sono, oltre una storia di famiglia, anche una rappresentazione dagli accenti forti e disillusi della storia italiana tra il Risorgimento e l’unificazione, il romanzo è infatti ambientato negli anni tra il 1850 e il 1882, nella quale si svolgono le vicende e le fortune degli Uzeda. Visitare il sito di RAI 1 che ha trasmesso il programma in prima serata il 23 e 24 del mese di Novembre: http://www.rai.tv/mpprogramma/0,,Fiction%5E25%5E51660%5Et-1,00.html. 1. A metà del secolo diciannovesimo, dopo il 1848 che aveva acceso nei popoli i desiderio del diritto di vivere sotto sovrani non assolutisti ma costituzionali, quale era la situazione in quell’Italia che, nel 1815, al Congresso di Vienna, era stata definita da Metternich, primo Ministro austriaco, soltanto “una espressione geografica”? 2. Dal 1848 al 1859, quando grazie a Camillo Benso Conte di Cavour, scoppiò la II guerra di indipendenza, quale era la posizione del re Borbonico Ferdinando I? 3. Perché nella domanda precedente c’è la breve frase “grazie a Camillo Benso Conte di Cavour”? 4. Perché i Borboni che, all’inizio della guerra del 1859, avevano mandato alcuni loro reggimenti, durante la campagna, li ritirarono? Quali fatti temevano? E avevano ragione di temerli? 5. Nel 1860, davanti a Quarto, in Liguria, dove i 1080 di Giuseppe si radunavano per partire verso il regno delle due Sicilie, chi fu colui che, nascostamente, fece trovare nella baia due navi, il Piemonte e il Lombardo, di cui i Garibaldini si impadronirono senza colpo ferire? 6. Perché la flotta inglese, al largo della Sicilia, ufficialmente in quella posizione

per

difendere

il

regno

borbonico,

fece

passare

senza

intervenire, le due navi dei Garibaldini? 7. Garibaldi inizialmente, in Sicilia si proclamò dittatore e poi annunciò che agiva in nome di Vittorio Emanuele re d’Italia. Perché e dove Garibaldi che era da sempre repubblicano, fece questo annuncio? 8. Durante la campagna in Sicilia ci fu una pagina nera dell’avanzata garibaldina: Bronte. Approfondite l’argomento. 9. Giuseppe Mazzini, quando Garibaldi era a Napoli ormai padrone del regno borbonico, lo raggiunse. Perché? Cosa voleva Mazzini dal Generale? E perché Garibaldi si rifiutò?

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10. Perché Cavour, dopo la sconfitta al fiume Volturno dei borbonici da parte dei garibaldini, si affrettò a mandare a sud l’esercito piemontese sotto il comando di Vittorio Emanuele II? Quale era il suo timore? 11. Garibaldi, prima di tornare a Caprera, consegnò nelle mani di Vittorio Emanuele II il regno delle due Sicilie e chiese al sovrano nulla per sè e un solo premio per i suoi Mille e il re rispose affermativamente. una promessa che poi non fu mantenuta (o non si poté mantenere). Quale e perché? Approfondite l’argomento. 12. La nobiltà siciliana, non si sconvolse quando dai Borboni la sovranità passò ai Savoia. Questo fatto storico appare sia ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sia ne I Vicerè di Federico De Roberto: ma con una differenza sostanziale. Quale? Se avete letto i due libri o avete visto, oltre al film di Faenza, il Gattopardo di Luchino Visconti, cercate di evidenziarne gli elementi comuni e diversi nell’atteggiamento di accettazione al nuovo corso dei principi di Salina e dei nobili Uzeda. 13. Quale fu, storicamente, l’impatto tra i funzionari piemontesi che scesero in Sicilia, in nome del re d’Italia e i nobili siculi? Effettuate ricerche. 14. Fabrizio di Salina, protagonista del romanzo di Tomasi di Lampedusa, pur convinto che anche se tutto sembra cambiare, tutto resterà uguale, è aperto al nuovo corso degli avvenimenti al punto che accetta il matrimonio fra il nipote Tancredi e la figlia di un ricco borghese. Gli Uzeda, secondo la vostra opinione, sono altrettanto convinti della positività, per la Sicilia, della nuova situazione, oppure...? 15. Qual è la posizione del principe Giacomo Uzeda all’invasione della Sicilia e al nascere del nuovo Regno d’Italia? 16. Perché Consalvo, il figlio del principe Giacomo, non perdona il padre per ciò che quest’ultimo ha fatto a sua madre? 17. La storia inizia con una cerimonia funebre in occasione della morte della ricchissima principessa Teresa, madre nobile degli Uzeda. Quali e quanti sono i parenti che, durante le esequie, si mostrano più interessati al patrimonio della donna scomparsa che non alla sua morte? 18. Consalvo, persa la mamma, trova conforto nella sorellina Teresa, Quando e perché e con chi dei due figli il principe Giacomo si mostra più egoista e tiranno? 19. Fabrizio Salina in Il Gattopardo, nel far sposare il nipote Tancredi, a una borghese, pensa di essere nel giusto e non si rende conto del dolore che procura alla sua primogenita, innamorata del bel cugino. A Giacomo

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Uzeda non interessano quali potrebbero essere le aspirazioni affettive della figlia Teresa: ordina e attende solo di essere ubbidito. Due forme di egoismo di stampo ottocentesco (e purtroppo non solo) tipicamente maschile ma... c’è una differenza fra i due principi? Se sì quale? Se no perché? 20. La famiglia Uzeda è una famiglia patriarcale in cui Homo homini lupus. Chi secondo voi, tra loro è la vittima e chi il carnefice? 21. Consalvo, crescendo, affronta la vita come un tipico rappresentante degli Uzeda; da giovane ricco scapestrato a elemento fattivo nel mondo dei compromessi, tipico della politica di quel tempo e, purtroppo, di ogni tempo. Quando e perché avviene questo cambiamento di vita del giovane? 22. Quanto ha influito nella formazione di Consalvo l’essere stato esiliato dal padre, dopo la morte della mamma, in un monastero Benedettino dove viveva tra preghiere, corruzione privazioni? 23. Quanto, rispetto a oggi, la politica viene vissuta dagli Uzeda come prevaricazione, come falsità, egoismo e potere? 24. Dopo aver letto le definizioni che abbiamo scritto nei riguardi di ognuno dei membri della famiglia Uzeda, esprimete la vostra opinione su quali di queste definizioni siete d’accordo o su quali no, chiarendone i motivi. a. Teresa, principessa e madre, ovvero la chiara dimostrazione di quanto si possa essere egoisti nei riguardi dei figli e prepotenti anche in morte. b. Consalvo, ovvero l’ambizione di chi sa che, per censo e aspetto, si può ottenere tutto ciò che si vuole forse come risarcimento di vita vissuta. c. Giacomo, ovvero l’egoismo di chi non vede altri che sè, i suoi desideri, le sue scelte, le sue ambizioni. d. Teresa, figlia di Giacomo e della sorella di Consalvo, ovvero un amore infelice e un sacrificio immane nel rispetto di ubbidienza, imposta come forma di vita. e. Raimondo, fratello di Giacomo, ovvero la chiara egoistica dimostrazione di quanto una madre possa esser cieca nei riguardi di un figlio preferito e di quanto questi possa pensare solo a sè stesso ignorando i diritti degli altri. f.

Lodovico, fratello di Giacomo e Raimondo, ovvero l’accettazione più chiara e dolorosa dell’egoismo materno.

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g. Don Blasco, prozio di Consalvo, ovvero l’affermazione più pagana del piacere da vivere sotto l’umile saio di un monaco. h. Fra Carmelo, fratello di Don Blasco, frutto di un’unione extra coniugale del padre e suo servitore da sempre, ovvero l’umile fedeltà premiata. i.

Baldassarre, fratello bastardo del principe Giacomo, ovvero quando e come un servo può ergersi a protettore.

j.

Donna

Ferdinanda,

prozia

di

Consalvo,

ovvero

quando

il

sarcasmo può diventare stile di vita. k. Lucrezia, sorella di Giacomo, ovvero come il destino predestinato da decisioni familiari può cambiare per e nella persona. l.

Chiara, sorella minore di Giacomo, ovvero come il desiderio di una maternità mancata può spingere a decisioni malate e innaturali.

