Untitled - Floraleda Sacchi

120.5mm (4.744”)

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HARP FAVORITES Floraleda Sacchi, harp

01.

119.5mm (4.704”)

02. 03. 04. 05.

06. 07. 08.

Pietro Domenico Paradisi (1707-1791): Toccata from Sonata No. 6 in A flat major

2’59”

Georg Friedrich Händel (1685-1759): Passacaglia from Suite No. 7 HWV 432

8’06”

François Couperin (1668-1733): Sarabande in E flat major from 4ème Concert Royal

Universal Classics & Jazz A division of Universal Music Italia s.r.l.  & 훿 2010 Universal Music Italia s.r.l.

3’33”

General Manager: Mirko Gratton

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Tempo di Borea from Partita No. 1 for Violin BWV 1002

2’36”

Production Assistant: Giuseppe Facchinetti

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe)

2’57”

Georg Friedrich Händel (1685-1759): Sarabande from Suite No. 4 HWV 437

4’37”

Johann Pachelbel (1653-1706): Canon in D major P 37

7’02”

Tomaso Albinoni (1671-1751): Adagio from Organ Concerto in G minor

6’52”

Made in the E.U.

241mm (9.488”)

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UMG GLOBAL TEMPLATE UPC#: 028947641490

Label: UNIVERSAL ITALY

CD 12cm Book - Saddle Stitch

Artist: FLORALEDA SACCHI Title: HARP FAVORITES Repro: PECA / MONICA

Job#:

PART: 4764149_CD_6 TEMPLATE: UMGI_CD_BOOK_SADDLE_JUN08

DATE: 24.09.10

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Recorded and mixed by Filadelfo Castro at Exclaim Studio (Olgiate Comasco, Como) on 28-29 October and 17 November 2009.

11.

12.

Floraleda Sacchi plays a Lyon & Healy Style 30 harp, No. 16516 (Chicago, USA).

13. All arrangements on this CD are by Floraleda Sacchi and are published by Ut Orpheus Edizioni (www.utorpheus.com)

14.

Photos: Cristoforo Mantegazza and Floraleda Sacchi

15.

www.FloraledaSacchi.com 16. www.YouTube.com/Floraleda 17. www.universalmusic.it/classica

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Prelude No. 1 in C major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I

3’28”

Antonio Vivaldi (1678-1741): Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Winter”

2’04”

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974

4’37”

Arcangelo Corelli (1653-1713): Prelude No. 8 “Adagio” from 24 Preludes

1’56”


1’46”

Henry Purcell (1659-1695): Hornpipe in E minor ZT 685

0’56”

Henry Purcell (1659-1695): Hornpipe in B flat major ZT 570

1’13”

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1

2’49”

Sophia Giustina Corri (1775-1830): Rondo from Sonata Op. 2 No. 3

2’40” Total Time 60’03”

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Realizzare una collezione di brani del periodo barocco e classico ha preso molto del mio tempo prima di tutto per effettuare una scelta tra bellissime melodie e brani universalmente noti. La sfida è stata arrangiare e rendere funzionale questo repertorio, spesso pensato per un grande organico, anche su un’arpa solista.

Scandals, love affairs and a sense of insecurity were the cause of his suicide by drowning in the Seine. Madame Krumpholtz, his wife, and her lover, Jan Ladislav Dussek, who fled to London, were, respectively, Sophia Giustina Corri’s harp teacher and her husband.

La mia attenzione è stata quindi rivolta principalmente sulla ricerca del colore sia nei brani originariamente composti per tastiera sia nell’affrontare brani concepiti per più strumenti come il Canone di Pachelbel. Quest’ultimo, come il Largo di Vivaldi o la Sinfonia dalla Cantata BWV 156 di Bach pone però anche il problema dell’arrangiamento: cosa semplificare o eliminare nella trasposizione sullo strumento solo? Non trovo note o parti inutili in questo o in altri pezzi orchestrali inclusi in questo CD e vedo anzi numerose voci che vogliono cantare autonomamente anche nei brani per strumento solo.

Sophia Giustina Corri (1775-1830):

L’unica via possibile mi è parsa quindi quella di pensare “sinfonicamente” all’arpa colorando con effetti le melodie che convivono e dialogano avvalendomi dove necessario della sovrincisione. Questo approccio si è rivelato estremamente creativo e soddisfacente ed è stato per me una forma di rigenerazione di questa musica.

This Rondo is part of the third Sonata of Op. 2, composed by Sophia when she was about 16. In the last century it was mistakenly attributed to Sophia’s husband, Jan Ladislav Dussek, and it also became famous as the result of a recording by Nicanor Zabaleta that was often used on the radio. In this small virtuoso piece for harp, Sophia, the daughter of Italian immigrants in Scotland, successfully combined operatic taste (one cannot help thinking of Rossini’s La Danza) and the contagious spirit of a Scottish reel.

Il barocco richiama istintivamente alla mia mente il gusto per la bizzarria, l’irregolarità, l’artificio, la macchina teatrale, i marmi burrosi del Bernini o i colori contrastanti del Caravaggio. In questa direzione opulenta ho pensato anche questi arrangiamenti pieni di colori e assolutamente sperimentali.

Rondo from Sonata Op. 2 No. 3 Being a brilliant woman at the end of the eighteenth century was not easy. This may be why Sophia Corri, a singer, composer, harpist and pianist who at the age of 14 had already performed in the most important venues in London accompanied by her supporter, Franz Joseph Haydn, had a life worthy of being portrayed in a novel, and her passionate nature is often mirrored in her music.

Floraleda Sacchi Translated by Karel Clapshaw

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Henry Purcell (1659-1695):

Georg Friedrich Händel (1685-1759):

Hornpipe in E minor ZT 685, Hornpipe in B flat major ZT 570

Passacaglia from Suite No. 7 HWV 432 Sarabanda from Suite No. 4 HWV 437

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The Hornpipe is a dance in 3 sections frequently used in the Baroque period, especially by Handel and Purcell, and sometimes inserted as the last movement of a Suite. The first of these two Hornpipes, both written for keyboard, forms part of a series of manuscript pieces by Purcell, whereas the second, in B flat major, comes from the opera “Abdelazer”, composed in 1695 and inspired by Aphra Behn’s play “The Moor’s Revenge”.

