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Relazione finale progetto DOL I anno - Corsista: Giusy Manata – classe E_8. 2. 30 ... scuola primaria “Padre G. Puglisi” di Villafrati (PA), formata da 14 alunni.
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Relazione finale progetto DOL I anno - Corsista: Giusy Manata – classe E_8

Modulo di progettazione I° I anno Titolo del progetto:

Edutainment Learning, Technology Edutainment, (Food and healthy)

Corsista: Giusy Manata – classe E_8

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IL PROGETTO Il progetto “Eduntainment, learning, technology” è stato realizzato in una classe IV della

scuola primaria “Padre G. Puglisi” di Villafrati (PA), formata da 14 alunni. Si è trattato di un progetto CLIL, ovvero Apprendimento Integrato di Lingua e Contenuto (Content and language integrated learning) indirizzato ad apprendere ed usare la lingua straniera non già come un insieme di regole e step lineari, quanto come strumento per veicolare i contenuti delle diverse discipline di studio in contesti comunicativi autentici. Si tratta, praticamente, di imparare a usare la lingua straniera ed usare la stessa lingua per apprendere contenuti disciplinari. In questo modo le competenze acquisite attraverso lo studio delle lingua non rimangono chiuse e circoscritte alla disciplina ma diventano nodi e reti attraverso i quali veicolare saperi che arricchiscono le abilità e le conoscenze complessive degli alunni. L’obiettivo, specie alla luce della sperimentazione attuata, è sicuramente elevato e realizzabile solo in parte con alunni di scuola primaria. Occorrono molta disponibilità e tanto lavoro da parte dell’insegnante sia in fase di progettazione, definendo obiettivi chiari e realisticamente raggiungibili, sia in fase di organizzazione delle fasi di lavoro e delle attività onde evitare di precipitare in uno stato di nebulosa e asfittica genericità. Elemento di non trascurabile rilevanza, nell’utilizzo dell’approccio CLIL, è quello di usare materiale autentico, in lingua madre, non concepito specificatamente per l’insegnamento della lingua ma per trasmettere informazioni e contenuti in modo da generare competenze e abilità che incrementino il passaggio da una dimensione del sapere ad una del saper fare. E’ chiaro che tale percorso, dovendo fare ricorso ad un uso massiccio delle nuove tecnologie, (come l’utilizzo della rete che, come si sa, offre una quantità abnorme di risorse) poteva rappresentare un terreno fertile per disperdere informazioni, produrre sovraccarico informativo (overload information) distogliendo dal problema e distraendo dall’acquisizione degli obiettivi. Tutto questo è stato evitato grazie al lavoro di selezione iniziale operato dall’insegnante in modo tale da consolidare strutture cognitive già esistenti e farne affiorare di nuove grazie all’esperienza della navigazione ipertestuale. Nel caso specifico è stata utilizzata la lingua Inglese per veicolare contenuti disciplinari a carattere scientifico: acquisire informazioni corrette nel campo dell’alimentazione in modo da poter effettuare scelte mirate al raggiungimento di uno stato di benessere alimentare. Il fatto che la scrivente , a partire dal corrente anno scolastico, sia docente di entrambe le

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discipline (Inglese e Scienze), ne ha reso più facile l’integrazione, venendo meno la necessità di dover raccordarsi con un secondo insegnante. Ovviamente, come rovescio della medaglia, è mancata anche la possibilità di confrontarsi e condividere dubbi e scelte…

I MOTIVI DELLA SCELTA L’idea di sviluppare un percorso CLIL è nata, inizialmente, dall’entusiasmo di trovarsi ad insegnare, per la prima volta, la lingua inglese e, in seconda ma parallela istanza, dall’osservazione di come troppo spesso, la lingua straniera sia ancor oggi insegnata secondo metodologie oltremodo statiche e passive. L’esperienza è stata, pertanto, concepita, con l’intento di rendere significative, coinvolgenti ed avvincenti le ore di lingua2, attraverso un uso consapevole e mirato delle nuove tecnologie, secondo una didattica ad assetto collaborativo e laboratoriale. La scelta del contenuto da veicolare è ricaduta sull’alimentazione che, pur essendo la più semplice manifestazione della vita, ne può essere, al contempo, la più complessa per la fitta rete di significati nutrizionali, comportamentali, culturali, religiosi, sociali ed economici che tesse. L’incremento esponenziale dell’obesità infantile, rende, peraltro, estremamente attuale e significativa la tematica, in quanto si propone come prevenzione di stili di vita rischiosi per la salute (iperalimentazione, ridotta attività fisica…) nonché come acquisizione di corrette abitudini alimentari. La sfida, pertanto, si presentava multisfaccettata: sperimentare una forma di insegnamento/apprendimento dinamica, operativa, contestualizzata all’interno di una tematica reale e significativa e, ovviamente, connotata da una forte impronta tecnologica e multimediale.