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consigliato dal Comitato l’Unicef per l’Italia per le scuole secondarie superiori

PORI proiezione: 28 Gennaio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Juno Regia JASON REITMAN Soggetto, Sceneggiatura DIABLO CODY Direttore della fotografia ERIC STEELBERG Scenografia STEVE SAKLAD Musiche e Canzoni MATTEO MESSINA, KIMYA DAWSON Costumi MONIQUE PRUDHOMME U.S.A. 2007-dr.91’ commedia, drammatico

 

Juno Mc Guff (Ellen Page) è un’adolescente schietta e sicura di sè che riesce a mantenere il controllo sulla sua vita, con apparente indifferenza e distacco, mentre vive tutti i turbamenti emotivi di una gravidanza, che la traghetterà dall’adolescenza all’età adulta. Intelligente e unica nel suo genere, Juno balla solo la sua musica, preferibilmente The Stoges, ma dietro ad un’apparente forza e leggerezza si nasconde una teenager che sta semplicemente cercando di capire che cosa fare. Mentre la maggior parte delle sue compagne della Dancing Elk passano il tempo su Internet o al centro commerciale, Juno è una brillante adolescente del Minnesota che vive seguendo regole tutte sue. Un pomeriggio noioso come tanti si trasforma in qualcosa di diverso quando Juno decide di fare sesso con Bleker (Michael Cera) un ragazzo timido e riservato. Ma quando scopre di essere incinta, con la collaborazione della sua migliore amica, Leah (Olivia Trilby) Juno escogita un piano per trovare una perfetto coppia di genitori per il bambino che porta in grembo. Dopo qualche ricerca, le due ragazzine mettono gli occhi su Mark e Vanessa Loring, una benestante coppia che vive nei quartieri alti e che sta cercando di avere un bambino in adozione. Per sua fortuna, Juno può contare sull’aiuto e il sostegno del padre e della matrigna, i quali, dopo lo shock iniziali davanti alla scoperta che la figlia ha fatto sesso con Bleker, che non sembra essere un campione di virilità, fanno quadrato intorno a lei. E così vedremo papà Mac che accompagna la figlia a conoscere la potenziale coppia di genitori per accertarsi che siano a posto e la matrigna Bren che dà tutto il sostegno emotivo di cui Juno ha bisogno per lottare contro i pregiudizi relativi ad una gravidanza così precoce.

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Ma quando sta per arrivare la fatidica data del parto, la vita apparentemente perfetta e idilliaca di Mark e Vanessa comincia a mostrare qualche crepa. Con il passare dei mesi, i cambiamenti fisici di Juno rispecchiano la sua crescita interiore e alla fine, mostrando un coraggio e un’intelligenza piuttosto insoliti in una ragazzina della sua età, affronterà i suoi problemi a testa alta con un’esuberanza giovanile che è al contempo intelligente e inaspettata. 1. Quali sono le caratteristiche psicologiche e comportamentali di Juno, in cui (la domanda evidentemente è rivolta alle ragazze) voi vi riconoscete? 2. Perché Juno decide improvvisamente di fare sesso con Bleker, e perché proprio con lui? Lo ha scelto scientemente? In quel particolare momento della vita, l’uno valeva l’altro? C’era in lei un minimo di sentimento nei riguardi di quel ragazzo? 3. Secondo voi Juno, considerato come ha agito, ha dato prova di maturità o di immaturità? 4. Perché, quando Juno scopre di essere incinta, decide comunque di non abortire? 5. Informa o non informa Bleker della sua situazione? E perché? 6. Juno è consapevole di non poter tenere il bambino. Quale piano escogita allora con l’aiuto di Leah, la sua più cara amica? 7. In effetti Juno sa che il suo piano porterà lontano da lei suo figlio ma non vuole che questo avvenga tanto lontano. Perché? Quali sono i sentimenti che Juno prova per l’esserino che cresce in grembo? 8. Quale sostegno danno a Juno Mac Mc Guff, suo padre e Bren la sua matrigna? 9. Quando i Mc Guff scoprono che il padre del nascituro è Bleker, quali sono le loro reazioni? 10. Juno con Leah si pone alla ricerca di una coppia di coniugi che a lei vada bene per affidare loro il suo bambino. Perché la sua scelta cade su Mark e Vanessa Lorin? 11. Quali sono i pregiudizi sociali contro cui Juno si scontra nel non volere interrompere la gravidanza? 12. E chi sono coloro che, oltre alla sua famiglia, l’aiutano in questo momento difficile per la sua vita? 13. Perché la decisione presa da Juno di affidare il suo bambino ai Loring tentenna quasi alla fine della gravidanza? 14. Cosa accade tra Mark e Vanessa per cui la ragazza comincia ad avere qualche timore per la serenità futura di suo figlio?

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15. Quale decisione prende Juno quando ha in braccio il suo bambino? 16. Secondo la vostra opinione, Juno, prendendo la sua decisione, dà prova di maturità notevole rispetto alla sua giovane età? Se sì o se no, chiarite le vostre motivazioni. 17. Quanto è cresciuta materialmente e caratterialmente e mentalmente Juno nei nove mesi di gravidanza? 18. La storia di Juno è credibile in un paese come gli Stati Uniti, anche se negli USA, ci sono diversità nelle adozioni tra Stato e Stato. In tutti è invece riconosciuto l’affidamento temporaneo da cui molte famiglie traggono i loro introiti per vivere, spesso lucrando sulle spalle dei poveri bambini e ragazzi, loro affidati, che fanno vivere in condizioni di povertà, pur usufruendo del sussidio, per loro dovuto, dallo Stato. Effettuate ricerche in merito. 19. Qual è la situazione di cui alla domanda precedente nel Minnesota, lo Stato in cui vive Juno? approfondite l’argomento. 20. Anche in Italia vige l’adozione per cui si deve seguire una prassi talmente difficile al punto che molte coppie si recano all’estero, pur di adottare un bambino. Perché e nell’interesse di chi si devono adottare tutte queste difficoltà nell’incontro tra un uomo e una donna che vogliono diventare una mamma e un papà e un bambino che non aspira ad altro che avere una casa e una famiglia? 21. In Italia vige anche il sistema dell’affidamento temporaneo, legato principalmente al fatto che, una famiglia accolga un bambino o un ragazzo, e non tanti, come in America, in cui si creano veri e propri pensionati (a meno che non si tratti di una casa famiglia), non completamente abbandonato in quanto, per motivi diversi (spesso carcere e droga), i genitori non possono temporaneamente occuparsi di loro. Esprimete la vostra opinione sul fatto che, un bambino o un ragazzo, dopo essere stato accolto con affetto da una famiglia affidataria agiata, tornerà dal genitore naturale che, pur uscito dal tunnel in cui era entrato, non sarà sicuramente in condizione di garantire al figlio lo stesso tenore di vita che la famiglia temporanea gli aveva consentito, e a cui senz’altro il bambino si sarà abituato, affezionandosi ai genitori e agli eventuali fratelli pro-tempore.

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consigliato per le scuole elementari e medie inferiori

PORI proiezione: 21 e 23 GENNAIO 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Kung Fu Panda

 