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1 The harpist and composer Jean-Baptiste Krumpholtz has often been described as “the Mozart of the harp”. It might be more accurate to say that Mozart, who lived nearby during his stay in Paris, composed his Concerto for Harp, Flute and Orchestra K. 299 for one of Krumpholtz’s pupils, and the opening of that Concerto already appears in Krumpholtz’s Op. 8, dedicated to the same person, Mademoiselle de Guînes, a harpist, and to her father, who played the flute. Celebrated and acclaimed in France for his unmistakable languid style as well as for his patents and experiments with the instrument, Krumpholtz deserves a place of honour in the harp repertoire, as demonstrated by this Romance, the slow movement of his Sonata Op. 12 No. 1.

Pochi autori si prestano felicemente all’esecuzione sull’arpa come nel caso di Händel. Nell’ampio ventaglio di possibilità, per questo CD ho scelto la Passacaglia dalla Suite N. 7 e la Sarabanda dalla Suite N. 4, entrambe per clavicembalo. Nella Passacaglia ho differenziato il più possibile nel volume del suono la voce principale e l’accompagnamento e ho lasciato libero sfogo alla fantasia nelle variazioni dei ritornelli affidate per prassi all’esecutore. Nella Variazione XIII ho abbondato in accordi arpeggiati nella Variazione XIV ho introdotto rapidi arpeggi in sestine, nel finale ho riproposto il tema iniziale due volte anziché una sola come consuetudine. L’originale tonalità di Sol minore è stata trasportata al Do minore per permettere una migliore esecuzione dei cromatismi e relativi passaggi di pedali delle Variazioni XI e XII. Pur essendo una composizione per clavicembalo solo, la Sarabanda ha una tale ricchezza tematica che forse solo la trascrizione per orchestra può rendere appieno. Questa sensazione mi ha fatto optare per la sovrincisione. Il tema iniziale e la sua ripresa finale sono stati registrati normalmente ma nella Variazione I il secondo tema è stato sovrainciso suonando con l’unghia anziché con il polpastrello, nel ritornello questo gioco è stato invertito (mi sono quindi concentrata più sul colore che sull’ornamentazione). La Variazione II segue lo stesso principio: la maestosità e il crescendo è stato reso con il basso che

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da smorzato viene eseguito alla fine raddoppiato in ottave e legato. Gli accordi dalla tavola passano al suono naturale per essere poi raddoppiati a 2 mani in sovrincisione nel finale.

Pietro Domenico Paradisi (1707-1791):

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Toccata (from Sonata No. 6 in A flat major) Allievo di Porpora, Paradisi è conosciuto soprattutto per la sua produzione clavicembalistica e in particolar modo per le 12 Sonate per Gravicembalo pubblicate a Londra nel 1754. Questa Toccata fa parte della sesta di queste Sonate. In Italia, il brano deve la sua fama in quanto usato come intervallo dalla RAI per molti anni. La prima trascrizione per arpa è quella di Henriette Renié pubblicata nei primi anni del Novecento che introdusse questo brano nel repertorio arpistico. Per questa incisione mi sono invece rifatta all’originale per tastiera, rintroducendo alcune linee ed alterazioni che erano state eliminate nel precedente arrangiamento.

Antonio Vivaldi (1678-1741): Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Winter” The Largo from Vivaldi’s Concerto No. 4 Op. 8 is possibly the most famous movement of the Four Seasons. The descriptive nature of the music is evident in the lines that introduce this passage: “Before the fire to pass peaceful, contented days while the rain outside pours down.” The main theme, describing the heat of the fire that warms one up in winter, is given to the violin and is backed by a pizzicato string accompaniment that recalls raindrops falling outside the snug room. To convey these two worlds as effectively as possible I initially recorded the violin theme and the bass and then overdubbed the arpeggios and pizzicato scales of the violins, with a felt mute inserted between the strings of the harp. The sound obtained is very like the pizzicato of a violin.

Arcangelo Corelli (1653-1713): Prelude No. 8 “Adagio” from 24 Preludes, Prelude No. 2 “Adagio” from 24 Preludes

François Couperin (1668-1733): Sarabanda in E flat major from 4ème Concert Royal Resa famosa perché intervallo della RAI per molti anni, la Sarabanda di François Couperin, quinto movimento del 4° Concert Royal, è stata composta tra il 1714-15 e pubblicata a Parigi nel 1722 dall’editore

Corelli’s Preludes Nos. 2 and 8 form part of a collection of 24 short pieces for keyboard, manuscript compositions that are fascinating because of their refinement and harmonic originality. The alterations in the transcription are minimal, as this music looks just as if it had been written for the harp.

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first the main theme and bass, then secondary voices (introducing harmonics, playing près de la table and using fingernails), and finally arpeggios to fill in the bass (with a felt mute placed between the strings). These devices enabled me to bring out the different voices, which would inevitably have become confused if they had been developed in the same register.

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I also opted for a fairly slow rhythm for the sake of greater clarity, to give greater emphasis to the denser rhythmic structure and to respect the rhythmic structure of the piece that was to follow the Canon (Largo), a Gigue (Allegro).

Boivin. L’aggettivo “reale” è stato aggiunto poiché i concerti erano stati eseguiti a corte per Luigi XIV. L’organico per cui furono scritti non fu specificato dal compositore e tutt’oggi i brani possono essere eseguiti per clavicembalo e flauto o per archi. La trascrizione, non è basata su quella di Carlos Salzedo già in commercio, ma è stata da me realizzata unendo il basso e le due voci principali dell’originale e cercando di mantenere quello spirito di “clarté et grandeur” che contraddistingue questo compositore.


Tomaso Albinoni (1671-1751):

Prelude No. 1 in C Major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I

Adagio from Organ Concerto in G minor

Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974

I have always loved historical fakes, and particularly the Adagio by Albinoni, which also appears in one of my favourite films, C.T. Dreyer’s Ordet. Arranging this music, which was originally written for solo violin, orchestra and organ, was not easy. It was particularly complicated to try to convey the breadth that the music suggests, and the alternation of tutti passages with the violin’s solo cadenzas. So I worked on the different registers of the harp for the piano and forte passages and played a second theme près de la table to differentiate the main voices of the piece. I reinterpreted the violin’s solo cadenzas in virtuoso style, accelerating the rhythm and slightly altering the arpeggios to make them more natural on the harp.

Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe) Questa collezione bachiana è colma di citazioni: per arrangiare il Tempo di Borea dalla Partita I per Violino mi sono in parte rifatta alla trascrizione per pianoforte solo di Saint-Saëns. Nel Preludio I del Clavicembalo ben temperato ho invece inserito il ritornello usato quando il preludio diviene l’accompagnamento alla melodia dell’Ave Maria di Gounod. Il ritornello mi ha permesso anche di giocare ad imitare il suono del clavicembalo all’inizio della ripresa. Mi è parso assurdo avventurarmi in una nuova trascrizione dell’Adagio del concerto per oboe e orchestra di Alessandro Marcello visto che

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già esisteva una riduzione per tastiera di Johann Sebastian Bach. Questa versione mi ha più che mai convinto specialmente nella registrazione di Glenn Gould che allarga e arricchisce gli arpeggi di accompagnamento della mano sinistra rendendoli molto “arpistici”. Mi sono quindi permessa di continuare questa via.