LA STRUTTURAZIONE DEL PERCORSO Il percorso è stato, quindi, caratterizzato dall’utilizzo di una didattica laboratoriale in cui gli alunni sono stati coinvolti attivamente ed in prima persona, con consegne precise e mirate e porzioni di contenuti da sviluppare, o meglio, approfondire. Realizzare collettivamente il prodotto finale sarebbe stato impresa faticosa, mentre la suddivisione in 3 gruppi di lavoro che approfondivano ed espandevano aspetti complementari della tematica, ha raggiunto il duplice scopo di responsabilizzare i bambini e di realizzare un lavoro più vario ed articolato. La prima (ed unica) grande delusione è stata quella di dover rinunciare all’uso della LIM (Lavagna interattiva multimediale). Ritardi burocratici hanno allontanato il periodo della consegna, pertanto l’idea iniziale è stata accantonata. Personalmente sono convinta che uno strumento come la LIM possa essere un vero catalizzatore di motivazione ed interesse e mi

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sentivo letteralmente proiettata verso la verifica di tale presupposto; tuttavia, preso atto dell’inutilità dell’attesa, ho dovuto riorganizzare la mia mappa mentale ed operativa. La prima fase non è stata facile: ho insegnato nella classe coinvolta nel progetto fin dalla prima, ma si trattava anche della prima esperienza in qualità di docente di Inglese. Iniziando da subito a rivolgermi ai bambini in lingua2, ho osservato loro stravolgersi e me entrare in crisi ma, dopo qualche settimana trascorsa a parlare in inglese e tradurre simultaneamente me stessa, non sempre verbalmente ma anche facendo uso del linguaggio gestuale, corporeo, iconico, la situazione è lentamente migliorata: potevo timidamente iniziare a parlare di alimentazione, avendo cura di fornire sempre, preventivamente, una banca di parole che rendesse più facile la comprensione. E’ chiaro, comunque, che , trattandosi di bambini piccoli, la lingua madre è sempre stata presente nelle interazioni. Oltre alla grande assenza della LIM, è venuto meno il supporto del videoproiettore. Ritengo importante, anche in assetto tecnologico, poter contare su tempi di condivisione collettiva di contenuti, problematicità, idee…. Ma, nonostante vari solleciti, il cavo del videoproiettore è stato sostituito solo a Dicembre, troppo tardi ormai. Dal punto di vista organizzativo e didattico, la mancanza del videoproiettore è stata determinante in senso negativo perché ha fortemente ostacolato la possibilità di condividere in modo facilitato momenti e spazi on line. I momenti condivisi e di spiegazioni varie sono avvenute o per gruppetti di alunni o, talvolta, con tutti loro a contornare un unico computer, spesso il portatile in classe. Scendere in aula informatica, inoltre, comporta sempre la perdita di un tempo variabile, spesso anche lungo, per mettere a punto macchine che non si accendono o non si collegano, o non hanno output audio…. Ogni volta ho stra-desiderato poter rimanere in aula e lavorare con la LIM…. piuttosto che “girandolare” fra un pc e l’altro, chiamata dall’uno o l’altro alunno per risolvere questo o quel problema. La mancanza di un impianto audio funzionale ad un ascolto collettivo, ha reso, altresì, arduo condividere in modo completo e pieno i momenti dedicati all’ascolto che, in ambito di apprendimento di lingua straniera, sono essenziali e lo sono ancora di più quando si tratta di condividere risorse on line in lingua nativa con bambini piccoli. Con tali presupposti, relativamente all’organizzazione delle attività, avevo pensato di utilizzare il webquest per indirizzare i bambini e fornire, contemporaneamente, la sitografia con le indicazioni di lavoro, ma reali problemi di tempo hanno reso impossibile l’utilizzo di questo pur interessante approccio. Grazie alla collaborazione delle colleghe di modulo, tuttavia, ho potuto usare alcune delle mie e delle loro ore di contemporaneità per lavorare con piccoli gruppi di alunni,