Regia MARK OSBORNE E JAHN STEVENSON Soggetto ETHAN REIFF, CYRUS VORIS Sceneggiatura JONATHAN AIBEL, GLENN BERGER Fotografia YONG DUK JHUN Musiche JOHN POWELL, HANS ZIMMER Montaggio CLARE KNIGHT Scenografia RAYMOND ZIBACH Effetti MARKUS MANNINEN USA 2008-dr.92’ animazione Po, un panda grassoccio con la passione per il Kung fu, secondo un'antica profezia sarebbe il prescelto 'Guerriero del Dragone' che grazie alla nobile arte marziale sconfiggerà il crudele Tai Lung. Con l'aiuto delle 5 Furie - Tigre, Gru, Scimmia, Vipera e Mantide - guidati dal sommo Shifu, l'intrepido Po si trasformerà da cameriere ciccione e scansafatiche in un abile e temibile Maestro Shaolin. Kung Fu Panda, diretto da John Stevenson (sceneggiatore dei due 'Shrek' e di 'Madagascar') e Mark Osborne, fa il verso ai film del filone esotico tipo 'La tigre e il dragone' di Ang Lee, tutto un ruotare in aria banale di corpi e canne di bambù, un po' fuori tempo per avvincere pargoli e genitori. E se Shrek vampirizzava la mitologia disneyana, il Panda fa il parassita nell'iconografia cinese a base di pupazzi scolpiti al computer, e questa volta ruba in casa il personaggio di 'Guerre Stellari', Yoda, il piccoletto orecchiuto dalla grande saggezza." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 15 maggio 2008). Kung Fu Panda è una gioia per gli occhi e, come i veri film di arti marziali, una fiaba morale non banale, con un panda ciccione che supera le proprie debolezze e diventa un eroe. (Alberto Crespi, 'L'Unità', 16 maggio 2008). A passo di carica sulla linea in 3D beatificata da 'Shrek', i registi John Stevenson e Mark Osborne inventano ancora un animale antropomorfico che è impossibile non amare: un panda ciccione e sognatore immerso nelle suggestioni della Cina ancestrale e destinato - suo malgrado - a salvare la Valle della Pace dalle grinfie di un mostruoso campione di arti marziali dalle sembianze di un leopardo. All'uscita italiana si perderanno le voci originali, ma i bamboccioni d'ogni età applaudiranno lo stesso entusiasti. (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 16 maggio 2008).

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In uscita nella stagione 08/09 consigliato da Agiscuola per le scuole secondarie di primo e secondo grado

proiezione: 17-18 Febbraio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia

La classe – Entre les murs Regia LAURENT CANTET Soggetto, Sceneggiatura FRANCOIS BEGAUDEAU, LAURENT CANTET, ROBIN CAMPILLO Fotografia PIERRE MILON, CATHERINE PUJOL, GEORGI LAZAREVSKI Scenografia SABINE BARTHELEMI, HELENE BELLANGER Costumi MARIE LE GARREC Montaggio ROBIN CAMPILLO, STEPHANIE LEGER FRANCIA 2008-dr.128’ drammatico VINCITORE DELLA PALMA D’ORO AL 61^ FESTIVAL DI CANNES (2008).

 

Lo confesso: sono di parte. Pertanto, scriverò sul film La classe di Laurent Cantet, premiato a Cannes 2008 con la Palma d’oro, non come potrebbe fare uno spettatore qualsiasi, ma come uno che ha passato la sua vita entre les murs di un’aula. Con la logica conseguenza di una visione personalizzata, da seduta psicanalitica, giacché ho avuto la sensazione di trovarmi non all’interno di una sala cinematografica, ma nel salotto di casa e con un album di fotografie tra le mani. Lo sfoglio e, dai fotogrammi fissi, partono spezzoni di vita scolastica. Lo so: è un errore costringere gli amici a vedere fotografie con i nostri occhi e a pretendere che ne condividano i ricordi. Ma lo faccio lo stesso, perché è più forte di me e perché, in altre occasioni, sono stato io a sopportare i loro racconti di prime comunioni, nozze e gite. E’ così che, sfogliando le sequenze de La classe, non posso fare a meno di raccontare ad altri quello che io ho visto dentro le immagini e che, di certo, vedranno anche coloro che nella scuola ci vivono. Gli altri si accontentino pure di guardare dall’esterno, ma sappiano che la loro è una visione inevitabilmente approssimativa.

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Tutto inizia con un libro autobiografico, scritto da François Bégaudeau, insegnante di Francese in una scuola media superiore di Parigi. Cantet (quello di Verso il sud) se ne impossessa e decide di realizzare il film. Non vuole attori professionisti e si rivolge agli stessi insegnanti ed alunni che frequentano la scuola. Alla fine di un anno di incontri settimanali di recitazione, sceglie quelli più assidui. Tutti, professori e Preside compresi, non devono fare altro che costruire autoritratti e interpretare se stessi. Ne viene fuori un film verità senza una sola sequenza inventata, una sola inquadratura che non richiami alla mente alunni, docenti, genitori realmente esistenti. La compressione del tempo e dello spazio fa sì che in due ore e otto minuti di proiezione venga riassunto un intero anno scolastico e che il liceo Françoise Dolto del ventesimo arrondissement di Parigi diventi una finestra aperta non solo sulla scuola francese, ma anche su quella italiana ed europea. Tutto quello che si vede in questo film, insomma, accade veramente nelle nostre scuole. Il cinema, una volta tanto, non ha preso la scuola come pretesto per narrare una sua storia; è stata la scuola che si è servita del cinema per narrare se stessa. E’ per questo che, invece del film, ho visto le scuole della mia carriera di insegnante, gli sfoghi di delusione dei colleghi, i consigli di classe con pareri discordi, i colloqui con i genitori, i consigli di disciplina, le chiacchiere di corridoio, il brindisi augurale alla collega incinta. Che i ragazzi del film si chiamassero Souleymane, Kohumba, Wei e Sandra e quelli dei miei ricordi Giulio, Francesco, Lucia e Naomi; che i primi provenissero dal Marocco, dal Mali, dal Giappone e dalla Cina e i secondi da Olevano Romano e da Nettuno, dal centro di Roma e dai quartieri periferici di Primavalle, Ponte Mammolo e Tufello, è stato del tutto irrilevante. La classe racchiude tutte le classi, dove i bravi ragazzi e i secchioni che gratificano il lavoro dei docenti dividono lo stesso banco con coetanei indisciplinati, saccenti e maleducati che mettono a dura prova entusiasmo e voglia di insegnare. A differenza di tanti altri film sulla scuola, in questo diario di Bégaudeau – Cantet, sono del tutto assenti l’enfasi, la parodia, la drammatizzazione, la retorica. L’aula è solo il luogo dove si dà spazio al dialogo, si crede nella democrazia e si costruiscono individui, giorno dopo giorno e con pazienza infinita. E’ un errore quantificare il valore di un’ora di lezione facendo riferimento solo all’assistenza, alla preparazione delle lezioni e alla correzione dei compiti. Vanno valutati i successi e le sconfitte, il pericolo di perdere le staffe di fronte ai continui perché lanciati come provocatorie sfide, la delusione per le accuse vendicatrici e maliziose di alunne sgallettate, la tentazione di prendere a schiaffi il ragazzo dell’ultimo banco che non si toglie il cappellino, dà del tu al prof e diventa improvvisamente violento. Mestiere amaro, quello del docente, che solo di rado dà la soddisfazione di vedere i frutti di quanto s’è seminato. E fa bene Cantet a non dirci chi ha vinto e chi ha perso alla fine dell’anno scolastico. L’unica sfida che propone è quella che si svolge all’interno del minuscolo cortile della scuola, con preside, docenti e alunni accomunati in una chiassosa partita di calcio. L’aula resta vuota e non sapremo mai chi è stato promosso o bocciato. Tutto è rimandato negli anni, quando sarà la vita a dare una risposta alla ragazzina che dice “Professore, io non ho imparato nulla quest’anno, perché non capisco perché studiamo quello che studiamo”. Non è compito del cinema trovare le risposte ai conflitti e alle intolleranze che, all’interno di una classe come nella società, si scatenano per un nonnulla. Potrebbe, dovrebbe essere compito della scuola in simbiosi con la famiglia; ma dovremmo parlare di una scuola amata da tutti. Potrebbe, dovrebbe essere compito di chi governa; ma dovremmo parlare di politici e ministri che, prima di sproloquiare su un’istituzione allo sbando e da riformare, su docenti fannulloni pagati più di quanto non meritano, su tagli da operare per risanare il bilancio, abbiano, almeno per un’ora, messo piede dentro le mura di una classe composta da 25 scatenati adolescenti. (La recensione è di Italo Spada, http://www.agiscuola.it/content/view/118/71/ , su Agiscuola.it novembre 2008.)