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Il Corale 156 ha invece necessitato della tecnica della sovrincisione: il tema della Sinfonia della cantata 156 è stato suonato raddoppiato con armonici ed in sovrincisione è stato eseguito l’accompagnamento orchestrale (bassi e accordi). Questo artificio ha permesso anche di mantenere i registri scelti da Bach che donano a questo brano un carattere sospeso.

Adagio from Alessandro Marcello’s concerto for oboe and orchestra in view of the existing keyboard reduction by Johann Sebastian Bach. That version convinces me more than ever, especially in the Glenn Gould recording that lengthens and enriches the accompanying arpeggios of the left hand, making them very “harp-like”. So I have taken the liberty of continuing along that path. For Cantata BWV 156, however, the technique of overrecording was required: the theme of the Sinfonia from Cantata BWV 156 was played in double octaves with harmonics, and the orchestral accompaniment (bass and chords) was recorded over it. This device also made it possible to keep the registers that Bach employed, which give this piece a suspended quality.

Johann Pachelbel (1653-1706):


Canon in D major P 37


Pochi brani sono famosi, arrangiati e trascritti come il Canone in re maggiore di Pachelbel composto nel 1680. La complessità della struttura del canone - che pure non varia mai nel ritmo - aumenta nel corso delle 28 variazioni: il semplice tema fiorisce poco a poco in scale per ritornare alla fine alla semplicità iniziale.

Few pieces are so famous and have so often been arranged and transcribed as Pachelbel’s Canon in D major, composed in 1680. The complexity of the canon’s structure – the rhythm of which never varies – increases in the course of the 28 variations: the simple theme gradually blossoms into scales, only to return to the initial simplicity at the end.

L’arrangiamento per arpa sola è basato sull’organico originale cioè tre violini e basso continuo.Trovo impossibile togliere o semplificare questa musica quindi anche in questo caso mi sono avvalsa della sovrincisione: inizialmente tema principale e basso, poi voci secon-

The arrangement for solo harp is based on the original ensemble, i.e., three violins and basso continuo. I find it impossible to cut or simplify this music, and so in this case, once again, I used overrecording:

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al, was composed in 1714-15 and published by Boivin in Paris in 1722. The adjective “royal” was added because the concerts were performed at court for Louis XIV. The composer did not specify the ensemble for which they were written, and even now these pieces may be performed by harpsichord and flute or by strings.

darie (introducendo armonici, suoni alla tavola e unghie) e infine arpeggi di riempimento al basso (utilizzando anche una sordina di feltro tra le corde). Questi artifici mi hanno permesso anche di rendere identificabili le varie voci che, sviluppandosi in un registro comune, si sarebbero inevitabilmente confuse.

The transcription is not based on the version by Carlos Salzedo that is already available but is one that I have made myself, combining the bass and the two main voices of the original and trying to retain the spirit of “clarté et grandeur” that distinguishes this composer.

Inoltre ho optato per un ritmo abbastanza lento nella ricerca di una maggior chiarezza, per enfatizzare ancor più l’infittirsi della struttura ritmica e per rispettare la struttura ritmica del brano che vedrebbe seguire al Canone (Largo) un movimento di Giga (Allegro).



Prelude No. 1 in C major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974 Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe) This Bach collection is full of quotations: to arrange the Tempo di Borea from Partita No. 1 for Violin I have to some extent drawn on the transcription for piano solo by Saint-Saëns, whereas in Prelude No. 1 from The Well-Tempered Clavier I have inserted the ritornello used when this prelude appears as the accompaniment to the melody of Gounod’s Ave Maria. The ritornello also gave me an opportunity to play at imitating the sound of the harpsichord at the beginning of the reprise. I felt it would be absurd to embark on a new transcription of the

Adagio from Organ Concerto in G minor Ho sempre amato i falsi storici e in particolare l’Adagio di Albinoni che si ritrova anche in uno dei miei film preferiti: Ordet di C.T. Dreyer. Arrangiare questa musica originariamente per violino solo, orchestra e organo non è stato semplice. Prima di tutto è stato complesso cercare di rendere l’ampiezza che questa musica suggerisce e l’alternarsi del “Tutti” con le cadenze solistiche del violino. Ho lavorato quindi sui registri dell’arpa per i piani e forti e suonato alla tavola un secondo tema così da differenziare le voci principali del brano. Ho reinterpretato le cadenze solistiche del violino in chiave virtuosistica accelerandone il ritmo e modificando lievemente gli arpeggi così da renderli più arpistici.

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Antonio Vivaldi (1678-1741):

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Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Inverno” Il Largo del Quarto Concerto Op. 8 di Vivaldi è forse il movimento più celebre delle Quattro Stagioni. Il carattere descrittivo di questi brani è evidente già dai versi che introducono il brano: “Passar al foco i dì quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento”. Il tema principale, che descrive il tepore del fuoco che riscalda nell’inverno, è affidato al violino e si snoda su un accompagnamento pizzicato d’archi che ricorda invece le gocce di pioggia che cadono fuori dalla stanza riscaldata. Per cercare di rendere al meglio questi due mondi ho registrato inizialmente il tema del violino e il basso e in sovrincisione gli arpeggi e le scale pizzicate dei violini inserendo una sordina di feltro tra le corde dell’arpa. Il suono che si ottiene è quanto mai simile al pizzicato degli archi.

Arcangelo Corelli (1653-1713):

first and then played legato in double octaves at the end. The chords progress from près de la table (near the soundboard) to the natural sound and are then played with both hands in double octaves overdubbed in the finale. Pietro Domenico Paradisi (1707-1791): Toccata (from Sonata No. 6 in A flat major) Paradisi, a student of Porpora, is known especially for his harpsichord compositions and particularly for the 12 Sonate di Gravicembalo published in London in 1754. This Toccata is part of the sixth of those Sonatas. In Italy, this piece owes its fame to the fact that RAI used it as interlude music for many years. The first transcription for harp, by Henriette Renié, was published in the early years of the twentieth century, introducing this work into the harp repertoire. For this recording, however, I have gone back to the original for keyboard, undoing various alterations and restoring lines that were removed in that earlier arrangement.