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mediamente formati da 4, 5 bambini ed indirizzarli sulle modalità di lavoro. La presenza di 3 bambini che utilizzano regolarmente il computer anche a casa, ha reso possibile, successivamente, in aula informatica, formare 3 gruppetti coordinati da un compagno “tutor” che si poneva come punto di riferimento mentre io mi alternavo fra i gruppi. Le prime fasi del percorso, in genere si sono strutturate nel seguente modo: in classe fornivo i contenuti essenziali, indicazioni e schede di lavoro, davo spazio a brevi roleplay e dialoghi per spingere i bambini ad esprimersi in lingua straniera, giochini con le flash cards ed indovinelli vari. Larghi sprazzi di tempo ho dedicato all’ascolto di CD in lingua madre ed all’ascolto e successiva produzione di canzoncine e filastrocche. Mentre la capacità di ascolto e comprensione è migliorata abbastanza velocemente, la produzione scritta ed orale è stata abbastanza lenta, cosa peraltro, assolutamente normale e che, quindi, non mi ha sconfortata in alcun modo. In aula informatica, superati i momenti di “assestamento meccanico”, generalmente il lavoro si è svolto, come già detto, in modo collaborativo, o per coppie di bambini per ogni postazione o per gruppi di lavoro. Sono state effettuate ricerche su siti già precedentemente selezionati ma, soprattutto, on line è stato possibile reperire moltissimo materiale sul tema “alimentazione” con giochi ed attività interattive veramente coinvolgenti e stimolanti per i bambini. Altri tempi sono stati dedicati alla ricerca di immagini, clip art, gif, alla registrazione delle voci ed alla creazione della presentazione in Power Point. La scelta parallela di sperimentare l’utilizzo di un blog, è nata per permettere ai bambini di imparare e creare contenuti social-web esprimendo in modo semplice, immediato e divertente, le strutture linguistiche ed i contenuti studiati. L’impegno non è risultato eccessivamente faticoso poiché la scrittura dei post e l’inserimento dei lavori già effettuati, è avvenuto strada facendo, in classe e con l’ausilio del portatile che dispone di un collegamento wireless. Il blog, inizialmente gestito in forma privata, è stato pubblicato a Dicembre, visualizzabile all’indirizzo: http://blog.scuolaer.it/blog.aspx?IDBlog=2988

ed è

Due sono stati, a mio avviso, gli aspetti più interessanti emersi in fase di attuazione del progetto: mi sono davvero divertita – i miei alunni si sono divertiti!! L’elevata media dei voti attribuiti in fase di prima valutazione (pagellino) ha rappresentato una verifica in tal senso ed anche i genitori dei bambini hanno espresso parere positivo sulla ricaduta del progetto.

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Complessivamente, le applicazioni informatiche utilizzate sono state le seguenti:



Power Point (con richiamo ad Excel per la creazione del grafico sui cibi consumati dai bambini e per la creazione del prodotto riassuntivo finale)



Paint shop pro (per la manipolazione delle immagini da utilizzare nel blog e nella PPT )



Paint e Drawing for children (per colorare alcuni disegni)



Registratore di suoni windows (per registrare la pronuncia in lingua 2)



Audacity (per tagliare i suoni registrati)



Internet browser



Applicazioni web 2.0 (attività interattive e text2mindmap)



Blog (http://blog.scuolaer.it/blog.aspx?IDBlog=2988)

Cosa ha funzionato: l’apprendimento attivo, con assetto laboratoriale, che vede gli alunni al centro della costruzione dei loro saperi, rappresenta certamente una carta vincente nello stimolo della motivazione ad apprendere. La componente ludica e giocosa multimediale risvegliano l’attenzione e la concentrazione oltre a mettere in moto sani scontri di competizione, soprattutto nei giochi, sia digitali che tradizionali. L’utilizzo di linguaggi diversi da quello della scrittura ha comportato un’immediata positiva risposta in quanto le immagini, i suoni, le animazioni catturano, e spesso mantengono, l’attenzione con immediatezza e maggiore profondità di durata e favoriscono una comprensione ed assimilazione maggiormente duraturi rispetto alla lezione frontale. Gli alunni hanno appreso in forma gioiosa e senza sentire il peso dello studio fine a se stesso.. Personalmente, le ore dedicate al progetto, sono state le più interessanti della mia routine quotidiana ed erano sempre molto attese. I bambini hanno interagito con spirito di collaborazione e hanno avuto anche l’opportunità di personalizzare il loro apprendimento