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“Entre les murs”, che Laurent Cantet ha tratto dall'omonimo libro dell' ex insegnante François Bégaudeau, chiamato a interpretare il professore che per un anno insegnerà francese a una classe di quattordicenni. Cantet fa onore al suo passato di regista "impegnato" (Risorse umane, A tempo pieno) evitando tutte le trappole che il tema "scuola" può creare. Niente facile demagogia, nessuna generalizzazione né falsificazione drammatica: l'insegnamento della lingua francese a degli scolari della periferia parigina, dove il miscuglio di razze va di pari passo con quello sociale e familiare, è lo strumento per farci entrare nelle tante (troppe?) contraddizioni del sistema scolastico, nelle difficoltà e nelle stanchezze di una professione come l'insegnamento (le scene del consiglio dei professori sono molto indicative) ma anche nelle potenzialità e nelle ambiguità di una condizione come quella di allievo. Riuscendo così a raccontare una "normalità" fatta di rapporti quotidiani, problemi e tensioni, scontri, parole e discussioni. A cui una macchina da presa mobilissima e sempre addosso alle persone riesce a restituire il sapore di una verità che non si dimentica tanto facilmente." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 25 maggio 2008). “Si tratta di un quasi-documentario, tratto dal libro omonimo pubblicato due anni orsono dal trentasettenne François Bégaudeau, interpretato dallo stesso ex insegnante di scuola media e realizzato facendo interpretare se stessi a ventiquattro alunni della scuola di un quartiere «difficile» parigino. Grazie a un sofisticato lavoro preparatorio e al delicato equilibrio tra immedesimazioni e recitazioni, il risultato è intenso e originale, ancorché a rischio di monotonia specialistica. Comunque le lezioni, i collegi dei professori, gli scontri, l'irruzione del mondo esterno, i ruoli coperti o scoperti delle famiglie e la conflittualità permanente innescata dalla multi etnicità del gruppo riescono nell'intento di comunicare non solo le pene della categoria disprezzata e malpagata degli insegnanti, ma anche i dubbi e i drammi dei ragazzi di umili origini incapaci di comprendere la necessità della disciplina e della gerarchia e sempre in bilico tra la scuola e la strada.” (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 25 maggio 2008). In “Entre les murs”, film di due ore girato interamente tra le aule di una scuola, si mantengono queste prerogative di chiusura esistenziale, intesa come impraticabile via di scampo oltre i termini della visione. Cantet prova a mettere in scena un'opera che illustra nuovamente la quotidianità urbanizzata

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francese

altalenando

la

possibile

armonia

e

l'incombente

frattura

comunicativa tra il giovane professore di francese François e la mescolanza di scolari della classe quarta di una scuola media parigina del 20esimo arrondissement. La democratica applicazione dell'uso della lingua francese, in una classe non proprio da disperata periferia, e il tentativo di imporre una moderata disciplina a una truppa di ragazzini con le loro esuberanti necessità, diventa

analisi

drammaturgia

dell'ambiguità dal

finale

del

reale

notevolmente

che

sfocia

pessimista.

in

una

(Davide

intensa Turrini,

'Liberazione', 25 maggio 2008). Tutto un paese in un'aula scolastica. Di più: un intero continente (l'Europa multietnica), uno stile di vita (il nostro), un sistema sociale (la democrazia). Non raccontati ma piuttosto svelati da un piccolo grande film che è una vera lezione, 'Entre les murs'. Per la semplicità dei mezzi, per il rigore del metodo, per la complessità del risultato. Sono rari i film che comunicano con tanta forza il sentimento del presente. Presente del mondo in cui viviamo, ma anche del cinema che lo ausculta cambiando strategie per restituirne l'inafferrabile verità. E qui veri sono i ragazzi, allievi di un liceo parigino e spesso figli di arabi, africani, cinesi, attori e co-autori di personaggi che devono molto (ma non tutto) alla loro vita. Vero è il professore, François Bégaudeau, autore di un romanzo sulle sue esperienze, ora protagonista e co-sceneggiatore del film. E veri sono i rapporti costruiti da questa classe (finta) con il loro (vero) professore, negli atelier di improvvisazione e poi sul set. Cosa trasmettere ad allievi così eterogenei? (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 maggio 2008). 'Entre le murs', ovvero 'In classe', era il titolo del libro che François Bégaudeau, allora trentacinquenne professore alle scuole medie, scrisse due anni fa, con grande successo di pubblico e di critica. Adesso è diventato il film di Laurent Cantet con Bégaudeau che recita se stesso e gli studenti di una scuola periferica del 20˚ arrondissement parigino a fargli da corona. Il risultato è molto bello e dà un'idea non solo e non tanto dell'eroismo oscuro di una categoria vituperata e malpagata qual è quella degli insegnanti, ma anche delle difficoltà di un universo studentesco, multietnico spesso di umili origini, stretto fra la scuola e la strada, la necessità di un ordine e la difficoltà a comprendere la disciplina, il senso dei ruoli e l'incapacità a mantenere le distanze... (Stelio Solinas, 'Il Giornale', 24 maggio 2008).

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"La figura dell'insegnante appare nella sua versione più desolata, il povero Bégaudeau, autore del libro e protagonista principale del film, è davvero uno sciagurato, quasi un inetto, che non ne fa una giusta neanche per sbaglio. (...) Mai osa proporre ai ragazzi un brano di Shakespeare, una poesia di Baudelaire, qualcosa di alto e nobile che possa modificare la loro sensibilità: non crede più alla potenza dell'arte, del pensiero, della bellezza, si accontenta di aderire timorosamente alla vita degli studenti, di certificare l'esistente, lo status quo, la vita così com'è, ed è una brutta vita. Finirà ad insultare due allieve e a farsi minacciare dal bullo della classe, poi espulso a forza dalla scuola. Un insuccesso totale, una catastrofe." (Marco Lodoli, "la Repubblica', 14 ottobre 2008).

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consigliato dal Comitato Unicef per l’Italia per le scuole elementari e medie inferiori

proiezione: Mese Anno proiezione: Gennaio 2009 cinema: GULLIVER Alfonsine proiezione: Marzo 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia NOME Città

La volpe e la bambina Regia LUC JACQUET Soggetto LUC JACQUET Sceneggiatura ERIC ROGNARD Fotografia ERIC DUMAGE, GERARD SIMON Musiche EVGUENI GALPERINE, ALICE LEWIS, DAVID REYES Montaggio SABINE EMILIANI Effetti CEDRIC FAYOLLE, HUGUES NAMUR FRANCIA, 2007 – dr. 90’ Family, LA VOCE NARRANTE E’ DI AMBRA ANGIOLINI

 

In una mattina d’autunno, alla curva di un sentiero, una bambina scorge una volpe. Affascinata al punto da dimenticare la paura, osa avvicinarsi. Per un attimo le barriere che dividono la bambina e l’animale svaniscono. Comincia così la più sbalorditiva e favolosa delle amicizie. Grazie alla volpe, la bambina scoprirà una natura segreta e selvaggia, in un’avventura che cambierà la sua vita, la sua percezione delle cose e anche la nostra... La volpe, un’attrice dotata ma imprevedibile. Intervista al regista Luc Jacquet: D: Perché la volpe e non un altro animale? R: é una scelta personale, amo quest’animale. C’è ovviamente anche l’eco del mio incontro con lei, ma è anche, tra gli animali delle nostre foreste, quello che mi attrae di più. Portare la volpe, questo personaggio eternamente di secondo piano, nella parte alta del manifesto, facendole incarnare il mondo animale, era una scommessa eccitante. Altri rappresentanti della fauna europea, tassi, ricci e ermellini e anche lupi, orsi e linci, completano il cast in altrettanti ruoli secondari. Filmar la volpe è una specie di sfida. Prima di queste riprese mi era capitato di aspettare ore, prima che una volpe uscisse dalla sua tana, per vederla e poi tagliare furtivamente la corda da un’altra via di uscita. E per finire, la volpe mi sembra l’animale ideale per esplorare il legame conflittuale e paradossale che unisce l’uomo all’animale selvatico.

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La volpe ha in sè il paradosso: da una parte è un animale cacciato, che scappa via non appena ci identifica come predatori, ma dall’altra è anche un animale curioso e pragmatico che non esita ad avvinarsi anche alle abitazioni dell’uomo. Si sentono spesso gli abitanti delle zone di villini residenziali raccontare del loro incontro con una volpe che ha appena preso il cibo dalle loro mani, proprio in fondo al loro giardino. É un animale seducente che mette a dura prova il nostro bisogno di affetto possessivo, in quanto può sparire per settimane, prima di tornare a farci visita. E’ il soggetto ideale per riflettere sull’idea del’addomesticamento. Popolazioni intere di volpi si sono istallate nel cuore delle metropoli occidentali. Credo che la volpe e l’uomo siano accomunati da un interesse e da una curiosità che mi sembrano reciproci. 1. Nel film avete visto il tipo di vegetazione e i suoi cambiamenti al mutare delle stagioni. provate a scoprire dove è stata girata questa storia. 2. Qual è il tipo di paesaggio descritto dal regista? 3. Quali zone del mondo presentano le 4 stagioni differenziate? 4. Oltre alla volpe, nel documentario, avete incontrato o notato altri animali? Quali? 5. La bambina è incuriosita dal mondo della natura e nel tempo libero fa delle lunghe passeggiate nella foresta, osservandone i paesaggi e i piccoli animali che la popolano. Un giorno, come per magia, incontra la volpe e decide

di

addomesticarla.