Preludio No. 8 “Adagio” from 24 Preludes, Preludio No. 2 “Adagio” from 24 Preludes I Preludi n. 2 e n. 8 di Corelli fanno parte di una raccolta di 24 brevi brani per tastiera, composizioni manoscritte e affascinanti per la loro raffinatezza e originalità armonica. L’intervento di trascrizione è stato minimo considerando il fatto che si tratta di musica che pare già scritta per arpa.

François Couperin (1668-1733): Sarabande in E flat major from 4ème Concert Royal Famous as interlude music used by RAI for many years, François Couperin’s Sarabande, the fifth movement of the 4ème Concert Roy-

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George Frideric Händel (1685-1759):


Passacaglia from Suite No. 7 HWV 432


Sarabande from Suite No. 4 HWV 437

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Few composers lend themselves so felicitously to performance on the harp as Handel. From the many different possibilities, for this CD I have chosen the Passacaglia from Suite No. 7 and the Sarabande from Suite No. 4, both written for harpsichord. In the Passacaglia I have used the volume of the sound to differentiate the main voice from the accompaniment, and I have given free play to imagination in the variations of the ritornellos, customarily entrusted to the performer. In Variation XIII I have made lavish use of arpeggio chords, in Variation XIV I have introduced rapid arpeggios in sextuplets, and in the finale I have restated the initial theme twice instead of the usual once. The original key of G minor has been transposed to C minor to facilitate performance of the chromatic elements and corresponding pedal passages in Variations XI and XII. Despite having been composed for solo harpsichord, the Sarabande has such thematic richness that perhaps only transcription for orchestra can convey it fully. This feeling led me to opt for overrecording in this case. The initial theme and final reprise were recorded normally, but in Variation I the second theme was overdubbed, played with the fingernails rather than the tips of the fingers, and in the ritornello this strategy was inverted (concentrating more on colour than on ornamentation). Variation II follows the same principle: the sense of majesty and the crescendo are conveyed by the bass, muted at

La Hornpipe è una danza in 3 tempi comunemente usata nel periodo barocco in particolar modo da Händel e Purcell e inserita a volte come movimento finale nelle Suite. La prima di queste due Hornpipe, entrambe composte per tastiera, fa parte di una serie di brani manoscritti di Purcell, la seconda, in si bemolle maggiore fa invece parte dell’opera “Abdelazer” composta nel 1695 e ispirata allo scritto di Aphra Behn “ The Moor’s Revenge”.

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1 Molte volte l’arpista e compositore Jean-Baptiste Krumpholtz è stato definito il “Mozart dell’arpa”. Questa definizione è quantomai corretta: nel suo soggiorno parigino Mozart, suo vicino di casa, compose per un’allieva di Krumpholtz il suo Concerto per arpa, flauto e orchestra K. 299 il cui incipit già si trova nell’Op. 8 di Krumpholtz dedicata proprio alla stessa persona Mademoiselle de Guines, arpista e al padre flautista. Famosissimo e osannato in Francia per il suo stile languido e inconfondibile nonché per i suoi brevetti e sperimentazioni sullo strumento, Krumpholtz merita un posto d’onore nel repertorio per arpa come ben testimonia anche questa Romance, movimento lento della Sonata Op. 12 N. 1.

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Gli scandali, gli innamoramenti e la sua insicurezza furono anche causa del suo suicidio per annegamento nella Senna. Madame Krumpholtz, sua moglie, e il suo amante Jan Ladislav Dussek in fuga a Londra saranno rispettivamente insegnante d’arpa e marito di Sophia Giustina Corri.

It has taken me a considerable time to put together this collection of pieces from the Baroque and Classical periods, especially the initial task of selecting from the many lovely melodies and tunes that are so widely known. There was also the challenge of arranging material that in many cases had been composed for a large ensemble and making it work effectively on a solo harp.


I turned my attention mainly to the search for colour, either in pieces originally composed for keyboard that do not present many performance problems on the harp, or else in works intended for a larger number of instruments, such as Pachelbel’s Canon. For this piece, as also for Vivaldi’s Largo and the Sinfonia from Bach’s Cantata BWV 156, there is the problem, in the arrangement, of what should be simplified or eliminated when transposing to the solo instrument. In this and other orchestral works included on this CD I do not find any unnecessary notes or parts; rather, I hear many voices seeking to sing independently, even in works written for a solo instrument.

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Rondo from Sonata Op. 2 No. 3 Essere una donna di genio alla fine del Settecento non era cosa facile, forse per questo Sophia Corri, cantante, compositrice, arpista e pianista che già a 14 anni si esibiva nelle più importanti sale londinesi accompagnata dal suo sostenitore Franz Joseph Haydn, ha avuto una vita degna di un romanzo e la sua musica rispecchia spesso la sua passionalità. Questo Rondò fa parte della terza Sonata dell’Op. 2, composta da Sophia all’età di 16 anni circa. Il brano fu erroneamente attribuito il secolo scorso al marito di Sophia: Jan Ladislav Dussek e divenne anche celebre grazie ad un’incisione di Nicanor Zabaleta spesso usata in Radio. Sophia, figlia di italiani emigrati in Scozia, ha composto questo piccolo e virtuosistico brano per arpa unendo con successo il gusto operistico (come non ricordare La Danza di Rossini) e la contagiosità di un reel scozzese. Floraleda Sacchi

It seemed that the only solution was to think of the harp “symphonically”, introducing effects to colour the different melodies that appear and engage in dialogue, and using overrecording where appropriate. This approach proved extremely satisfying and creative, and I found it was a way of regenerating this music. Baroque makes me think instinctively of the love of the bizarre and the unusual, artifice and theatricality, Bernini’s creamy marble statues and Caravaggio’s contrasting colours. I have followed the same opulent approach in these arrangements, filling them with colour and experimentation.

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Gli scandali, gli innamoramenti e la sua insicurezza furono anche causa del suo suicidio per annegamento nella Senna. Madame Krumpholtz, sua moglie, e il suo amante Jan Ladislav Dussek in fuga a Londra saranno rispettivamente insegnante d’arpa e marito di Sophia Giustina Corri.

It has taken me a considerable time to put together this collection of pieces from the Baroque and Classical periods, especially the initial task of selecting from the many lovely melodies and tunes that are so widely known. There was also the challenge of arranging material that in many cases had been composed for a large ensemble and making it work effectively on a solo harp.


