Pubblicato sul Giorno del 29.08.2013 - Provincia di Bergamo

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29 ago 2013 ... «Falso parlare di discarica». Schilpario, scaricabarile tra Comune e ... di porfido, 18 cassoni vuoti in me- tallo, una motopala a uso miniera,.
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BERGAMO E PROVINCIA

GIOVEDÌ 29 AGOSTO 2013

INDIGNATO Il sindaco di Schilpario Gianmario Bendotti ha affermato di non aver ricevuto alcun avviso dalla magistratura, ma solo un verbale dalla Forestale per il sequestro del capannone di Fondi che sarebbe dovuto diventare un museo minerario — SCHILPARIO —

«CHI L’HA DETTO che sono indagato? Al momento non ho ricevuto alcun avviso dalla magistratura, l’unico documento che mi è stato recapitato è il verbale della provinciale». È arrabbiato Gianmario Bendotti, sindaco di Schilpario, afferma con certezza che sul capannone di Fondi, posto sotto sequestro dal Corpo forestale di Bergamo, «sono state dette cose che non corrispondono alla verità». «Il primo piano della struttura è utilizzato dal Comune come deposito, mentre il secondo è stato dato in comodato d’uso alla cooperativa Ski-Mine e di questo il municipio non risponde», prosegue. All’interno del capannone, che doveva diventare un patrimonio minerario da mostrare ai turisti, il Corpo forestale ha trovato rifiuti di ogni genere, ma il sindaco si infuria, quando si utilizza il termine discarica in riferimento al luogo. «Stando al verbale, nel primo piano del capanno-

Capannone sequestrato Il sindaco si difende: «Falso parlare di discarica» Schilpario, scaricabarile tra Comune e cooperativa ne sono stati trovati 25 metri cubi di porfido, 18 cassoni vuoti in metallo, una motopala a uso miniera, cinque pompe idrauliche, un torno industriale, due battipista, una giostra per bambini, otto panchine e bidoni in metallo per la raccolta dei rifiuti — dice —. Mi chiedo se questi possano essere definiti “rifiuti speciali pericolosi”, come è stato riportato nella lettera anonima scritta da alcuni cittadini». Il sindaco, invece, ammet-



GIANMARIO BENDOTTI

Chi ha detto che sono indagato? Non ho ricevuto alcun avviso dalla magistratura, solo un verbale dalla Forestale

te, una leggerezza sugli otto bidoni da 200 litri contenenti liquido non identificato, trovati all’interno del capannone dai forestali. «Sono nella struttura da almeno 35 anni, ma certo bisognava controllare meglio». Il polo museale dovrà quindi attendere prima di vedere la luce. Nel 2009 il crollo del tetto dell’edificio aveva compromesso il progetto, oggi sono i sigilli a rendere impossibile l’impresa. «Nel 2009 abbiamo dovuto

TREVIGLIO L’IMPATTO SU VIALE DEL SANTUARIO

Ippocastano cade su un’auto Conducente illesa per miracolo — TREVIGLIO —

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SI È SFIORATA la tragedia lunedì sera a Treviglio. La forte pioggia caduta nella Bassa ha provocato la caduta di un ippocastano che è crollato finendo addosso a una’Alfa Romeo Giulietta, con a bordo la conducente, una 35enne, funzionaria della Banca Intesa di Cologno al Serio. La donna, fortunatamente, è rimasta ferita lievemente, ma lo spavento è stato davvero tanto. È successo sul viale del Santuario, contrassegnato da filari di ippocastani. La 35enne aveva parcheggiato l’auto, quando all’improvviso, si è accorta che il vecchio albero, ormai senza radici e malato da tempo, alto una ventina di metri, con un diametro di 70-80 centimetri, e pesante alcuni quintali, le stava cadendo addosso. Allora ha accelerato, evitando che l’ippocastano terminasse nella parte posteriore dell’auto, schiacciando il tetto. La donna, sotto choc per lo scampato pericolo, ha chiamato il padre che a sua volta ha allertato i vigili del fuoco che hanno estratto la donna dall’abitacolo dell’Alfa Romeo. Poi hanno tagliato la pianta. La funzionaria di banca, che lamentava dolori alla testa e alla schiena, è stata trasportata in ambulanza al vicino ospedale di Treviglio per essere medicata. A seguito del grave episodio di lunedì la Polizia locale di Caravaggio, assieme ai tecnici comunali, ha avviato una serie di accertamenti per verificare le condizioni degli altri alberi che si trovano lungo la strada.

scegliere tra utilizzare i pochi fondi per ristrutturare il capannone o per sistemare la viabilità dell’abitato — conclude Bendotti —. Abbiamo optato per la seconda ipotesi». ALLE PAROLE del sindaco seguono quelle di Anselmo Agoni della cooperativa Ski-Mine che si definisce vittima di questa situazione di incuria. «Siamo stati vittime di un crollo, abbiamo semplicemente lasciato l’attrezzatura che avevamo là dov’era. All’interno c’erano un’esposizione museale e una piccola officina per riparazioni meccaniche — afferma —. Nulla è stato portato all’interno dopo il cedimento del tetto: il polistirolo e il materiale isolante rinvenuti sono diretta conseguenza della caduta del tetto. Quando una casa crolla, diviene un rifiuto? Siamo semplicemente inquilini che hanno pagato l’affitto in anticipo. Attenderemo ora i provvedimenti del magistrato, nel frattempo noi siamo tranquilli». Benedetta Guerriero Francesco Alleva