Riflettete

sul

senso

del

concetto

di

addomesticamento. 6. Secondo voi perché la bambina vuole addomesticare la volpe? 7. Ci sono delle differenze nell’approccio che si ha con un animale domestico e uno selvatico? 8. Da cosa capite che la bambina è riuscita nel suo intento? 9. Raccontate la storia del rapporto che avete con un vostro animale domestico, descrivendo le cose che fate insieme e quelle che non potete fare con lui, cercando di riflettere sul carattere del vostro animale e su come questo influenza la vostra relazione. Se non avete un animale, indicate quale vorreste avere e perché. 10. Il rapporto tra la volpe e la bambina si è ormai consolidato: la volpe ha aiutato la bambina a scoprire i segreti della foresta e la bambina è riuscita ad abbattere la naturale paura della volpe verso l’uomo. Ma questa amicizia è veramente possibile? 11. Spiegate il significato della frase “avevo confuso l’amore con il possesso”. Siete d’accordo con essa? 12. In quali momenti del film è evidente che la bambina sta sbagliando? 13. Come riconosce il suo errore? 14. Elencate, utilizzando due colonne, cosa c’è di giusto e di sbagliato nella volontà della bambina di creare un legame di amicizia con la volpe.

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15. Come viene vista dall’Uomo, ai giorni nostri, la natura selvaggia? In che modo l’esperienza diretta con la natura potrà contribuire a migliorare il rapporto natura-società? 16. Vi è mai capitato di assistere ad un importante evento naturale? Descrivete l’evento e le emozioni che ha provocato in voi. 17. L’uomo ha sempre preteso di forzare la natura, adattandola ai suoi bisogni. Elencate con degli esempi quale siano alcuni fenomeni di questo uso e abuso. 18. Negli ultimi 100 anni nel nostro pianeta si è assistito al fenomeno del disboscamento o deforestazione. Quali sono le zone maggiormente colpite? Quali sono le cause principali? Quali sono i danni che ne potranno scaturire? Dopo aver fatto qualche ricerca, rispondete esaurientemente alle domande. 19. Avete mai sentito parlare del protocollo di Kyoto? Con l’aiuto della vostra insegnante cercate di comprenderne il significato. 20. Quali sono secondo voi, le attività umane che possono avere un effetto negativo sull’ambiente? 21. Qual è il contributo che voi, come singoli, potete dare alla salvaguardia dell’ambiente? 22. L’ambiente o biosfera, è l’insieme delle risorse indispensabili a garantire la vita di tutte le specie viventi, animali e vegetali, semplici e complesse, presenti sul pianeta Terra. Elencate le risorse che voi considerate in dispensabili alla vita vostra e degli altri esseri viventi. 23. Raccontate una vostra esperienza personale di incontro con la natura. Avete mai visto nascere un cucciolo o avete mai curato un animale ferito? Descrivete le vostre emozioni.

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consigliato per le scuole primarie di primo e di secondo grado

PORI proiezione: 26 e 27 MARZO 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Madagascar 2 Regia TOM Mc GRATH, ERIC DARNELL Sceneggiatura ETHAN COHEN Musiche HANS ZIMMER Effetti SCOTT SINGER

 

USA 2008 animazione Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotamo si lasciano convincere dai pinguini a tentare di lasciare il Madagascar, a bordo di un aereo improvvisato, per tornare a New York nell'amato Zoo di Central Park. Quando il piano sembra funzionare, l'aereo perde quota e il gruppo di 'civilizzati' animali precipita nel bel mezzo della selvaggia Africa nera. Le differenze tra la giungla reale e quella di cemento da cui provengono non tardano a palesarsi e la loro sopravvivenza sembra una mera illusione, ma con il passare dei giorni il gruppo si rende conto che l'Africa potrebbe essere un gran bel posto in cui vivere. Ritorna il bestiario che scorrazzò a piacere nel primo film, il leone, i pinguini, la giraffa, l’ippopotamo, tutti ancora disponibili a rimettersi in gioco per una nuova avventura, o meglio una grande fuga in cui la scaltrezza e la goffaggine di ognuno verranno messe alla prova. Come tutti i sequel ha il vantaggio di contare su un buon numero di amici già affezionati; e per gli animali in questione è un vantaggio. ( Scheda breve tratta dal periodico FILM D.O.C. n. 80 Novembre-Dicembre: all’indirizzo www.filmdoc.it disponibile rivista in formato .pdf. )

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consigliato dal Comitato Unicef per l’Italia per le scuole dell’infanzia, primarie di primo e di secondo grado

PORI proiezione: 3-4-5 Febbraio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Ratatouille Regia e sceneggiatura BRAD BIRD Tratto dall’omonimo racconto di BRAD BIRD, JIM CAPOBIANCO, JAN PINKAVA Soggetto BRAD BIRD, JIM CAPOBIANCO, JAN PINKAVA, EMILY COOK, KATHY GREENBERG Fotografia ROBERT ANDERSON, SHARON CALAHAN Scenografia HARLEY JESSUP Musiche MICHAEL GIACCHINO** Effetti BENJAMIN ANDERSEN USA, 2007 – dr. 110’ Animazione, commedia, family

 

“Ho sempre pensato che lavorando sodo e con un po’ di fortuna, prima o poi il mio talento sarebbe stato scoperto. “ Remy. Ratatouille racconta una delle amicizie più improbabili da immaginare. Il protagonista del film è un tipo di nome Remy, che ha un sogno impossibile, quello di diventare un rinomato cuoco in un ristorante francese a cinque stelle. Assieme allo sguattero Linguini percorre il proprio percorso creativo per diventare il miglior cuoco di Parigi. Per tutta la vita Remy ha mostrato un olfatto dotatissimo e il sogno più inusuale possibile per un topo: cucinare in un ristorante rinomato. Senza preoccuparsi nell’evidente difficoltà di emergere nella professione che ha maggiore paura dei topi al mondo, per non parlare degli inviti della sua famiglia ad accontentarsi del suo stile di vita (fatto di mucchi di immondizia), le fantasie di Remy sono ricche di flambé e sauté. Ma quando le circostanze fanno arrivare Remy nel ristorante parigino reso famoso dal suo eroe culinario Auguste Gusteau, il cui motto “Chiunque può cucinare”, ha ispirato Remy per tutta la vita, capisce che venire scoperto in una cucina può essere decisamente pericoloso se si hanno i baffi e una lunga coda... Nel momento in cui i sogni di Remy sembrano sul punto di andare in fumo, trova quello di cui ha bisogno, un amico che crede in lui: l’addetto alle pulizie del ristorante, un ragazzo timido ed isolato che sta per esser licenziato.