I turned my attention mainly to the search for colour, either in pieces originally composed for keyboard that do not present many performance problems on the harp, or else in works intended for a larger number of instruments, such as Pachelbel’s Canon. For this piece, as also for Vivaldi’s Largo and the Sinfonia from Bach’s Cantata BWV 156, there is the problem, in the arrangement, of what should be simplified or eliminated when transposing to the solo instrument. In this and other orchestral works included on this CD I do not find any unnecessary notes or parts; rather, I hear many voices seeking to sing independently, even in works written for a solo instrument.

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Rondo from Sonata Op. 2 No. 3 Essere una donna di genio alla fine del Settecento non era cosa facile, forse per questo Sophia Corri, cantante, compositrice, arpista e pianista che già a 14 anni si esibiva nelle più importanti sale londinesi accompagnata dal suo sostenitore Franz Joseph Haydn, ha avuto una vita degna di un romanzo e la sua musica rispecchia spesso la sua passionalità. Questo Rondò fa parte della terza Sonata dell’Op. 2, composta da Sophia all’età di 16 anni circa. Il brano fu erroneamente attribuito il secolo scorso al marito di Sophia: Jan Ladislav Dussek e divenne anche celebre grazie ad un’incisione di Nicanor Zabaleta spesso usata in Radio. Sophia, figlia di italiani emigrati in Scozia, ha composto questo piccolo e virtuosistico brano per arpa unendo con successo il gusto operistico (come non ricordare La Danza di Rossini) e la contagiosità di un reel scozzese. Floraleda Sacchi

It seemed that the only solution was to think of the harp “symphonically”, introducing effects to colour the different melodies that appear and engage in dialogue, and using overrecording where appropriate. This approach proved extremely satisfying and creative, and I found it was a way of regenerating this music. Baroque makes me think instinctively of the love of the bizarre and the unusual, artifice and theatricality, Bernini’s creamy marble statues and Caravaggio’s contrasting colours. I have followed the same opulent approach in these arrangements, filling them with colour and experimentation.

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George Frideric Händel (1685-1759):





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Few composers lend themselves so felicitously to performance on the harp as Handel. From the many different possibilities, for this CD I have chosen the Passacaglia from Suite No. 7 and the Sarabande from Suite No. 4, both written for harpsichord. In the Passacaglia I have used the volume of the sound to differentiate the main voice from the accompaniment, and I have given free play to imagination in the variations of the ritornellos, customarily entrusted to the performer. In Variation XIII I have made lavish use of arpeggio chords, in Variation XIV I have introduced rapid arpeggios in sextuplets, and in the finale I have restated the initial theme twice instead of the usual once. The original key of G minor has been transposed to C minor to facilitate performance of the chromatic elements and corresponding pedal passages in Variations XI and XII. Despite having been composed for solo harpsichord, the Sarabande has such thematic richness that perhaps only transcription for orchestra can convey it fully. This feeling led me to opt for overrecording in this case. The initial theme and final reprise were recorded normally, but in Variation I the second theme was overdubbed, played with the fingernails rather than the tips of the fingers, and in the ritornello this strategy was inverted (concentrating more on colour than on ornamentation). Variation II follows the same principle: the sense of majesty and the crescendo are conveyed by the bass, muted at

La Hornpipe è una danza in 3 tempi comunemente usata nel periodo barocco in particolar modo da Händel e Purcell e inserita a volte come movimento finale nelle Suite. La prima di queste due Hornpipe, entrambe composte per tastiera, fa parte di una serie di brani manoscritti di Purcell, la seconda, in si bemolle maggiore fa invece parte dell’opera “Abdelazer” composta nel 1695 e ispirata allo scritto di Aphra Behn “ The Moor’s Revenge”.

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1 Molte volte l’arpista e compositore Jean-Baptiste Krumpholtz è stato definito il “Mozart dell’arpa”. Questa definizione è quantomai corretta: nel suo soggiorno parigino Mozart, suo vicino di casa, compose per un’allieva di Krumpholtz il suo Concerto per arpa, flauto e orchestra K. 299 il cui incipit già si trova nell’Op. 8 di Krumpholtz dedicata proprio alla stessa persona Mademoiselle de Guines, arpista e al padre flautista. Famosissimo e osannato in Francia per il suo stile languido e inconfondibile nonché per i suoi brevetti e sperimentazioni sullo strumento, Krumpholtz merita un posto d’onore nel repertorio per arpa come ben testimonia anche questa Romance, movimento lento della Sonata Op. 12 N. 1.

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Antonio Vivaldi (1678-1741):

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Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Inverno” Il Largo del Quarto Concerto Op. 8 di Vivaldi è forse il movimento più celebre delle Quattro Stagioni. Il carattere descrittivo di questi brani è evidente già dai versi che introducono il brano: “Passar al foco i dì quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento”. Il tema principale, che descrive il tepore del fuoco che riscalda nell’inverno, è affidato al violino e si snoda su un accompagnamento pizzicato d’archi che ricorda invece le gocce di pioggia che cadono fuori dalla stanza riscaldata. Per cercare di rendere al meglio questi due mondi ho registrato inizialmente il tema del violino e il basso e in sovrincisione gli arpeggi e le scale pizzicate dei violini inserendo una sordina di feltro tra le corde dell’arpa. Il suono che si ottiene è quanto mai simile al pizzicato degli archi.

Arcangelo Corelli (1653-1713):

first and then played legato in double octaves at the end. The chords progress from près de la table (near the soundboard) to the natural sound and are then played with both hands in double octaves overdubbed in the finale. Pietro Domenico Paradisi (1707-1791): Toccata (from Sonata No. 6 in A flat major) Paradisi, a student of Porpora, is known especially for his harpsichord compositions and particularly for the 12 Sonate di Gravicembalo published in London in 1754. This Toccata is part of the sixth of those Sonatas. In Italy, this piece owes its fame to the fact that RAI used it as interlude music for many years. The first transcription for harp, by Henriette Renié, was published in the early years of the twentieth century, introducing this work into the harp repertoire. For this recording, however, I have gone back to the original for keyboard, undoing various alterations and restoring lines that were removed in that earlier arrangement.

Preludio No. 8 “Adagio” from 24 Preludes, Preludio No. 2 “Adagio” from 24 Preludes I Preludi n. 2 e n. 8 di Corelli fanno parte di una raccolta di 24 brevi brani per tastiera, composizioni manoscritte e affascinanti per la loro raffinatezza e originalità armonica. L’intervento di trascrizione è stato minimo considerando il fatto che si tratta di musica che pare già scritta per arpa.