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tramite le possibilità offerte dalla struttura ipertestuale della rete. Non poche volte, infatti, pur partendo da uno stesso sito iniziale, essi hanno scelto percorsi differenziati. Cosa non ha funzionato: certamente se avessimo avuto a disposizione la LIM, si sarebbe creato un contesto educativo sicuramente più stimolante, un ambiente di apprendimento completo ed integrato dove lo spazio, apparentemente chiuso dell’aula, si sarebbe amplificato dilatandosi in una pluralità di spazi di lavoro… il fatto di dover recarsi in aula informatica e, troppo spesso, perdere tempo prezioso per sistemare macchine più o meno gravemente “debilitate” ed “acciaccate”, ha comportato un’interruzione nel “continuum spazio temporale” delle attività. Il problema più ostico, dunque, è stato legato alla non completa efficienza dell’aula informatica ed alla stessa disposizione delle postazioni, a mio avviso poco funzionali all’approccio collaborativo. Un’ulteriore difficoltà riscontrata è stata la seguente, probabilmente legata al fatto di vivere la mia prima esperienza in qualità di docente di lingua 2 e in un contesto di apprendimento CLIL: immaginiamo le strutture della lingua 2 ed i contenuti scientifici posizionati su 2 corsie le cui macchine (alunni) vanno a diverse velocità… Il problema riscontrato è che, mentre per alcuni contenuti di scienze, l’apprendimento avveniva in modo alquanto rapido, le strutture linguistiche necessitavano di tempi più dilatati e continue reiterazioni e consolidamenti. D’altra parte, non era possibile accelerare proponendo altri contenuti perché il lessico in lingua straniera ha tempi di apprendimento non comprimibili. Per tale motivo, ritengo concluse le attività di questa fase del progetto, in quanto un’ulteriore prosecuzione sarebbe stata pensabile solo se ci fosse stata una pianificazione progettuale a lungo termine, al fine di includere attentamente lo studio delle strutture linguistiche previste per la classe IV, all’interno della tematica scelta. Detto ciò, tuttavia, gli spunti per eventuali proseguimenti sono davvero innumerevoli e trasversali a discipline quali scienze, geografia, arte ed immagine; eccone alcuni possibili: •

Origine dei vari cibi



Il viaggio del cibo nel corpo: gli organi digestivi.



Cibi ed alimentazione nel mondo.



L’arte della conservazione dei cibi



Negozi nel mondo



L’alimentazione nell’arte.

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Un possibile sviluppo è visualizzabile nella mappa sottostante che, peraltro, era stata creata in fase di progettazione come prospettiva ad ampio raggio sulle possibilità offerte dalla tematica. Per un progetto di così lungo respiro, occorrerebbe l’intero anno scolastico e, pertanto, una programmazione finalizzata in tal senso sin dal suo nascere.

COSA ABBIAMO IMPARATO Le abilità acquisite dagli alunni, oltre a quelle strettamente tecniche, legate all’uso di software ed applicazioni varie, sono state quelle correlate al potenziamento della motivazione con conseguente miglioramento delle abilità linguistiche ed all’approfondimento del lavoro collaborativo, sia in coppie che in piccoli gruppi, una maggiore attitudine alla risoluzione di problemi (problem solving) che continuamente si presentavano nello svolgimento delle attività. Gli allievi hanno messo in atto strategie metacognitive per meglio controllare il proprio processo di apprendimento: il riascolto immediato delle registrazioni in lingua Inglese, la realizzazione dell’ipertesto in Power Point, la costruzione delle schede di verifica inserite nella ppt, la scrittura, generalmente per

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coppie, dei post del blog, i ricchi percorsi di navigazione on line, li hanno resi più consapevoli delle conoscenze acquisite e, pertanto, maggiormente in grado di autovalutarsi. E’ stato senz’altro favorito lo sviluppo delle abilità di pensiero a causa della compartecipazione attiva alla costruzione del proprio sapere. L’apprendimento finalizzato all’esecuzione di compiti produttivi ha notevolmente migliorato il feeling e la curiosità nei confronti della lingua straniera e delle altre culture nonché l’attitudine alla trasferibilità delle abilità e delle conoscenze acquisite. Anche le modalità di relazione fra compagni sono migliorate, diventando via via meno conflittuali per l'implicita necessità di collaborare con gli altri. I bambini hanno potuto meglio esternare le capacità creative e sviluppare e potenziare le capacità critiche, logiche, di osservazione, memorizzazione, confronto, elaborazione ed interpretazione della realtà. Personalmente ho vissuto l’esperienza con “sguardo bambino”, provando persino tutti i giochini (alcuni nemmeno troppo facili) che sarei andata successivamente a proporre…. anche se questo ha comportato il trascorrere di non poche serate a cercare e selezionare i siti più adeguati fra i tanti esistenti in rete. L’esperienza condotta ha sicuramente rappresentato una buona palestra per migliorare la mia capacità di costruire percorsi interdisciplinari in lingua straniera e mi ha permesso di ottenere performance più significative nell’apprendimento dei miei alunni. Va sottolineato, tuttavia, che le modalità di lavoro messe in essere, impongono al docente un sovraccarico operativo non indifferente. Usare le tecnologie in modo mirato e creativo, implica sempre la selezione e l’organizzazione del materiale che andrà proposto, la strutturazione del contesto di apprendimento che non va mai lasciato alle sole macchine ma sempre filtrato, bypassato dal docente, attentamente progettato, dosato negli aspetti emotivi e relazionali.

In conclusione…. Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti anche se non c’è stato il tempo materiale di completare o approfondire le azioni previste. Ritengo che il modulo realizzato possa essere usato in altre classi, con le opportune modifiche e personalizzazioni.

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