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Ora, non avendo nulla da perdere Remy e Linguini formano la più improbabile delle coppie, con il goffo corpo di Linguini che canalizza la mente creativa di Remy, mettendo Parigi completamente sottosopra e si ritrovano entrambi a vivere un’incredibile avventura fatta di svolte comiche, sviluppi emotivi e il più improbabile dei successi, che i due non avrebbero mai potuto viver senza l’aiuto reciproco. ** Michael Giacchino: è un talento precoce, a soli 10 anni ha come idolo John Williams, il guru che ha musicato Star Wars. Nel 1997, qualche anno piu tardi, riesce a sfondare nel mondo della musica sinfonica per il cinema grazie ad un incontro con il padre della colonna sonora di Guerre Stellari. Da questo momento in poi la sua carriera è in rapida ascesa, fino ad arrrivare ad orchestrare Ratatouille, score candidato all’Oscar come migliore colonna sonora, aggiudicandosi poi un Granny. 1. Ratatouille è un piatto famoso della cucina francese. Con quali ingredienti si prepara? Effettuate ricerche in merito. 2. Come mai un topino come Remy, aspira a diventare un grande cuoco per gli esseri umani? 3. La famiglia di Remy che vive nelle fogne di Parigi, logicamente mangiando ciò che si può trovare in quel luogo, cerca di togliere l’idea dalla testa di Remy. Perché la giudica irrealizzabile o al di fuori delle normali aspirazioni di un topo normale o estremamente pericolosa? 4. Qual è la posizione di Django, il padre di Remy all’irremovibile decisione del figlio? 5. Cosa accade quando Remy riesce ad affacciarsi alla cucina di un famoso ristorante? 6. In che occasione Remy pensa che non riuscirà a realizzare la sua aspirazione e decide quasi di rinunciarci? 7. Chi è Linguini e in che occasione incontra Remy? 8. Quando Linguini comprende che Remy potrebbe essere la sua fortuna? 9. Come e quando Remy e Linguini riescono a raggiungere quello che si potrebbe definire il più improbabile dei successi? 10. E’ certo che Remy instauri un rapporto improbabile con Linguini, il nuovo sguattero del ristorante Gusteau’s. Comunicare è una grande sfida per i nuovi amici, soprattutto perché Linguini è decisamente alto, mentre Remy misura meno di venti centimetri. come ci riescono? 11. Quando Remy si rende conto di quanto siano diversi i luoghi dove vive la sua famiglia da una smagliante cucina di un noto ristorante di Parigi? 12. Le fogne della capitale francese ancora peggio di come vengono descritte in questo film, esistono sul serio e sono enormi: chilometri e chilometri di cunicoli e catacombe, fiumi sotterranei che spesso, esondando, creano gravi difficoltà per gli abitanti del buio, talvolta non solo topi o altri

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animali, ma anche uomini, clochard che vi si rifugiano per sopravvivere. Effettuate ricerche in merito. 13. A quale imperatore francese si deve la sistematica costruzione delle fogne di Parigi? 14. Nel secolo diciannovesimo un grande scrittore francese, Victor Hugo, narrò nel suo romanzo I Miserabili una fuga attraverso le fogne parigine di un uomo inseguito che camminava con uno ferito sulle spalle. Cosa accadde loro? Fatevi narrare la storia dai vostri genitori o dai vostri nonni. 15. Cosa in particolare non ama Remy vivendo nelle fogne? Il buio, il cibo o i pericoli spesso causati da inondazioni legate ai fiumi sotterranei, che in seguito alle piogge, esondano? 16. Cercate sul dizionario le parole esondazione e inondazione e scrivetene i diversi significati. 17. Quando c’è un’inondazione nel film, come cerca di sopravvivere la sterminata popolazione dei topi? 18. Casa accade in cucina tra gli umani quando si aspetta l’imminente visita dell’ispettore sanitario? 19. É a causa della visita dell’ispettore che Remy e Linguini si incontrano? 20. Al momento del loro incontro, quali problemi di carattere familiare e di sopravvivenza hanno Remy e Linguini? 21. Chi dei due capisce, prima dell’altro, la loro reciproca utilità? 22. Perché gli autori del film hanno deciso un’evoluzione di Remy, facendolo camminare a due e non a quattro zampe? 23. Chi è auguste Gusteau e perché è l’idolo del piccolo Remy? 24. Colette è il cuoco più tenace e anche l’unica donna presente nella cucina del Gusteau’s. Colette guida una motocicletta Calahan. E’ decisa, prepotente con tutti. Anche con Remy? 25. Anton Ego, il più potente critico gastronomico di Parigi, può creare la reputazione di un ristorante o distruggerla con una sola recensione. L’ufficio di Ego è a forma di bara. Secondo voi perché? 26. Il personaggio di Skinner, il cuoco responsabile del ristorante Gusteau’s, è alto poco più di un metro e soffre del complesso di Napoleone. Sapete cosa sia questo complesso? Approfondite l’argomento.

27. Il nome di Skinner è un riferimento allo psicologo che ideò la teoria del comportamentismo, B.F. Skinner, celebre per i suoi esperimenti sui topi. Effettuate ricerche su questa teoria.

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consigliato dal Comitato Unicef per l’Italia per le scuole primarie e secondarie di primo grado

PORI proiezione: 4 Febbraio 2009 cinema: MODERNO Castel Bolognese proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Rosso come il cielo Regia CRISTIANO BORTONE Sceneggiatura PAOLO SASSANELLI, CRISTIANO BORTONE, MONICA ZAPELLI Fotografia VLADAN RADOVIC Scenografia DAVIDE BASSAN Musiche EZIO BOSSO Costumi MONICA SIMEONE ITALIA, 2005 – dr. 96’ Drammatico VINCITORE DEL DAVID GIOVANI 2007 – EVENTO SPECIALE UNICEF ALLA 1° EDIZIONE DI CINEMA FESTA INTERNAZIO NALE DI ROMA (2006) SEZIONE ALICE

 

Ispirato alla storia vera di Mirco Mencacci, uno dei migliori montatori del suono in Italia, il film è ambientato nella Toscana dei primi anni ‘70. Il piccolo Mirco a soli 10 anni è un grande appassionato di cinema. Purtroppo, a seguito di un incidente, perde la vista e, considerato per legge portatore di handicap, non può frequentare la scuola pubblica. I genitori sono quindi costretti a farlo ospitare in un istituto per non vedenti a Genova. Qui, Mirco trova un vecchio registratore a bobine e con un po’ di pratica inizia a montare una serie di favole sonore fatte solo di rumori. Tuttavia, gli istitutori non vedendo di buon occhio la passione di Mirco, tentano in ogni modo di porre termine al suo hobby, ma il bambino non si perde d’animo e decide di coinvolgere altri ragazzi in una scappatella notturna. Dopo la sua bravata Mirco viene espulso, ma un’intera città si mobilita per aiutarlo..... Nel 1971 la legge italiana non permetteva ai bambini non vedenti di frequentare la scuola pubblica e li costringeva ad una sorta di reclusione negli ‘istituti per ciechi’, strutture impermeabili alle esigenze e alle aspirazioni dei bambini ad una vita normale. L’esperienza sensoriale di Mirco, nata per gioco, diventa sempre più importante e coinvolge gli altri bambini dell’istituto. Il percorso di liberazione di Mirco si intreccia con quella di tutto l’Istituto Chiossone di Genova. Nel 1971 gli studenti ciechi occuparono l’istituto, per protestare contro la gestione inumana e per il riconoscimento della propria ‘normalità’.

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La polizia intervenne contro i ragazzi e fu decisa l’espulsione dall’istituto dei capi della rivolta. A questa decisione si oppose un largo movimento di solidarietà da parte della società civile. Vennero così decisi la revoca dei provvedimenti, il licenziamento del direttore e le dimissioni dell’intero consiglio d’amministrazione. Questa esperienza fu la scintilla che avrebbe portato, nel 1976, all’abolizione delle scuole per ciechi e all’inserimento dei bambini non vedenti nella scuola pubblica. “Ispirato alla storia di Mirco Mencacci, noto montatore del suono del cinema italiano (da Ozpetek a Giordana), Rosso come il cielo di Cristiano Bortone è un piccolo film che conquista per l’onestà e la pulizia dello stile del racconto. (...) Mai patetico, edificante o smielato, Rosso come il cielo scorre con aggraziata semplicità, avvalendosi di un indovinato cast in cui spiccano il piccolo protagonista Luca Capriotti e l’illuminato sacerdote Paolo Sassanelli. Per non parlare del suggestivo ‘sound design’ a cura dello stesso Mencacci.” (Alessandra Levantesi, ‘La Stampa’, 9 marzo 2006) "(...) Miracolosamente girato tra molti bambini davvero non vedenti, il film racconta gli sforzi del ragazzo per impadronirsi attraverso i suoni del mondo circostante e i suoi sforzi per registrare i rumori della vita e quelli delle stagioni sono la cosa migliore di un nobile racconto che non indugia mai nella retorica e che potrebbe avere, se qualcuno ci pensa, una ottima audience in tv, anche per un piccolo protagonista dottissimo, Luca Capriotti.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 9 marzo 2007) “Un piccolo, toccante mélo familiare interpretato da bambini che recitano come attori veri. (…) Speriamo che Rosso come il cielo trovi un suo pubblico: sicuramente andrebbe visto (e ascoltato) in tutte le scuole d’Italia.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 9 marzo 2007) 1. Spesso l’atteggiamento istintivo, in molte persone, nei confronti della diversità fisica è di imbarazzo o di compatimento. Qual è a questo proposito il vostro comportamento? 2. Qual è la vostra opinione riguardo al fatto che, nel 1975, epoca in cui è ambientato il film, esistessero scuole speciali per non vedenti? 3. Nel film appaiono due figure di adulti: don Giulio e il direttore dell’Istituto. Si potrebbe dire che il sacerdote rappresenti il nuovo e il direttore il vecchio sistema educativo. Siete d’accordo? 4. Perché la direzione del collegio si oppone alla passione di Mirco? 5. Perché Mirco viene espulso dal collegio? 6. Chi è Ettore e come reagisce all’espulsione del suo giovane amico? 7. La riammissione di Mirco è legata, oltre che all’intervento di Ettore, anche ai cambiamenti che si stavano verificando nella nostra società. Approfondite. 8. Cosa ha regalato Mirco agli altri suoi amici, non vedenti, rischiando l’espulsione? Dove li ha portati, con l’aiuto di chi e perché? 9. Quali sentimenti legano Mirco alla sua piccola amica, la figlia della portinaia?