François Couperin (1668-1733): Sarabande in E flat major from 4ème Concert Royal Famous as interlude music used by RAI for many years, François Couperin’s Sarabande, the fifth movement of the 4ème Concert Roy-

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al, was composed in 1714-15 and published by Boivin in Paris in 1722. The adjective “royal” was added because the concerts were performed at court for Louis XIV. The composer did not specify the ensemble for which they were written, and even now these pieces may be performed by harpsichord and flute or by strings.

darie (introducendo armonici, suoni alla tavola e unghie) e infine arpeggi di riempimento al basso (utilizzando anche una sordina di feltro tra le corde). Questi artifici mi hanno permesso anche di rendere identificabili le varie voci che, sviluppandosi in un registro comune, si sarebbero inevitabilmente confuse.

The transcription is not based on the version by Carlos Salzedo that is already available but is one that I have made myself, combining the bass and the two main voices of the original and trying to retain the spirit of “clarté et grandeur” that distinguishes this composer.

Inoltre ho optato per un ritmo abbastanza lento nella ricerca di una maggior chiarezza, per enfatizzare ancor più l’infittirsi della struttura ritmica e per rispettare la struttura ritmica del brano che vedrebbe seguire al Canone (Largo) un movimento di Giga (Allegro).



Prelude No. 1 in C major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974 Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe) This Bach collection is full of quotations: to arrange the Tempo di Borea from Partita No. 1 for Violin I have to some extent drawn on the transcription for piano solo by Saint-Saëns, whereas in Prelude No. 1 from The Well-Tempered Clavier I have inserted the ritornello used when this prelude appears as the accompaniment to the melody of Gounod’s Ave Maria. The ritornello also gave me an opportunity to play at imitating the sound of the harpsichord at the beginning of the reprise. I felt it would be absurd to embark on a new transcription of the

Adagio from Organ Concerto in G minor Ho sempre amato i falsi storici e in particolare l’Adagio di Albinoni che si ritrova anche in uno dei miei film preferiti: Ordet di C.T. Dreyer. Arrangiare questa musica originariamente per violino solo, orchestra e organo non è stato semplice. Prima di tutto è stato complesso cercare di rendere l’ampiezza che questa musica suggerisce e l’alternarsi del “Tutti” con le cadenze solistiche del violino. Ho lavorato quindi sui registri dell’arpa per i piani e forti e suonato alla tavola un secondo tema così da differenziare le voci principali del brano. Ho reinterpretato le cadenze solistiche del violino in chiave virtuosistica accelerandone il ritmo e modificando lievemente gli arpeggi così da renderli più arpistici.

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già esisteva una riduzione per tastiera di Johann Sebastian Bach. Questa versione mi ha più che mai convinto specialmente nella registrazione di Glenn Gould che allarga e arricchisce gli arpeggi di accompagnamento della mano sinistra rendendoli molto “arpistici”. Mi sono quindi permessa di continuare questa via.

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Il Corale 156 ha invece necessitato della tecnica della sovrincisione: il tema della Sinfonia della cantata 156 è stato suonato raddoppiato con armonici ed in sovrincisione è stato eseguito l’accompagnamento orchestrale (bassi e accordi). Questo artificio ha permesso anche di mantenere i registri scelti da Bach che donano a questo brano un carattere sospeso.

Adagio from Alessandro Marcello’s concerto for oboe and orchestra in view of the existing keyboard reduction by Johann Sebastian Bach. That version convinces me more than ever, especially in the Glenn Gould recording that lengthens and enriches the accompanying arpeggios of the left hand, making them very “harp-like”. So I have taken the liberty of continuing along that path. For Cantata BWV 156, however, the technique of overrecording was required: the theme of the Sinfonia from Cantata BWV 156 was played in double octaves with harmonics, and the orchestral accompaniment (bass and chords) was recorded over it. This device also made it possible to keep the registers that Bach employed, which give this piece a suspended quality.





Pochi brani sono famosi, arrangiati e trascritti come il Canone in re maggiore di Pachelbel composto nel 1680. La complessità della struttura del canone - che pure non varia mai nel ritmo - aumenta nel corso delle 28 variazioni: il semplice tema fiorisce poco a poco in scale per ritornare alla fine alla semplicità iniziale.

Few pieces are so famous and have so often been arranged and transcribed as Pachelbel’s Canon in D major, composed in 1680. The complexity of the canon’s structure – the rhythm of which never varies – increases in the course of the 28 variations: the simple theme gradually blossoms into scales, only to return to the initial simplicity at the end.

L’arrangiamento per arpa sola è basato sull’organico originale cioè tre violini e basso continuo.Trovo impossibile togliere o semplificare questa musica quindi anche in questo caso mi sono avvalsa della sovrincisione: inizialmente tema principale e basso, poi voci secon-

The arrangement for solo harp is based on the original ensemble, i.e., three violins and basso continuo. I find it impossible to cut or simplify this music, and so in this case, once again, I used overrecording:

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first the main theme and bass, then secondary voices (introducing harmonics, playing près de la table and using fingernails), and finally arpeggios to fill in the bass (with a felt mute placed between the strings). These devices enabled me to bring out the different voices, which would inevitably have become confused if they had been developed in the same register.

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I also opted for a fairly slow rhythm for the sake of greater clarity, to give greater emphasis to the denser rhythmic structure and to respect the rhythmic structure of the piece that was to follow the Canon (Largo), a Gigue (Allegro).

Boivin. L’aggettivo “reale” è stato aggiunto poiché i concerti erano stati eseguiti a corte per Luigi XIV. L’organico per cui furono scritti non fu specificato dal compositore e tutt’oggi i brani possono essere eseguiti per clavicembalo e flauto o per archi. La trascrizione, non è basata su quella di Carlos Salzedo già in commercio, ma è stata da me realizzata unendo il basso e le due voci principali dell’originale e cercando di mantenere quello spirito di “clarté et grandeur” che contraddistingue questo compositore.



Prelude No. 1 in C Major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I


Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974

I have always loved historical fakes, and particularly the Adagio by Albinoni, which also appears in one of my favourite films, C.T. Dreyer’s Ordet. Arranging this music, which was originally written for solo violin, orchestra and organ, was not easy. It was particularly complicated to try to convey the breadth that the music suggests, and the alternation of tutti passages with the violin’s solo cadenzas. So I worked on the different registers of the harp for the piano and forte passages and played a second theme près de la table to differentiate the main voices of the piece. I reinterpreted the violin’s solo cadenzas in virtuoso style, accelerating the rhythm and slightly altering the arpeggios to make them more natural on the harp.

Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe) Questa collezione bachiana è colma di citazioni: per arrangiare il Tempo di Borea dalla Partita I per Violino mi sono in parte rifatta alla trascrizione per pianoforte solo di Saint-Saëns. Nel Preludio I del Clavicembalo ben temperato ho invece inserito il ritornello usato quando il preludio diviene l’accompagnamento alla melodia dell’Ave Maria di Gounod. Il ritornello mi ha permesso anche di giocare ad imitare il suono del clavicembalo all’inizio della ripresa. Mi è parso assurdo avventurarmi in una nuova trascrizione dell’Adagio del concerto per oboe e orchestra di Alessandro Marcello visto che

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da smorzato viene eseguito alla fine raddoppiato in ottave e legato. Gli accordi dalla tavola passano al suono naturale per essere poi raddoppiati a 2 mani in sovrincisione nel finale.

Pietro Domenico Paradisi (1707-1791):

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Toccata (from Sonata No. 6 in A flat major) Allievo di Porpora, Paradisi è conosciuto soprattutto per la sua produzione clavicembalistica e in particolar modo per le 12 Sonate per Gravicembalo pubblicate a Londra nel 1754. Questa Toccata fa parte della sesta di queste Sonate. In Italia, il brano deve la sua fama in quanto usato come intervallo dalla RAI per molti anni. La prima trascrizione per arpa è quella di Henriette Renié pubblicata nei primi anni del Novecento che introdusse questo brano nel repertorio arpistico. Per questa incisione mi sono invece rifatta all’originale per tastiera, rintroducendo alcune linee ed alterazioni che erano state eliminate nel precedente arrangiamento.

Antonio Vivaldi (1678-1741): Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Winter” The Largo from Vivaldi’s Concerto No. 4 Op. 8 is possibly the most famous movement of the Four Seasons. The descriptive nature of the music is evident in the lines that introduce this passage: “Before the fire to pass peaceful, contented days while the rain outside pours down.” The main theme, describing the heat of the fire that warms one up in winter, is given to the violin and is backed by a pizzicato string accompaniment that recalls raindrops falling outside the snug room. To convey these two worlds as effectively as possible I initially recorded the violin theme and the bass and then overdubbed the arpeggios and pizzicato scales of the violins, with a felt mute inserted between the strings of the harp. The sound obtained is very like the pizzicato of a violin.

Arcangelo Corelli (1653-1713): Prelude No. 8 “Adagio” from 24 Preludes, Prelude No. 2 “Adagio” from 24 Preludes

François Couperin (1668-1733): Sarabanda in E flat major from 4ème Concert Royal Resa famosa perché intervallo della RAI per molti anni, la Sarabanda di François Couperin, quinto movimento del 4° Concert Royal, è stata composta tra il 1714-15 e pubblicata a Parigi nel 1722 dall’editore

Corelli’s Preludes Nos. 2 and 8 form part of a collection of 24 short pieces for keyboard, manuscript compositions that are fascinating because of their refinement and harmonic originality. The alterations in the transcription are minimal, as this music looks just as if it had been written for the harp.

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Georg Friedrich Händel (1685-1759):


Passacaglia from Suite No. 7 HWV 432 Sarabanda from Suite No. 4 HWV 437

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The Hornpipe is a dance in 3 sections frequently used in the Baroque period, especially by Handel and Purcell, and sometimes inserted as the last movement of a Suite. The first of these two Hornpipes, both written for keyboard, forms part of a series of manuscript pieces by Purcell, whereas the second, in B flat major, comes from the opera “Abdelazer”, composed in 1695 and inspired by Aphra Behn’s play “The Moor’s Revenge”.

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1 The harpist and composer Jean-Baptiste Krumpholtz has often been described as “the Mozart of the harp”. It might be more accurate to say that Mozart, who lived nearby during his stay in Paris, composed his Concerto for Harp, Flute and Orchestra K. 299 for one of Krumpholtz’s pupils, and the opening of that Concerto already appears in Krumpholtz’s Op. 8, dedicated to the same person, Mademoiselle de Guînes, a harpist, and to her father, who played the flute. Celebrated and acclaimed in France for his unmistakable languid style as well as for his patents and experiments with the instrument, Krumpholtz deserves a place of honour in the harp repertoire, as demonstrated by this Romance, the slow movement of his Sonata Op. 12 No. 1.

Pochi autori si prestano felicemente all’esecuzione sull’arpa come nel caso di Händel. Nell’ampio ventaglio di possibilità, per questo CD ho scelto la Passacaglia dalla Suite N. 7 e la Sarabanda dalla Suite N. 4, entrambe per clavicembalo. Nella Passacaglia ho differenziato il più possibile nel volume del suono la voce principale e l’accompagnamento e ho lasciato libero sfogo alla fantasia nelle variazioni dei ritornelli affidate per prassi all’esecutore. Nella Variazione XIII ho abbondato in accordi arpeggiati nella Variazione XIV ho introdotto rapidi arpeggi in sestine, nel finale ho riproposto il tema iniziale due volte anziché una sola come consuetudine. L’originale tonalità di Sol minore è stata trasportata al Do minore per permettere una migliore esecuzione dei cromatismi e relativi passaggi di pedali delle Variazioni XI e XII. Pur essendo una composizione per clavicembalo solo, la Sarabanda ha una tale ricchezza tematica che forse solo la trascrizione per orchestra può rendere appieno. Questa sensazione mi ha fatto optare per la sovrincisione. Il tema iniziale e la sua ripresa finale sono stati registrati normalmente ma nella Variazione I il secondo tema è stato sovrainciso suonando con l’unghia anziché con il polpastrello, nel ritornello questo gioco è stato invertito (mi sono quindi concentrata più sul colore che sull’ornamentazione). La Variazione II segue lo stesso principio: la maestosità e il crescendo è stato reso con il basso che

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Realizzare una collezione di brani del periodo barocco e classico ha preso molto del mio tempo prima di tutto per effettuare una scelta tra bellissime melodie e brani universalmente noti. La sfida è stata arrangiare e rendere funzionale questo repertorio, spesso pensato per un grande organico, anche su un’arpa solista.

Scandals, love affairs and a sense of insecurity were the cause of his suicide by drowning in the Seine. Madame Krumpholtz, his wife, and her lover, Jan Ladislav Dussek, who fled to London, were, respectively, Sophia Giustina Corri’s harp teacher and her husband.

La mia attenzione è stata quindi rivolta principalmente sulla ricerca del colore sia nei brani originariamente composti per tastiera sia nell’affrontare brani concepiti per più strumenti come il Canone di Pachelbel. Quest’ultimo, come il Largo di Vivaldi o la Sinfonia dalla Cantata BWV 156 di Bach pone però anche il problema dell’arrangiamento: cosa semplificare o eliminare nella trasposizione sullo strumento solo? Non trovo note o parti inutili in questo o in altri pezzi orchestrali inclusi in questo CD e vedo anzi numerose voci che vogliono cantare autonomamente anche nei brani per strumento solo.