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10. Che differenza c’è tra lo spettacolo finale dell’anno scolastico che vorrebbe il direttore e quello che organizza Don Giulio? 11. Che significato ha il fatto che, all’inizio dello spettacolo, a tutti gli spettatori vedenti viene data una benda per coprirsi gli occhi? 12. La storia è ambientata in un istituto per ragazzi non vedenti. Il film, anziché dare agli spettatori una sensazione di accoratezza e malinconia, riesce a trasmettere una consapevolezza di serenità e allegria. Siete d’accordo? Spiegate le vostre motivazioni. 13. Mirco Bortone è un uomo che ha costruito un successo sulla diversità… 14. L’uso della fotografia contribuisce a conferire al film un’atmosfera intimista. Riuscite a fare una descrizione di questo aspetto del film? 15. In Rosso come il cielo un aspetto ovviamente rilevante è costituito dal sonoro. Provate a farne una descrizione accurata.

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Selezionato da Aigscuola per il percorso “Cinema e letteratura”

PORI proiezione: 6 Febbraio 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Rosso Malpelo Regia e sceneggiatura PASQUALE SCIMECA Sceneggiatura PASQUALE SCIMECA NENNELLA BONAIUTO Tratto da NOVELLA OMONIMA DI GIOVANNI VERGA Direttore della fotografia DUCCIO CIMATTI Scenografia PAOLO PREVITI Costumi GRAZIA COLOMBINI Musiche MIRIAM MEGHNAGI Montaggio BABAK KARIMI ITALIA 2007-dr.90’ drammatico Film FUORI CONCORSO ALL'ALBA INTERNATIONAL FILMFESTIVAL (2007).

 

“Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo.” Incipit di Rosso Malpelo. Questa novella, pubblicata nel 1880, è uno dei capolavori del Verismo, raccolta in Vita dei Campi di Giovanni Verga. In essa il Verga descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che egli conosceva ma che emergeva altresì dalle inchieste del Regno d'Italia da poco formatosi (1861). Oltre questo l'opera è anche un ritratto, umanissimo e di grande attualità, di un adolescente (Rosso Malpelo), condannato dai pregiudizi e dalla violenza della gente all'emarginazione e ad una tragica fine. Rosso Malpelo è uno dei tanti bambini che lavora in miniera. Povero e odiato per il colore rosso dei suoi capelli, alla morte del padre viene abbandonato anche dalla madre. Rimasto solo al mondo, Rosso Malpelo stringe amicizia con Ranocchio, un suo compagno di lavoro. Purtroppo, anche Ranocchio lo abbandona a causa di una grave malattia e così Rosso Malpelo, convinto che ormai non ci sia più nessuno a cui importi qualcosa di lui, accetta di andare a lavorare nella galleria più pericolosa della miniera.

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Nel suo piccolo (produttivo) anche Scimeca ha osato, come il Faenza dei Viceré, laddove Visconti non era arrivato. Ispirandosi alla novella di Giovanni Verga (ma innestandovi anche suggerimenti provenienti da Capuana e da De Roberto) che racconta le condizioni di vita disumane dell'infanzia sfruttata nelle miniere siciliane di un secolo fa. A sua volta Scimeca racconta, facendo ricorso al nostro e al suo patrimonio culturale ma senza preoccuparsi troppo se un ragazzino del suo film calza scarpe da ginnastica di oggi, qualcosa che ha cessato di esistere qui (e non da moltissimi anni) ma che continua ad esistere altrove." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 23 novembre 2007). In un tempo indefinito e in un luogo imprecisato, vive un ragazzo rosso di faccia e di capelli, da tutti chiamato Rosso Malpelo. Povero e malvisto, Rosso Malpelo è costretto a lavorare in miniera e dopo la morte del padre in seguito a un frana, abbandonato anche dalla madre e dalla sorella, rimane del tutto solo. In miniera stringe amicizia con uno dei tanti bambini che lavorano con lui, Ranocchio, ma quando questi si ammala gravemente, lo carica sulle proprie spalle e lo porta dalla madre perché possa morire in pace. Sempre più solo e odiato, Malpelo accetta di andare a lavorare in una galleria lontana e pericolosa, sapendo bene che se dovesse morire nessuno si preoccuperebbe di cercarlo. Entrare in una miniera provoca un senso di spaesamento, di alienazione dalla realtà che sconvolge e atterrisce persino gli adulti: provate a pensare a cosa può succedere nella mente di un bambino che per guadagnare qualcosa è costretto a passarvi l’intera giornata. Ogni mattina, quando spunta il sole sul civile Occidente, nel resto del mondo una moltitudine di piccoli esseri scende nel profondo della terra, scava minerali, trasporta pietre e carbone per anfratti e cunicoli. E quando viene sera e ritornano in superficie, il buio della notte li avvolge un’altra volta e li nasconde, a noi, che siamo ben felici di non poter vedere né sentire. (Scheda film tratta dal sito http://www.albafilmfestival.it/welcome.lasso dell’Alba Film Festival - 2007/2008)

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consigliato per le scuole primarie di primo e di secondo grado

PORI proiezione: 4, 5 e 6 MARZO 2009 cinema: ULRICO SARTI Cervia proiezione: Mese Anno cinema: NOME Città

Wall-e Regia ANDREW STANTON Soggetto ANDREW STANTON, PETER DOCTER Sceneggiatura ANDREW STANTON, JIM REARDON Musiche THOMAS NEWMAN Montaggio STEPHEN SHAFFER Scenografia RALPH EGGLESTON Effetti STACY BISSEL, INDUSTRIAL LIGHT & MAGIC (ILM), KERNER OPTICAL

 

USA 2008-dr.92’ animazione WALL·E (Waste Allocation Load Lifter Earth-Class) è un robottino che da centinaia di anni conduce un'esistenza solitaria sulla Terra perché gli esseri umani hanno abbandonato il pianeta, ormai invivibile. Un giorno, mentre WALL·E compie le sue consuete mansioni, una misteriosa astronave atterra sul pianeta. Da quel momento il piccolo automa avrà un nuovo scopo nella vita: seguire attraverso la galassia EVE, la robot-ricercatrice che, grazie a lui, ha scoperto una nuova chiave per il futuro dell'umanità. "La magia del film è tutta nei due robot protagonisti e negli straordinari primi quaranta minuti, dove nessun umano parla e la 'space-opera' tra Philip Dick e Stanley Kubrick si fonde con la costruzione di gag alla Buster Keaton, che vedono il mattatore il piccolo Wall-E. Poi parte il film con la sua storia. Ma a quel punto il robottino e i suoi occhini a binocolo hanno già vinto." (Marco Giusti, 'Il Venerdì di Repubblica', 17 ottobre 2008). "Un acronimo ci disseppellirà: Wall-E, robot spazzino lasciato su una terra deserta di uomini e sommersa da rifiuti, unica macchina ancora erroneamente in funzione, forse per la sua dipendenza dall'energia solare, fonte primaria e incorruttibile dall'ottusa ingordigia dell'uomo. E questa è solo una delle tante sottili ma evidenti metafore che popolano la fiaba d'animazione più bella degli ultimi decenni. Andrew Stanton regista e co-sceneggiatore, il boss e deus ex machina della Pixar John Lasseter, produttore esecutivo, c'è tutto il gruppo storico che la Disney ha sì inglobato ma saggiamente neanche sfiorato, una factory di visionari che da una quindicina d'anni domina la scena: quattro miliardi e mezzo di dollari di incassi complessivi, Oscar come se piovesse, da 'Nemo' a 'Ratatouille' non hanno sbagliato un colpo. (Continua...)

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...Un predominio imbarazzante, seriale, gli ex pionieri squattrinati ora fanno blockbuster, ma non sanno cos'è la furba routine. Cambiano continuamente soggetti, tecniche, ispirazioni e soprattutto linguaggi. Wall-E è la vetta di questo percorso: favola elementare e romantica, parabola e lezione di vita di limpida chiarezza, muto monito al mondo. Avete letto bene, se si va oltre alle pubblicità olografiche che spiegano perché la Terra è disabitata e qualche parola nel finale, il silenzio qui è d'oro." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 17 ottobre 2008). Se la prima parte del film è poesia assoluta la seconda vira un po' di più sul convenzionale: l'astronave è una specie di Eden popolato di esseri umani obesi che vegetano sotto il controllo di un Grande Fratello; i robot dovranno guidare la lotta di liberazione. In ogni caso il divertimento è assicurato, grazie a una quantità di gag molte delle quali di gusto cinefilo: a cominciare da '2001: odissea nello spazio'. Perfino i titoli di coda (vietato uscire dalla sala senza vederli), che riassumono la storia della civiltà umana attraverso le rappresentazioni artistiche, sono una piccola squisitezza in più dopo il lauto pasto. Realizzata grazie a una nuova tecnologia (sigla PRMarr), l'animazione tridimensionale conferisce alle immagini una bellezza da sbalordire. Quanto alla morale della favola, qualcuno potrà trovarla risaputa: l'umanità sta andando alla rovina, tra consumi dissennati che devastano l'ambiente e deformano i corpi, il sentimento dominante è la solitudine, per restituire un senso alle nostre vite non ci sono che il coraggio, l'altruismo, lo spirito di sacrificio e, soprattutto, la riscoperta della capacità d'amare. Quel che conta, però, è che queste cose vengano declinate in modi nuovi. E chi avrebbe mai detto che, a farcele sentire in modo più convincente degli altri sarebbe stato un piccolo robot dagli occhi languidi come quelli di E.T.? (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 ottobre 2008). "Il film diretto da Andrew Stanton ('Little Nemo') e prodotto da John Lasseter riesce a convertire i pixel in cellule viventi, ricorre al disegno a mano e alla computer graphic rimodellando l'architettura visiva. Cyborg e Charlie Chaplin, ibridi di creature di carta e automi, galleria di 'mostri', surrogati emozionali dell'umanità perduta. Senza, nostalgia, il film mette in relazione la meccanica del vecchio robot con l'hi-tech (...) ." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 17 ottobre 2008). Sicuramente educativo per i più piccini, che qui ameranno gli scarafaggi domestici del futuro, questo gradevole ma non memorabile eco-cartoon firmato dal premio Oscar Andrew Stanton ('Alla ricerca di Nemo'), continua a girare dalle parti di 'E.T.', occhioni e goffaggine comprese." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 17 ottobre 2008). "Non era facile conciliare una fiaba apocalittica - il pianeta discarica, i nostri discendenti obesi e svuotati, il consumismo trionfante su scala galattica - con la levità dell'animazione. Ma 'Wall-E' come 'Nemo', 'Toy Story' o 'Monster & Co.' crea un mondo di rara perfezione formale e insieme di solida tenuta metaforica grazie a un'inventiva continua e a un'intelligenza vibrante. Non si contano le astronavi e i robot che hanno fatto la storia del cinema. Ma nessuno aveva mai espresso tanta consapevolezza e insieme tanta malinconia. Il 3D non è più solo uno dei tanti linguaggi del cinema. E' la sua sintesi, forse il suo destino." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 ottobre 2008).

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i film selezionati da Agiscuola per l’anno scolastico 2008/2009 Alla ricerca dell’Isola di Nim Alla scoperta di Charlie Altra donna del re (L’) Anno i cui i miei genitori andarono in vacanza (L’) Anno Mille (L’) Assassinio di Jesse James (L’) Asterix alle Olimpiadi August Rush – La musica nel cuore Banda (La) Bee Movie Bianco e nero Bussola d’oro (La) Cacciatore di aquiloni (Il) Cenerentola e gli 007 nani Città proibita (La) Come d’incanto Cous Cous Cover Boy Cronache di Spiderwick (Le) Demoni di San Pietroburgo (I) Dolce e l’amaro (Il) Elisabeth – The Golden age Famiglia Savage (La) Fred Claus – Un fratello sotto l’albero Giorni e nuvole Giusta distanza (La) Gomorra Grande, grosso e Verdone Hotel Meina Hunting Party (The) Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo Into the wild Io e Beethoven Juno Kingdom (The) Legenda di Beowulf (La) Leoni per agnelli

Mattino ha l’oro in bocca (Il) Milano-Palermo – il ritorno Mineurs Mimzy - il segreto dell’universo Mio amico giardiniere (Il) Mistero delle pagine perdute (Il) Mongol – L’anno della tigre rossa Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie Nella Valle di Elah Non c’è più niente da fare Non è mai troppo tardi Non pensarci Notturno Bus O Jerusalem Ortone e il mondi dei Chi Parlami d’amore Persepolis Petroliere (Il) Piano, solo Quel treno per Yuma Ragazza del lago (La) Ratatouille Scafandro la farfalla (Lo) Shrek III Signorina Effe (La) Simpson – Il film (I) Sotto le bombe Surf’s up: il re delle onde Treno per il Darjeleeng (Il) Tutta la vita davanti Ultima legione (L’) Uomo di vetro (L’) Vicerè (I) Volpe e la bambina (La) Water horse – La leggenda degli abissi (The) Winx Club – Il segreto del regno perduto

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per informazioni sulle proiezioni Comune di Alfonsine Servizio Cultura Rosanna Ioffredo: 0544 866605 Comune di Bagnacavallo Servizio Cultura Rita Cerè: 0545 280811 Comune Brisighella Servizio Istruzione Cultura Aurea Bettini – Giorgio Esopi – Biancarosa Montevecchi: 0546 994415 – 994417 - 994419 Comune di Casola Valsenio Servizio Cultura Wilmer Quadalti: 0546 76168 Comune di Castel Bolognese Servizio Biblioteca e Cultura Alma Rivola: 0546 655849 e 655827 Comune di Cervia Settore Turismo, Cultura e Servizi alla Persona Stefania Fongoli: 0544 979367 - Narda Zavatta: 0544 979366 Comune di Conselice Ufficio Cultura Sport Sara Landi: 0545 986918 Comune di Cotignola Settore sociale e culturale Daniele Ballanti: 0545 908870 - Loriana Zambelli: 0545 908840 Comune di Faenza Servizio Cultura e Istruzione Manola Dapporto: 0546 691663 Comune di Lugo Area Servizi alla Persona Giovanni Dirani: 0545 38421 Comune Massa Lombarda Ufficio Attività Culturali Ivo Scarpetti: 0545 985832-3 Comune di Ravenna Istituzione Istruzione Infanzia Mirella Borghi – Valeria Signorini: 0544 482171 (scuole dell’obbligo) Comune di Ravenna Servizio Politiche per l’Università e Formazione Superiore Donatella Mazza: 0544 482375 – Laura Basigli: 0544 482330 (scuole superiori) Comune di Riolo Terme Comp. Serv. alla Persona, Serv. Sociali Scuola Cultura Sport - Antonella Caranese: 0546 77445 Comune Russi Servizio Cultura Emilia Emiliani: 0544 587640 - Marcella Domenicali: centr. 0544 587611 Comune di Solarolo Servizio Cultura Istruzione Consuelo Tellarini: 0546 618451

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