L’unica via possibile mi è parsa quindi quella di pensare “sinfonicamente” all’arpa colorando con effetti le melodie che convivono e dialogano avvalendomi dove necessario della sovrincisione. Questo approccio si è rivelato estremamente creativo e soddisfacente ed è stato per me una forma di rigenerazione di questa musica.

This Rondo is part of the third Sonata of Op. 2, composed by Sophia when she was about 16. In the last century it was mistakenly attributed to Sophia’s husband, Jan Ladislav Dussek, and it also became famous as the result of a recording by Nicanor Zabaleta that was often used on the radio. In this small virtuoso piece for harp, Sophia, the daughter of Italian immigrants in Scotland, successfully combined operatic taste (one cannot help thinking of Rossini’s La Danza) and the contagious spirit of a Scottish reel.

Il barocco richiama istintivamente alla mia mente il gusto per la bizzarria, l’irregolarità, l’artificio, la macchina teatrale, i marmi burrosi del Bernini o i colori contrastanti del Caravaggio. In questa direzione opulenta ho pensato anche questi arrangiamenti pieni di colori e assolutamente sperimentali.

Rondo from Sonata Op. 2 No. 3 Being a brilliant woman at the end of the eighteenth century was not easy. This may be why Sophia Corri, a singer, composer, harpist and pianist who at the age of 14 had already performed in the most important venues in London accompanied by her supporter, Franz Joseph Haydn, had a life worthy of being portrayed in a novel, and her passionate nature is often mirrored in her music.

Floraleda Sacchi Translated by Karel Clapshaw

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Recorded and mixed by Filadelfo Castro at Exclaim Studio (Olgiate Comasco, Como) on 28-29 October and 17 November 2009.

11.

12.

Floraleda Sacchi plays a Lyon & Healy Style 30 harp, No. 16516 (Chicago, USA).

13. All arrangements on this CD are by Floraleda Sacchi and are published by Ut Orpheus Edizioni (www.utorpheus.com)

14.

Photos: Cristoforo Mantegazza and Floraleda Sacchi

15.

www.FloraledaSacchi.com 16. www.YouTube.com/Floraleda 17. www.universalmusic.it/classica

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Prelude No. 1 in C major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I

3’28”

Antonio Vivaldi (1678-1741): Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Winter”

2’04”

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974

4’37”


1’56”


1’46”

Henry Purcell (1659-1695): Hornpipe in E minor ZT 685

0’56”

Henry Purcell (1659-1695): Hornpipe in B flat major ZT 570

1’13”

Jean-Baptiste Krumpholtz (1747-1790): Romance from Sonata Op. 12 No. 1

2’49”

Sophia Giustina Corri (1775-1830): Rondo from Sonata Op. 2 No. 3

2’40” Total Time 60’03”

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HARP FAVORITES Floraleda Sacchi, harp

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02. 03. 04. 05.

06. 07. 08.

Pietro Domenico Paradisi (1707-1791): Toccata from Sonata No. 6 in A flat major

2’59”

Georg Friedrich Händel (1685-1759): Passacaglia from Suite No. 7 HWV 432

8’06”

François Couperin (1668-1733): Sarabande in E flat major from 4ème Concert Royal

Universal Classics & Jazz A division of Universal Music Italia s.r.l.  & 훿 2010 Universal Music Italia s.r.l.

3’33”

General Manager: Mirko Gratton


2’36”

Production Assistant: Giuseppe Facchinetti

Johann Sebastian Bach (1685-1750): Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe)

2’57”

Georg Friedrich Händel (1685-1759): Sarabande from Suite No. 4 HWV 437

4’37”

Johann Pachelbel (1653-1706): Canon in D major P 37

7’02”

Tomaso Albinoni (1671-1751): Adagio from Organ Concerto in G minor

6’52”

Made in the E.U.

241mm (9.488”)

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Job#:


DATE: 24.09.10

C

M

C

K

TOTAL

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SPINE 6.4mm (0.25“)

SPINE 6.4mm (0.25“)

HARP FAVORITES

HARP FAVORITES 01. P. D. Paradisi: Toccata (from Sonata No. 6 in A flat major)

2'59"

02. G. F. Händel:


8'06"

03. F. Couperin:

Sarabande in E flat major from 4ème Concert Royal

3'33"

04. J. S. Bach:

Tempo di Borea from Partita No. 1 for Violin BWV 1002

2’36"

05. J. S. Bach:

Sinfonia from Cantata BWV 156 (Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe)

2'57"

06. G. F. Händel:


4'37"

07. J. Pachelbel:


7'02"

08. T. Albinoni:


6'52"

09. J. S. Bach:

Prelude No. 1 in C major BWV 846 from The Well-Tempered Clavier, Book I 3'28"

10.A. Vivaldi:

Largo from Concerto No. 4 in F minor RV 297 “Winter”

11.J. S. Bach:

Adagio on a theme by Alessandro Marcello from Concerto in D minor BWV 974 4'37"

12.A. Corelli:

Prelude No. 8 “Adagio” from 24 Preludes

1'56"

13.A. Corelli:

Prelude No. 2 “Adagio” from 24 Preludes

1'46"

14.H. Purcell:

Hornpipe in E minor ZT 685

0'56"

15.H. Purcell:

Hornpipe in B flat major ZT 570

1'13"

2'04"

16.J. Krumpholtz: Romance from Sonata Op. 12 No. 1

2'49"

17.S. G. Corri:

2'40"

Rondo from Sonata Op. 2 No. 3

Total Time 60'03"

0

28947 64149

476 4149

DDD Universal Classics & Jazz, a division of Universal Music Italia s.r.l.  and 훿 2010 Universal Music Italia s.r.l. Photos: Cristoforo Mantegazza Graphic Project: Sabrina D’Alessandro www.universalmusic.it/classica www.floraledasacchi.com

0

150.6mm (5.93”)

OUTER



CD INLAY CLEAR TRAY OUTER


Job#:

PART: 4764149_CD_3 TEMPLATE: UMGI_CD_INLAY_CLEAR_JUN08

DATE: 24.09.10

C

M

C

K

TOTAL

4


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HARP FAVORITES

floraleda sacchi

floraleda sacchi

floraleda sacchi

117.5mm (4.63“)

476 4149

137.8mm (5.42“)

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